Concordato preventivo. Si avvicina la scadenza del 12 dicembre. Cavion: “Ultimo esempio della mancanza di norme certe e definite che creano confusione, ritardi, costi fino a scoraggiare le imprese”
È partito il conto alla rovescia per l’adesione dei contribuenti al concordato preventivo biennale 2024/2025. Il termine ultimo infatti è slittato al 12 dicembre, a seguito della proroga concessa per favorire una maggiore adesione al nuovo strumento.
“Quello della gestione del concordato è l’ultimo esempio di una continua improvvisazione dell’Agenzia su norme che toccano da vicino il lavoro e le imprese – ricorda Gianluca Cavion Presidente Confartigianato Imprese Vicenza -. In primis ci sono i ritardi nel dare esecuzione alle norme con linee guida, chiarimenti e FAQ che non vengono razionalizzati, ma aggiornati e rivisti a fronte di problematiche rilevate dai consulenti o dalle associazioni di categoria come Confartigianato. Questo vale anche per le proroghe. Forse varrebbe la pena ascoltare prima la voce di chi opera ogni giorno con le aziende, per capire meglio le casistiche e le conseguenze ‘pratiche’. Per esempio, alcune norme pensate per imprese di grandi dimensioni verosimilmente non possono essere applicate a quelle minori che hanno rischiato, e rischiano, di perdere benefici fiscali o possibilità di incentivi, a scapito della crescita e dell’innovazione. Altro esempio è l’italiana burocrazia che non manca mai, ma che su realtà come quelle artigiane ‘pesa’ in termini di costi e tempo dedicato, fattori anche questi che possono incidere negativamente sulla decisione di accedere a certe opportunità”.
Ne sono esempi: i ritardi nel dare esecuzione a norme quali la Certificazione Ricerca & Sviluppo, introdotta dalla Legge di bilancio 2021 e resa esecutiva con l’ultimo provvedimento a fine luglio; e Transizione 5.0, le cui linee guida sono uscite con un ritardo di 8 mesi rispetto alla data di efficacia del beneficio. A ciò si aggiunge la scadenza del secondo acconto delle imposte, prorogato al 16 gennaio 2025, e comunicato attraverso la stampa, così come la relativa possibilità di rateazione per le imprese più piccole, annunciato due giorni lavorativi prima della scadenza.
“Insomma – continua Cavion – la sensazione, per chi come Confartigianato offre supporto e consulenza, è che manchi il rispetto per chi opera con le imprese e si destreggia tutti i giorni tra adempimenti e scadenze. Riaprire una dichiarazione, tenere in sospeso un pagamento, gestire forniture telematiche a ridosso delle scadenze è faticoso. Molto spesso le norme sono da interpretare e le modifiche in corsa, che obbligano a rivedere gli adempimenti, come detto, costano tempo e quindi denaro. I nostri Uffici si trovano ad operare nell’incertezza, con provvedimenti che arrivano a posteriori o sono annunciati da comunicati stampa, il più delle volte guidati dalla necessità di fare cassa, più che dal fare “Stato” per i contribuenti. Il tutto si ripercuote sulle imprese a cui manca la possibilità di pianificare gli aspetti fiscali con la ragionevole certezza e la giusta aspettativa delle norme “ferme”.
Comunicato 150