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DICHIARAZIONE “EMISSIONI ZERO” SUI GAS FLUORURATI AD EFFETTO SERRA

Sbalchiero: “Nuova sciocchezza burocratica che aumenta la lontananza tra imprese e Stato”

Il prossimo 31 maggio scadrà, per il secondo anno dalla sua introduzione, il termine per inviare al Ministero dell’Ambiente, per il tramite dell’Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione Ambientale (ISPRA)  la dichiarazione sui gas fluorurati ad effetto serra di cui all’articolo 16, comma 1, del DPR n. 43/2012. Da quest’anno, oltre ai dati anagrafici dell’operatore (impresa, ente o cittadino proprietario) e quelli relativi all’impianto ed alla sua ubicazione, la dichiarazione prevede l’invio aggiuntivo di una serie di dati tecnici relativi ai quantitativi di f-gas immessi in atmosfera nel corso del 2013, sulla base del registro d’impianto
“Come spesso accade, purtroppo, il legislatore italiano non ha mancato l’occasione per complicare inutilmente la vita di decine di migliaia di imprese, solo in Veneto –la denuncia arriva da Giuseppe Sbalchiero, Presidente di Confartigianato Imprese Veneto- che spiega: “la suddetta dichiarazione di immissione di gas in atmosfera, infatti, va necessariamente fatta anche nel caso di “emissioni zero, cioè quando l’impianto non abbia subito alcun rabbocco di gas nel corso del 2013 e quindi non via sia stata alcuna emissione in atmosfera di f-gas”.
“Si tratta di una situazione paradossale –prosegue il Presidente- che abbiamo avverso fortemente. E’ infatti l’ennesimo caso di “mostruosità burocratica” gravante sulle imprese. Decine di migliaia quelle artigiane venete in possesso di impianti di refrigerazione (banchi frigo, celle frigorifere e simili), di condizionamento d’aria, di pompe di calore, di macchine per il lavaggio a secco, nonché di sistemi fissi di protezione antincendio installati in edifici pubblici e privati che abbiano almeno 3kg di gas fluorurati (f-gas), soggette all’obbligo di dichiarazione”.
“Stiamo insistendo con la competente Direzione del Ministero dell’Ambiente perché sia stralciato questo obbligo assurdo –spiega Sbalchiero- ma non solo. Abbiamo espresso l’esigenza di alzare la soglia dimensionale degli impianti soggetti a dichiarazione, analogamente ad alcuni paesi dell’UE, al fine di ridurre la platea degli obbligati, migliorare la significatività dei dati trasmessi e diminuire il carico burocratico. Non vorremmo infatti ritrovarci come con il Sistri, con una piattaforma on line (l’invio della dichiarazione può avvenire unicamente tramite il collegamento al seguente sito web: http://www.sinanet.isprambiente.it) non in grado di supportare un numero elevato di accessi”.
“Non si tratta di un problema banale- conclude Sbalchiero-. Le sanzioni per gli inadempienti (benché solo amministrative) sono cospicue e vanno, infatti, da 1.000 a 10.000 Euro. Il rischio di avere migliaia di soggetti sanzionabili è elevato in particolare tra le micro imprese ed i lavoratori autonomi”.