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CONFARTIGIANATO: “GLI STUDI DI SETTORE VANNO RIVISTI”

Considerando l’esperienza quotidiana delle piccole imprese nel loro rapporto col fisco, Confartigianato Vicenza ribadisce la necessità di intervenire sulla materia degli studi di settore, nella convinzione che sia giunta l’ora di cambiare passo e di riformarne profondamente l’utilizzo come strumento di accertamento, per valorizzarne invece le potenzialità quale elemento di “compliance”, ovvero di conformità normativa. Serve inoltre una forte semplificazione dei modelli e una rivisitazione delle modalità statistiche di elaborazione. Occorre insomma, secondo Confartigianato, ritornare alle finalità iniziali per cui lo studio di settore era stato pensato anche come garanzia per le imprese, nonché introdurre un nuovo sistema di tassazione che punti a premiare l’efficienza e la fedeltà fiscale in modo automatico all’aumentare del reddito dichiarato.
Tali istanze sono espresse anche in un documento che le organizzazioni nazionali di categoria hanno inviato al viceministro dell’Economia e delle Finanze, Luigi Casero, documento che prende le mosse dai prossimi interventi di semplificazione dei modelli e di rivisitazione delle modalità di costruzione degli studi di settore, pianificati per il 2016.
In sostanza, si propone di rivedere l’impiego degli studi di settore, oggi utilizzati dall’Amministrazione Finanziaria principalmente per fare cassa e non più come modalità di selezione dei contribuenti a rischio di evasione, a garanzia dei contribuenti corretti. E serve un nuovo sistema di tassazione “premiale” legato alle performance di reddito dichiarato: in tale meccanismo, il reddito eccedente una certa soglia minima da determinarsi, in via presuntiva, proprio attraverso gli studi di settore, sarà soggetto a una tassazione ridotta. Lo scopo è quello di creare, in tal modo, un sistema di incentivi volto a stimolare i contribuenti ad accrescere la loro capacità produttiva, al fine di abbassare la tassazione media sul reddito prodotto.