Credito d’imposta nel Decreto Rilancio per il settore tessile e moda. Bortolotto: “Valutazione complessivamente positiva, pur con alcune criticità”
17 settembre 2020
La categoria Moda di Confartigianato Imprese Vicenza valuta positivamente le due misure inserite nel Decreto Rilancio dedicate al comparto, non senza rilevare qualche criticità che possono essere superato in fase di provvedimenti attuativi.
La prima misura prevede l’erogazione di contributi a fondo perduto riconosciuti nella misura massima del 50% delle spese ammissibili, nel limite di 5 milioni di euro per l’anno 2020 per sostenere, a livello nazionale, le imprese del tessile, della moda e degli accessori con particolare riguardo alle start-up che investono nel design e nella creazione ed allo scopo di promuovere i giovani talenti dei medesimi settori che valorizzano prodotti Made in Italy di alto contenuto artistico e creativo.
La seconda, più attesa dalle imprese, riguarda la Concessione di un credito d’imposta per contenere gli effetti negativi sulle rimanenze finali di magazzino nei settori contraddistinti da stagionalità e obsolescenza dei prodotti, nell’industria tessile e della moda, della produzione calzaturiera e della pelletteria. Un contributo nella forma di credito d’imposta nella misura del 30 % del valore delle rimanenze finali di magazzino eccedente la media del medesimo valore registrato nei tre periodi d’imposta precedenti a quello in corso alla data di entrata in vigore del DPCM del 9 marzo 2020.
“Se la valutazione della misura Art. 48 bis è complessivamente positiva – commenta Luca Bortolotto, presidente della categoria Moda di Confartigianato Imprese Vicenza-, rimangono delle criticità proprio riferite l’utilizzo da parte delle piccole imprese che nel nostro territorio sono prevalentemente conto terziste e quindi non toccate dalla misura. Di fatto è una misura rivolta ad imprese strutturate. Infatti si fa riferimento, come strumento di certificazione della consistenza delle rimanenze di magazzino, al bilancio certificato che significa società soggette a revisione legale dei conti e quindi con collegio sindacale (in pratica srl o spa). Tutte le altre, quindi, devono provvedere alla certificazione delle rimanenze tramite di una società di revisione “esterna”.
In conclusione per Bortolotto “Gli strumenti, per quanto valutati positivi non sono sufficienti a sostenere le imprese a affrontare la ripartenza post-COVID. I criteri per la corretta individuazione dei settori economici in cui operano i soggetti beneficiari del credito d’imposta, le modalità e i criteri di attuazione dell’Articolo 48 bis, anche al fine del rispetto del limite di spesa, saranno stabiliti con decreto del Ministro dello Sviluppo Economico di concerto con il Ministro Dell’economia e delle Finanze. Auspichiamo, perciò, che i provvedimenti attuativi che saranno emanati siano anche a misura anche di piccola impresa”.