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DAL «RAPPORTO ARTIGIANATO VICENTINO 2007» EMERGE IL QUADRO DI UN SETTORE ANCORA SOLIDO CHE SI AFFACCIA ALLA RIPRESA

19/06/2007DAL «RAPPORTO ARTIGIANATO VICENTINO 2007» EMERGE IL QUADRO DI UN SETTORE ANCORA SOLIDO CHE SI AFFACCIA ALLA RIPRESAAl Centro Congressi dell'Associazione Artigiani di Vicenza è stato presentato il "Rapporto Artigianato Vicentino 2007", dedicato quest'anno al tema "Vicenza a confronto con Veneto e Italia". Giunto alla sua sesta edizione, il Rapporto mette a fuoco lo stato del comparto artigiano dal punto di vista strutturale e congiunturale, attraverso la presentazione di un originale modello di analisi. L'artigianato provinciale viene così presentato nelle sue caratteristiche fondamentali e nella sua evoluzione, comparandolo con il resto dell'economia locale, con la più ampia dimensione regionale e, da quest'anno, anche con l'andamento a livello nazionale, grazie a una collaborazione "di sistema" tra i Centri Studi della Confartigianato. L'edizione 2007 del Rapporto è arricchita poi da 13 agili pubblicazioni, chiamate StArt, complete di tutti i dati dell'artigianato con dettaglio comunale. In questo modo, ogni Mandamento della provincia ha un nuovo mezzo di dialogo con le istituzioni locali, per far conoscere l'artigianato ancora più a fondo, Comune per Comune, categoria per categoria, e individuare dunque le politiche di sviluppo territoriale più calibrate. Alla presentazione del Rapporto sono intervenuti Agostino Bonomo, vicepresidente dell'Assoartigiani vicentina, Luca Paolazzi de "Il Sole 24 Ore", Lorenzo Ciapetti e Alessia Bernardi del Centro di Ricerca Antares di Forlì, Christian Caleari dell'Ufficio Studi Assoartigiani Vicenza, Andrea Saviane del Centro Studi e Comunicazione della Confartigianato del Veneto ed Enrico Quintavalle dell'Ufficio Studi Confartigianato nazionale.Cosa emerge, in sintesi, dallo studio?Che anche a Vicenza, come in generale nel Veneto, il 2006 è stato un anno di inversione di tendenza. Domanda e fatturato dell'artigianato hanno ripreso a crescere, seppur a ritmi ridotti. Il clima di fiducia positivo è testimoniato da una lieve ripresa anche degli investimenti. Solo l'occupazione mostra ancora un andamento incerto, comunque in miglioramento rispetto alle annate nere del 2004 e 2005. In ripresa anche il fatturato derivante dall'export: circa un'impresa artigiana su tre ha oggi stabili rapporti commerciali oltre confine.In regione, come a Vicenza, le imprese con più di 10 addetti contribuiscono maggiormente alla crescita: l'artigianato, costituito per la maggior parte da micro-imprese che occupano mediamente 4 dipendenti, sembra dunque essere pronto a riprendere il cammino di crescita, ma appare ancora "in attesa del testimone". Il fenomeno di ripresa lenta e differita rispetto al sistema non è nuovo ed è spiegabile con la forte interconnessione tra mondo dell'artigianato e sistema-impresa nel suo complesso. La inevitabile dinamica di selezione del tessuto economico, soprattutto nei confronti di imprese meno attrezzate di fronte alla nuove sfide, ha indotto anche riposizionamenti nelle filiere all'interno di alcuni comparti, aumentando la forbice tra imprese "marginali" e imprese "eccellenti" capaci di ritrovare efficienza e competitività. Insomma, il rallentamento degli ultimi anni si è fatto sentire, ma il comparto ha saputo reagire con il carattere di sempre: la crisi ha insegnato che la concorrenza sul prezzo non paga più, questo è certo. Si rileva dunque un deciso orientamento verso produzioni di nicchia o di alta qualità, verso valori "immateriali" come il servizio post-vendita e l'innovazione tecnologica: un esempio è dato dalla crescita delle imprese che producono tecnologie della informazione e della comunicazione (ICT), aumentate mediamente di quasi un punto e mezzo percentuale nel 2006.Una provincia, quella vicentina, da sempre e ancora oggi "primatista del fare", nel Veneto e in Italia: oltre il 55% del valore prodotto dall'artigianato vicentino deriva dal manifatturiero e oltre la metà della ricchezza derivante dall'intera manifattura provinciale è prodotta proprio da piccole imprese sotto i dieci dipendenti. Per questo è fondamentale che il testimone della ripresa, al più presto, giunga e stabilmente rimanga nelle mani di questo diffuso comparto dell'economia del territorio.Per quanto riguarda i settori, il 2006 ha registrato una contrazione in termini di tassi di sviluppo del settore Moda, dell'Oro, del Legno, della Concia, della Grafica, dei Riparatori d'Auto e dei Trasporti. Cresce invece il numero di imprese della Meccanica, dell'Edilizia e degli Installatori di Impianti, degli Alimentari, delle Arti Sanitarie e dei Servizi di Estetica. Il risultato finale generale è di sostanziale stabilità.Aumentano progressivamente le imprese costituite in società di persone e di capitali, pari a livello provinciale a quasi il 30% del totale e sono in crescita anche le imprese guidate da imprenditori stranieri, pari al 3,1% (8 su 10 sono extracomunitari), un contributo all'integrazione da parte dell'artigianato da non sottovalutare.Sono dunque ancora solidi i fondamentali dell'artigianato vicentino: quasi 27.000 aziende, con un irrisorio calo di 46 unità rispetto al 2005, oltre il 35% del totale delle imprese vicentine con occupati più di un quinto degli addetti provinciali (80.552 addetti, il 14% della popolazione attiva) e quasi un quinto dell'intero valore prodotto dall'economia provinciale (Vicenza è la dodicesima provincia in Italia per incidenza dell'artigianato sul prodotto totale e presenta un indice di "vocazione artigianale" superiore del 30% rispetto alla media italiana). Grazie al contributo determinante dell'artigianato, dunque, Vicenza si colloca al 37° posto in Unione Europea per la ricchezza prodotta per abitante. Sono record che ancora oggi caratterizzano questa provincia e che necessitano di grandi sforzi per essere difesi: le imprese stanno facendo la loro parte, ora si attende che anche le politiche per le imprese non ne rallentino lo slancio, ma ne accompagnino lo sforzo. Partendo, magari, proprio dall'analisi dei significativi dati contenuti in questo Rapporto 2007.