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Coronavirus, nuovo Dpcm. Bonomo: “Inaccettabili la riapertura il 1° giugno di acconciatori ed estetisti e la mancanza di coerenza sul manifatturiero”

27 aprile 2020
Palazzo Chigi, foto di jimmyweee da Wikipedia

“Siamo esterrefatti. La modalità della conferenza stampa notturna, quasi indecifrabile, un Dpcm che rimanda l’apertura dell’acconciatura estetica di altri 35 giorni in modo incomprensibile ed inaccettabile di fronte a serie proposte sulla sicurezza avanzate dalla nostra organizzazione, una mancanza di coraggio nell’autorizzare la ripartenza del manifatturiero (moda, mobili e metalmeccanica) di un’altra settimana anche di fronte ad un documento Inail che ne certifica il basso rischio”.

“Il passaggio di ieri sera del Governo ci ha profondamente delusi e preoccupati anche per le crescenti tensioni sociali”. Lo afferma Agostino Bonomo, presidente della Confartigianato Imprese Veneto.
“Il rinvio alla riapertura di acconciatori e centri estetici – sostiene Bonomo – è il primo elemento inaudito e insopportabile. Il comparto che in Veneto consta di 12.128 imprese artigiane e 24.214 addetti ha elaborato e presentato proposte dettagliate su come tornare a svolgere queste attività osservando scrupolosamente le indicazioni delle autorità sanitarie su distanziamento, dispositivi di protezione individuale pulizia, sanificazione. Proposte che penalizzano fortemente le possibilità di ricavo, ma siamo consapevoli della loro necessità, per ora. Non abbiamo ricevuto alcuna risposta. E ora non accettiamo ulteriori limitazioni e questa incomprensibile dilazione per queste nostre attività. Del resto, al 1° giugno cosa potremo fare di più rispetto ad oggi in termini di sicurezza? Si può far stare fermi, con costi continui e ricavi azzerati per gli interi mesi di marzo, aprile, maggio? No, perdiamo solo in regione 89 milioni di euro e sino a 4mila posti di lavoro. Finora siamo stati alle regole, ma la prospettiva di un altro mese e più di fermo obbligato non l’accettiamo”.
“Il secondo elemento che ci porta ad un giudizio negativo sulle scelte del Governo – prosegue il presidente – è alla mancanza di coraggio sul manifatturiero, un esercito di quasi 21 mila imprese artigiane che occupano 87.844 addetti solo in Veneto, al quale l’Inail ha dato un giudizio di bassa pericolosità di questi luoghi di lavoro. Nonostante questo nulla compare nel Dpcm sulla possibilità di riaprire subito le filiere strategiche del made in Italy, cosi fondamentali per il mondo della piccola impresa veneta.

Il Settore Benessere

Confartigianato ha calcolato che l’effetto combinato di mancati ricavi a causa della chiusura e della concorrenza sleale degli abusivi nei mesi di marzo, aprile e maggio causerà alle imprese di acconciatura e di estetica del Veneto una perdita economica di 88,7 milioni di euro (1.078 a livello nazionale), pari al 18,1% del fatturato annuo. Sarà molto difficile evitare ripercussioni sull’occupazione: i mancati ricavi mettono a rischio il lavoro di 4mila addetti pari al 16,6% di quelli in forza oggi (49mila in Italia).