CONSIGLIO VENETO ISTITUISCE AFFIDO ANCHE PER ANZIANI E ADULTI IN DIFFICOLTÀ
In Veneto l’istituto dell’affido potrà essere applicato anche agli anziani. E’ diventata legge la proposta presentata cinque anni fa da Stefano Valdegamberi (Futuro Popolare) e sottoscritta da consiglieri Pd, Udc, Lega e gruppo misto. Il provvedimento, approvato dal Consiglio regionale del Veneto in una forma semplificata rispetto alla proposta iniziale, tutela il diritto degli anziani e degli adulti in situazione di difficoltà a rimanere nel proprio ambiente di vita e ad essere sostenuti nella vita quotidiana da persone, famiglie o associazioni disponibili a prendersene cura, sotto il controllo della rete sociale dei servizi dell’ente pubblico. Le forme di affido potranno essere diversificate (dal piccolo aiuto domestico sino alla convivenza) e dovranno essere regolate da successivi provvedimenti della Giunta regionale che dovranno specificare, a tutela di entrambe le parti, i requisiti degli affidatari, gli schemi contrattuali, gli standard del servizio, le procedure di attivazione, i percorsi formativi e le modalità di controllo. La Giunta dovrà emanare i provvedimenti applicativi entro 90 giorni. In Veneto l’esperienza dell’affido di persone adulte e anziane è stata sinora attuata in via sperimentale dall’associazione “Anziani a casa propria” che, grazie alla casistica sinora raccolta, ha messo a punto regole, modalità e uno schema di atto di impegno tra affidatario e affidato. Tra le regioni italiane lo strumento dell’affido per adulti e anziani è stato sperimentato in Emilia Romagna. “L’attuale sistema del welfare sta rapidamente volgendo al collasso –ha spiegato il relatore Stefano Valdegamberi- soprattutto perché è sempre più insostenibile finanziariamente. C’è bisogno di superare la risposte tradizionali della casa di riposo, delle badanti per ricostruire la comunità, le relazioni, il mutuo aiuto. E’ partendo da queste considerazioni che è stata proposta l’istituzione dell’affido dell’anziano e delle persone in difficoltà, sulla scorta delle esperienze di affido familiare, individuale o comunitario già sperimentate con successo con i minori. Questo provvedimento è destinato a cambiare l’impostazione dei servizi di assistenza per gli anziani e le persone in difficoltà privilegiando un approccio innovativo e più umano, volto a conservare per il maggior tempo possibile l’autonomia delle persone sole e in difficoltà, ridando loro in via temporanea il calore di una famiglia”. In Veneto ci sono un milione di ulltra65enni e di questi 120-150mila vivono soli, 30 mila vivono in casa di riposo, 2-3 mila si avvalgono dei centri diurni. Lo strumento dell’affido, che con questa legge entra nella programmazione sociosanitaria, offre una nuova risposta di prossimità e di comunità che potenzierà le capacità della società di farsi carico dei soggetti più deboli. “E’ impensabile che le case di riposo riescano ad offrire una risposta al consistente invecchiamento della popolazione: Basti pensare che il 50 per cento delle neonate di oggi è destinato a superare i cento anni”, ha aggiunto Piero Ruzzante, del Pd. “Grazie a questa legge può nascere una nuova forma di gestione sussidiaria dei servizi assistenziali – ha messo in evidenza Diego Bottacin (misto) – anche se la formula semplificata adottata dal Consiglio per riuscire ad approvare il provvedimento ha di fatto demandato alla Giunta il lavoro complesso e difficile di definire le modalità applicative”. “L’affido deve diventare la terza colonna del sistema veneto del welfare”, ha proposto Dario Bond (Forza Italia per il Veneto), chiedendo che il bilancio regionale 2015 riservi a questo istituto idonee risorse e “marcando a vista” la Giunta nell’adozione degli atti attuativi.