CONFARTIGIANATO VICENZA: I DIRIGENTI DEL SISTEMA PRODUZIONE IN VISITA ALLA FERRARI
Era il 1947 quando dallo storico portone di via Abetone Inferiore a Maranello usciva la prima vettura marchiata Ferrari, per la cronaca si trattava della 125 S. Proprio da lì è cominciata la visita allo stabilimento dei dirigenti del Sistema produzione di Confartigianato Vicenza.
Appena entrati, sulla destra, c’è ancora la struttura che ospitava l’ufficio del Drake, Enzo Ferrari, che in questo modo poteva controllare chi entrava.
La storica sede di Maranello ospita presidenza, uffici, tutta l’attività di progettazione e quasi tutta la produzione delle Ferrari, su una superficie complessiva di oltre 500mila metri quadri, con una superficie coperta di circa 200mila. Quasi tutta la produzione, perché scocche in alluminio per le vetture di gamma, prototipi e serie speciali vengono invece prodotte sempre a Maranello ma nello stabilimento Scaglietti. Nella sede centrale ogni percorso di collegamento degli edifici è intitolato a un pilota Ferrari che ha vinto un campionato del mondo, nel caso di Schumacher, visto il numero di titoli, gli è stata intitolata una piazza.
Tra queste vie si incrociano spesso Ferrari appena uscite dalla linea di produzione che si accingono ai 50 km di rodaggio (parte in pista) che vengono sempre effettuati prima di mandare l’auto in concessionaria per la consegna al cliente. Il rombo dei motori inizia già nel reparto montaggio, dove vengono per assemblati; alla fine della linea, il motore viene avviato per controllare che tutto sia a posto; se ci sono problemi è mandato in “infermeria”, dove tecnici in camice bianco intervengono e lo “curano”.
Vi sono due linee di montaggio diverse, quella degli 8 cilindri, utilizzata anche per i motori Maserati, dove la lavorazione a catena è seguita da più persone, e quella per i 12 cilindri in cui la stessa persona segue nella catena il montaggio di tutto il motore. Nella sede Ferrari si percepisce che a partire dagli anni ’90 sono intervenuti architetti importanti, come Piano, Sturchio, Visconti, Fuksas e Nouvel realizzando, o riprogettando, gli edifici in linea con lo spirito dinamico Ferrari, cercando anche di tener conto del benessere di chi lavora nello stabilimento.
Secondo Antonio Marcon, presidente provinciale dei metalmeccanici vicentini che ha ideato questa iniziativa, la visita ha rappresentato «un incontro con il simbolo delle eccellenze italiane, che riesce a essere tale anche nel rinnovamento aziendale. Gli ambienti di lavoro sono belli, si pensi al padiglione lavorazioni meccaniche motori, dove sofisticate macchine utensili si alternano ad aree verdi, contribuendo anche al microclima dell’ambiente di lavoro; le linee produttive sono innovative e luminose e si presta logicamente attenzione alla sicurezza. Direi comunque che, a prescindere dagli aspetti estetici giustificabili in un azienda che ha una tale immagine da difendere, un valore importante cui dedicarsi sulla falsariga di quanto visto in Ferrari, è quello di porre le persone al centro di tutte le attività aziendali e questo vale, anche se i termini diversi, pure per la nostra società; ora ce ne stiamo accorgendo, pagando un caro prezzo. Abbiamo comunque accresciuto il nostro patrimonio conoscitivo e come organizzazione cercheremo sempre di stimolare nei nostri imprenditori la condotta che più li caratterizza, tener duro e innovare».