Decreto Sostegni, Cavion (Confartigianato Vicenza): “Ancora una volta le imprese non sono al centro delle politiche di governo”
“Non mi pare che questo Decreto abbia fatto passi decisivi e coraggiosi superando scelte del passato che appartengono alle inaccettabili spartizioni partitiche”
20 marzo 2021
Dopo l’annuncio di ieri, venerdì 19 marzo, del presidente del Consiglio Mario Draghi sul tanto atteso Decreto Sostegni ecco la reazione del presidente degli artigiani vicentini.
“In questo anno di sconvolgimento dovuto alla pandemia abbiamo messo sempre, e come è giusto, la salute al primo posto non smettendo mai, al contempo, di sottolineare quanto la tenuta del sistema produttivo debba essere al centro delle scelte per garantire una ripresa dell’economia – dichiara Gianluca Cavion, presidente di Confartigianato Imprese Vicenza -. Non mi pare che questo Decreto nel suo complesso abbia fatto passi decisivi e coraggiosi superando scelte del passato che appartengono alle inaccettabili spartizioni partitiche. Dall’analisi fatta dai nostri esperti emergono luci ed ombre. Aspetti positivi sono da considerare l’eliminazione del riferimento ai codici ATECO, il rinvio al 2022 delle segnalazioni all’OCRI da parte dell’agenzia delle entrate, il pagamento delle sole imposte per quanto concerne gli avvisi bonari, il rifinanziamento degli esoneri contributivi”.
Rimane però aperto un quesito: nel complesso del provvedimento ci si è concentrati sulla tenuta del sistema produttivo?
“È qui che si scorgono le molteplici ombre – continua Cavion -. Le risorse sono insufficienti e i calcoli tecnici delle percentuali, delle mensilità, delle aliquote, portano sempre al solito risultato. Poche risorse che probabilmente consentiranno di pagare solo una piccolissima parte dei costi fissi delle imprese che hanno subito chiusure o rallentamenti di mercato molto significativi. Poi un’altra, l’ennesima, piattaforma per l’erogazione dei sostegni con una ‘bella’ autocertificazione nell’attesa magari di controlli a valle. Lo Stato sa tutto delle imprese, in particolare ora con la fatturazione elettronica. Perché aggiungere altra burocrazia e non studiare, e realizzare, un sistema automatico per l’erogazione? Sono stati poi assicurati tempi da record (ci ricordiamo bene cosa è successo in passato) aspettandosi che in pochi giorni lavorativi gli intermediari possano gestire una mole di richieste che si annunciano copiose. Inoltre, nel momento in cui si devono fare scelte drastiche sulle colorazioni delle Regioni per motivi sanitari e di conseguenza si chiudono le scuole, non era il caso di studiare delle modalità di vero aiuto alle donne lavoratrici che devono stare a casa con i bambini e non possono lavorare? In alcuni settori, come ad esempio quello della moda, questo fenomeno è molto accentuato e si stanno perdendo delle opportunità in mercati esteri già in forte contrazione”.
“Infine – conclude Cavion – il Decreto è stato chiamato ‘sostegno’. Ma confermando il cashback e le copiose risorse che assorbe, la concentrazione dei denari sui mancati licenziamenti e non sulle assunzioni, il fallimento degli inutili navigator, il fallimento dell’assistenzialista reddito di cittadinanza gravato in parte abnorme da un’indebita percezione e che ha aggravato il fenomeno del lavoro sommerso, siamo proprio sicuri che si voglia puntare a sostenere chi il PIL lo produce cioè le imprese e il loro lavoro? A noi qualche dubbio viene. Probabilmente dovremmo riporre le nostre speranze sugli annunciati stanziamenti nel DEF che se non ricordo male è dopo l’estate”.