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Dichiarazione Sabrina Pozza (presidente del Movimento Donne Impresa Confartigianato Vicenza) in occasione dell’8 marzo

“Si fa sempre più urgente e indispensabile che la voce delle donne venga amplificata. La vera sfida è creare un contesto sociale e strutturale che permetta alle donne di scegliere liberamente come realizzarsi senza il peso del giudizio e la pressione di stereotipi. Dalle statistiche del Censis l’Italia risulta il penultimo paese, davanti solo alla Romania, per il tasso di attività femminili nel 2021 con il 55,4%. È una arretratezza che come Paese non possiamo più permetterci. Se poi aggiungiamo anche il calo delle nascite e il progressivo invecchiamento della popolazione la conseguenza non può che essere la contrazione della capacità produttiva delle imprese.

L’esperienza insegna che non ha fatto buon gioco alla questione demografica appoggiare solo sulle famiglie e sulle donne, l’intera attività di conciliazione. L’uscita dal paradosso impresa-maternità richiede che si cambi prospettiva iniziando a chiedersi invece quale sia il terreno comune che sostiene impresa e maternità, come nutrire questo terreno, quali interessi accomunano le due voci. Un cambio di prospettiva che potrebbe voler dire abbandonare la logica costi-benefici di interventi immediati a favore di scelte, forse meglio semplici, ma più lungimiranti.

Servono infatti misure che davvero consentano una reale espressione personale e professionale delle donne e invertano il trend delle culle vuote. É il momento di politiche che tocchino la famiglia nel suo complesso, con strutture a supporto (asili e scuole ad esempio) che tengano conto delle mutate esigenze delle famiglie, e di percorsi di formazione che siano davvero aperti a tutti e a tutte.
Per l’economia, anche vicentina, questa è una sfida importante che tocca da vicino il futuro delle nostre imprese.  Sono queste le considerazioni da cui partire.
Nel frattempo si deve concretizzare l’operato, e per questo, Confartigianato chiede di agire sulla leva della fiscalità, prevendendo la detraibilità delle spese sostenute per l’acquisizione di servizi a supporto dei lavori di cura e conciliazione vita-lavoro. Non solo, come Gruppo Donne Impresa ci impegneremo a divulgare e promuovere la certificazione di genere e gli standard family friendly, quali importanti punti di arrivo di un lungo impegno e altrettanti punti di partenza per una trasformazione culturale non più rinviabile, aiutando anche le aziende ad accedere ai contributi che ad esempio Unioncamere ha stanziato in merito”. 

Comunicato 26