Confartigianato e Coldiretti hanno consegnato al Vescovo di Vicenza, Mons. Beniamino Pizziol, la nuova statuina da inserire nel presepe: un imprenditore con PC
Vicenza, 21 Dicembre 2021
C’è una “new entry” tra le statuine degli uomini di buona volontà impiegate nella rievocazione del Natale 2021: un piccolo imprenditore con un computer tra le mani, simbolo tecnologico della voglia ma anche della capacità di ripartire, nella lunga e buia notte del Covid. Uno stimolo affidato ai vescovi delle 226 diocesi italiane, ma anche all’intera comunità nazionale, da Fondazione Symbola, Confartigianato Imprese e Coldiretti, per ricordare che la vita continua se c’è chi la sa e la vuole coltivare.
Il nuovo personaggio è stato consegnato personalmente al vescovo Mons. Beniamino Pizziol dalle delegazioni di Coldiretti e Confartigianato beriche per la benedizione durante la Santa Messa celebrata al Tempio di San Lorenzo il 20 dicembre.
“La figura proposta quest’anno è quella di un artigiano che guarda al futuro, all’innovazione, alla strada della sostenibilità, senza dimenticare un sapere antico e unico che fa del il Made in Italy un valore riconosciuto nel mondo – commenta il presidente di Confartigianato Imprese Vicenza, Gianluca Cavion-. Il passato non è una zavorra di cui liberarsi, ma una ricchezza di cui far tesoro un talento che si può valorizzare, come insegna una nota parabola, in una prospettiva di miglioramento personale e comunitario per una crescita nel rispetto della dignità di tutti. Gli artigiani in questo ultimo, difficile e duro periodo lo hanno dimostrato non solo cercando di supportare e tutelare i propri collaboratori ma anche con svariate azioni di solidarietà”.
“L’agroalimentare italiano è uscito dalla crisi più forte di prima grazie a quasi un milione di agricoltori e allevatori che non hanno mai smesso di lavorare, per garantire le forniture alimentari ai cittadini anche con iniziative di sostegno sociale e di straordinaria solidarietà che l’agricoltura moderna è oggi in grado di offrire nonostante le difficoltà dell’emergenza – afferma il presidente Martino Cerantola di Coldiretti Vicenza – si tratta di un risultato reso possibile dalla capacità degli imprenditori agricoli di coniugare tradizione e innovazione facendo delle campagne italiane le più green d’Europa anche grazie agli investimenti in droni, gps, robot, software e internet delle cose per combattere i cambiamenti climatici, salvare l’ambiente e aumentare la sostenibilità delle produzioni”.
Con il ‘personaggio’ di quest’anno prosegue così l’idea nata a Natale 2020, in piena pandemia: aggiungere ogni anno al presepe figure in grado di parlare del presente da affrontare pur nelle condizioni più estreme, ma anche di un futuro possibile da costruire, malgrado tutto, con fiducia. La prima volta fu dedicata a un’infermiera, oggi tocca a un imprenditore: simbolo entrambi del prendersi cura, una della salute dell’individuo l’altro di quella della comunità.
Due figure legate dal comune compito cui richiama Papa Francesco nel tempo del virus: recuperare la consapevolezza che come popolo abbiamo un destino comune. Un piccolo messaggio per un grande obiettivo, che restituisce sapore vero al più strano dei Natali: da settimane ormai raccontato con una scintillante scenografia a base di luminarie, regali, panettoni; ma vissuto nel quotidiano col cuore appesantito da una tenebra di smarrimento, incertezza, paura.
“In un tempo di nascita inquinato da un fantasma di morte, come quello che stiamo attraversando, fare il presepe può diventare allora un piccolo ma salutare vaccino contro l’angoscia singola e collettiva- concludono Cavion e Cerantola -. Perché le statuine del presepe ripropongono un evento vecchio di duemila anni eppure sempre attuale: la vita che riparte, nonostante tutto e a dispetto di tutto”.
In tal senso, quei personaggi di terracotta e di cartapesta sono in realtà profondamente veri, perché rispecchiano il quotidiano: figure semplici ed anonime, che non vanno in piazza, non fanno rumore, non inscenano proteste, non si tuffano nella polemica seriale; e per questo non avranno mai un primo piano televisivo o un titolo di giornale. Ma gente di buona volontà, che ogni giorno si rimette coraggiosamente in cammino.