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CONSIGLIO VENETO APPROVA LEGGE PER BELLUNO E LA MONTAGNA

Il Consiglio regionale del Veneto riconosce particolari forme di autonomia alla provincia di Belluno e dà attuazione alla “specificità” territoriale dei 119 comuni interamente montani delle quattro province di Belluno (l’unica interamente montana), Treviso, Vicenza e Verona. Con la legge ”Interventi a favore dei territori montani e conferimento di forme e condizioni particolari di autonomia amministrativa, regolamentare e finanziaria alla provincia di Belluno”, approvata a larghissima maggioranza (con il solo voto contrari di Raffaele Grazia, Fp) e frutto di tre diverse iniziative legislative, una a firma dei tre consiglieri regionali bellunesi Dario Bond, Sergio Reolon e Matteo Toscani, una del Pd con primo firmatario sempre Reolon e uno del consigliere della Sinistra veneta Pietrangelo Pettenò, la Regione Veneto pone il primo mattone della realizzazione della ‘specificità’ sancita dall’articolo 15 dello Statuto regionale, in vigore già da 2 anni. A vantaggio dei comuni “interamente montani” (il cui territorio si sviluppa sopra i 600 metri di altitudine) la legge prevede norme di semplificazioni per i pubblici esercizi e i servizi, come l’istituzione dello sportello unico comunale per le imprese, il riconoscimento di esercizi commerciali polifunzionali, una classificazione più flessibile degli alberghi e in particolare dell’albergo diffuso, il recupero dei terreni incolti o abbandonati, la gestione associata di boschi e foreste, tempi più rapidi per il riconoscimento della qualificazione energetica degli edifici. Ma soprattutto introduce una “premialità montana” nella concessione di sussidi, contributi e sovvenzioni a cittadini ed enti e sancisce il criterio del riconoscimento delle “caratteristiche geomorfologiche del territorio” nei piani di riparto della spesa sanitaria, della spesa sociale e nella parametrazione dei costi e dei fabbisogni standard. Ritorna quindi il cosiddetto ‘differenziale montagna’ che in passato aveva guidato la suddivisione territoriale della spesa sanitaria tra le diverse aree venete, in modo da correggere il maggior costo dei servizi offerti in zone montane, disagiate e a bassa densità abitativa . Oltre a semplificazioni ed agevolazioni per le aree montane, la legge introduce il riconoscimento di particolari forme di autogoverno per la Provincia di Belluno, che acquista poteri e risorse in materia di politiche transfrontaliere, minoranze linguistiche, governo del territorio, risorse idriche ed energetiche, viabilità e trasporti, forestazione, caccia e pesca, sostegno e promozione delle attività economiche, agricoltura, turismo e tutela del paesaggio. La provincia montana e gli enti locali bellunesi avranno anche potestà regolamentare e sanzionatoria. “In via prudenziale –calcola Bond– si può stimare che il trasferimento di competenze alla provincia di Belluno valga circa 20 milioni di euro. La Regione, inoltre, rinuncia a metà del gettito dei canoni idrici lasciando che la Provincia di Belluno ne incameri l’intero introito, pari a circa 15 milioni di euro l’anno. La manovra complessivamente – hanno evidenziato i tre consiglieri regionali bellunesi – non prevede esborsi aggiuntivi a carico del bilancio della Regione e, anche se non consentirà di colmare il divario con le contigue regini a statuto speciale, permetterà comunque di creare un consistente volano di sviluppo per l’economia bellunese. Il percorso di trasferimento di competenze e risorse prevede entro i primi 60 giorni dall’entrata in vigore della legge la ricognizione da parte della Giunta delle funzioni da devolvere. Entro 180 giorni dall’approvazione della legge la Regione stabilirà quali funzioni rimangono in capo all’amministrazione centrale e quali trasferire alla Provincia bellunese. Il trasferimento, previe intese interistituzionali, dovrà avvenire entro 12 mesi. E’ prevista inoltre una ‘clausola valutativa’ che impegna la Giunta a relazionare al Consiglio sullo stato di applicazione della legge e sugli eventuali correttivi da apportare. La discussione e l’approvazione della norma, che rende il Veneto la prima regione a statuto ordinario a dotarsi di un provvedimento specifico di riconoscimento di autonomia amministrativa alla montagna, è stata seguita da una nutrita rappresentanza di sindaci e di rappresentanti delle associazioni di categoria del Bellunese, che, con il documento unitario sottoscritto dal Tavolo dell’economia bellunese, avevano sollecitato il Consiglio ad anticipare entro fine 2015 il termine per trasferire le competenze (e le relative risorse) alla provincia montana. La delegazione era guidata da Giacomo Deon Presidente di Confartigianato Belluno e dal VicePresidente della Confartigianato Imprese Veneto Soffiro Fontana che dopo la positiva conclusione dell’iter hanno dichiarato: “una giornata storica resa possibile da una convergenza di intenti di tutti i soggetti della Società Civile bellunese ma soprattutto da un lavoro di squadra straordinario dei tre consiglieri regionali bellunesi Bond Reolon e Toscani che hanno convinto il Consiglio Regionale ad impegnarsi su questo progetto”.