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Cosa abbiamo in agenda

di Gianluca Cavion presidente Confartigianato Imprese Vicenza

Guardare avanti senza dimenticare quello che ci siamo appena lasciati alle spalle. È il compito della nostra associazione in questo momento, consci del fatto che assistiamo e rappresentiamo le imprese di un territorio trainante per l’economia non solo regionale, ma anche nazionale. Lo hanno testimoniato, di recente, numeri come quelli che hanno assegnato all’Italia per il 2021 un primato di crescita (11,5%) superiore a quello di Germania, Francia e Spagna, con il Nordest a oltre 100 miliardi di valore aggiunto industriale (13,6%), grazie anche alla modernizzazione favorita dal Piano Industria 4.0. 

Tale tendenza sembra esser proseguita (attendiamo i dati definitivi) anche nell’anno che ci siamo lasciati alle spalle, un 2022 in cui non sono mancati fatti di grande rilievo con evidenti contraccolpi (guerra in Ucraina, aumento dei prezzi delle materie prime, crisi energetica, inflazione) ed è nato il nuovo Governo. 

Senza mai perdere di vista i fatti contingenti, come Confartigianato vicentina abbiamo però il dovere di allargare lo sguardo anche oltre, di immaginare un futuro al quale le nostre aziende devono giungere preparate. Per questo sono state individuate alcune linee di intervento associativo, attorno a sei temi che riteniamo centrali.

Sono temi che da un lato considerano lo scenario “esterno” nel quale ci muoviamo, dall’altro riguardano l’organizzazione delle imprese, con aspetti che si intrecciano fra loro. Vediamoli.

In primo luogo, va attentamente considerata la “doppia transizione”, quella digitale e quella ecologica, che si accompagna all’esigenza della sostenibilità, soprattutto in tema di energia. 

C’è poi il capitolo del “capitale umano”, il che significa affrontare la sfida delle competenze, specie attraverso lo strumento della formazione, e quella del mercato del lavoro, dove domanda e offerta spesso non coincidono, puntando ancor più su azioni di orientamento professionale.

Tante nostre aziende devono anche misurarsi con la “questione demografica”, ovvero dell’età del titolare, e vanno perciò accompagnate nel garantire la continuità d’impresa.

Vasto è poi il campo d’azione riguardante l’innovazione organizzativa nelle aziende, i processi delle aggregazioni (reti) e i rapporti di filiera, per supportare la crescita delle attività.

Tenuto poi conto della nostra vocazione all’export, vanno ulteriormente incentivati i processi di sviluppo commerciale, l’internazionalizzazione delle imprese, la valorizzazione del Made in Italy.

Infine, dobbiamo guardare al territorio come leva di competizione, mantenendo vivo il rapporto con le Istituzioni.

Come siamo arrivati a definire queste sei direttrici di attività associativa?

Innanzitutto, non c’è dubbio che un tema ‘caldo’ resterà quello dei costi delle forniture energetiche, il che impone al Paese un piano strategico di minore dipendenza e suggerisce a imprese e famiglie di accelerare la prospettiva di autonomia energetica, almeno parziale, attraverso l’autoconsumo, le comunità energetiche, l’efficientamento e una vera cultura del risparmio.

Abbiamo poi l’esigenza di riordinare le filiere produttive: favorire reti di fornitura meno lunghe, più sicure, più governabili, per una provincia leader nella manifattura come Vicenza vuol dire definire patti di collaborazione sia in chiave strategica che “difensiva”. E ciò vale per le imprese di ogni dimensione, perché i cambiamenti nella domanda e nei diversi mercati impongono scelte produttive e commerciali consapevoli della sfida in corso.

Quanto alla voce “competenze e mercato del lavoro”, la carenza sia di manodopera che di qualifiche adeguate ai cambiamenti tecnologici e nella sostenibilità, già oggetto di preoccupazione e interventi, suggerisce un’azione più incisiva e strutturata a difesa delle aspettative delle imprese, sull’orientamento scolastico e professionale, e l’esigenza d’una maggiore conoscenza delle nostre aziende da parte di scuole e famiglie. Le proiezioni demografiche, inoltre, impongono strumenti per la continuità aziendale.

C’è però una grande opportunità rispetto al passato, ossia tutti gli strumenti di finanziamento europeo (PNRR, fondi strutturali e d’investimento, Piani Operativi Nazionali PON e Regionali POR) che includono il Fondo Sociale Europeo (FSE) volto a promuovere istruzione, formazione e qualità del lavoro. Per sfruttarli, servirà un ulteriore salto di qualità operativa nel supporto alle imprese quanto a progettazione, promozione di partnership, dotazione di strumenti adeguati. 

Ancora, le risorse comunitarie puntano più che in passato anche ai Comuni e alle loro aggregazioni, e non bisognerà farsi trovare impreparati; senza dimenticare che altre risorse vanno verso la transizione digitale e la sostenibilità, temi sui quali si è concentrata l’attività di Confartigianato creando centri di competenze.

In ambito politico, per il Paese pare esserci una prospettiva di stabilità governativa: auspichiamo perciò un riordino delle politiche pubbliche (piani industriali e infrastrutturali, aiuti alle imprese, difesa del Made in Italy, oltre a giustizia e fisco) e dell’assetto istituzionale (presidenzialismo, autonomia differenziata, ritorno delle province, semplificazioni). 

Quanto alle organizzazioni di rappresentanza, come Confartigianato, esse devono tornare a svolgere un ruolo propositivo in chiave strategica e non solo di “aggiustamenti”, come è toccato fare fin qui.

Al proposito, va ricordato che Confartigianato Vicenza è socia di Confartigianato nazionale e del Veneto.  Il rapporto con la Federazione, nella quale Confartigianato Vicenza esprime un vicepresidente e nella quale autorevoli professionalità sono cresciute nel nostro ambito, è costante e autorevole. Confartigianato Vicenza presidia inoltre tutti i tavoli istituzionalied è riferimento sulle tematiche dell’energia, dei rifiuti, dell’orientamento scolastico e professionale, dell’area mercato (digitale, sostenibilità e categorie).

Guardando al sociale, l’attività del nostro CAAF è stata meglio raccordata all’attività dell’INAPA e dell’ANAP, realizzando una vera e propria “Area Persone”. Sono stati avviati e sperimentati con le ULSS vicentine nuovi servizi (medicina a distanza e collaborazione con Sani.In.Veneto). È stata rilanciata la presenza di Confartigianato nelle diverse iniziative intercomunali (IPA, Associazione dei Comuni; Comunità Montane e GAL) e tenuto vivo il rapporto coi Comuni più significativi per dimensione di abitanti in tema di mobilità sostenibile. Ci sono poi margini di crescita nel supporto alla nascita di imprese basato su apporti delle Amministrazioni comunali. E tanto altro ancora abbiamo in agenda.

Tornando al quadro generale, appare significativo riportare alcune frasi che sembrano pronunciate da un qualche nostro dirigente, e invece appartengono alla premier Giorgia Meloni. Eccole: “Perché tutti gli obiettivi di crescita possano essere raggiunti, serve una rivoluzione culturale sul rapporto fra Stato e sistema produttivo, che deve essere paritetico e di reciproca fiducia. Oggi chi ha la forza e la volontà di fare impresa in Italia va sostenuto e agevolato, non vessato e guardato con sospetto. Perché la ricchezza la creano le imprese con i loro lavoratori, non lo Stato tramite editto o decreto. E allora il nostro motto sarà: ‘Non disturbare chi vuole fare’”.

Noi la prendiamo in parola, presidente Meloni: pronti non solo a verificare l’operato del Governo sui temi che riguardano le imprese, ma anche a fornire il nostro contributo in termini di proposte, come del resto Confartigianato ha sempre fatto.