CRESCE L’EXPORT ARTIGIANATO VENETO: TIMORI PER L’EFFETTO CRISI NORDAFRICA
26/02/2011CRESCE L'EXPORT ARTIGIANATO VENETO: TIMORI PER L'EFFETTO CRISI NORDAFRICA Nel 2010 il fatturato nell'export del comparto artigiano veneto è cresciuto dell' 1,8%, e la crescita dovrebbe leggermente aumentare quest'anno, arrivando al 2,3%. "Il condizionale è d'obbligo -commenta Claudio Miotto, Presidente Confartigianato del Veneto- in quanto la crisi in atto nei più importanti Paesi del Nordafrica rischia seriamente di influenzare al ribasso queste stime proprio quest'anno in cui i territori a sud del mediterraneo iniziavano ad essere partner commerciali di rilevo anche per le imprese artigiane venete. Resta comunque, dato che gran parte degli artigiani esportatori guardano all'Europa", il dato molto positivo che vede per il 2011 ben il 14,7% di imprese in più dell'anno scorso fare previsioni positive, per quanto riguarda l'export: si prevede un aumento di fatturati, di ordini, di produzione. E le imprese artigiane che esportano dovrebbero avere un andamento migliore di quelle che si rivolgono al solo mercato interno".Dati e previsioni sono contenuti nel settimo rapporto su "La piccole imprese venete di produzione e i rapporti con l'estero" della Confartigianato del Veneto, redatto in collaborazione con AES.Dal rapporto emerge che oltre il 50% (il 53%, per l'esattezza) dell'export delle imprese artigiane venete ha come mercato di sbocco l'UE a 15; pesano meno l'Ue a 27 (14,1%) e i Paesi europei extra comunitari (13,5%), l'America (8,1%) e il Medio Oriente/ Asia (5,9%). I mercati di sbocco più importanti restano dunque quelli tradizionali, con l'Europa in testa.Nel 2010 a guidare la ripresa dell'export, tra le imprese artigiane, è stato il settore dei prodotti in metallo (oreficeria, strutture metalliche, cisterne, radiatori, ecc.), più 20,3%, seguito da chimica, plastica e vetro (più 20,6%). Male invece l'export di mobili e legno (meno 8,8% nel 2010), stazionaria la meccanica (più 0,8%). Quest'ultima, però, nel 2011 dovrebbe mettere a segno un incremento del 20,0%.Se per ordini, produzione e fatturato è previsto un andamento positivo, rispetto all'anno scorso, altrettanto non si può dire per l'occupazione, che sembra destinata a non subire variazioni. Mentre andrà meglio per gli investimenti: più 5,5% quelli già programmati, che però potrebbero crescere di un altro 8%.A fare la parte del leone, nell'export artigiano, è poco più del 21% delle aziende, che fatturano più del 50% del totale delle esportazioni del comparto. Mentre per quasi il 40% delle imprese esportatrici, l'incidenza sul fatturato non arriva al 10%. Più delle metà, comunque, gestisce direttamente l'attività di esportazione, mentre pesano meno i distributori locali (21,3%) e le società specializzate (19,4%). Il 29,3%delle imprese che esportano ha più di 10 addetti, il 40,4% è tra i 6 e 10."L'export -conclude Miotto- sembra l'unica vera strategia che le imprese artigiane venete hanno per uscire dalla crisi e attuare nuove politiche di crescita. E in un contesto economico generale con una domanda interna che stenta a ripartire, sia sul versante privato che pubblico, le esportazioni e la scoperta di nuovi mercati sono la grande opportunità per rilanciare l'economia del territorio".Dati con elaborazione AES