DONAZZAN: CONTINUA L’IMPEGNO SUL FRONTE DELLA SICUREZZA SUL LAVORO. L’EMERGENZA CINESE VA CONTRASTATA SEVERAMENTE
L’assessore regionale al lavoro, Elena Donazzan, ha convocato stamane a Venezia, Palazzo Balbi, sede della Giunta veneta, due tavoli di confronto distinti ma sul medesimo tema, la sicurezza sul lavoro, diventato di grande attualità per i recenti fatti di Prato. Nel primo incontro, a cui hanno partecipato i direttori generali delle Aziende Ulss del Veneto, è emerso come il frammentato quanto diffuso sistema dei controlli in azienda, in parte effettuati dai Dipartimenti per la Prevenzione delle stesse Ulss, necessiti di essere ridefinito in termini di priorità e di azioni. Donazzan si è poi confrontata con il Comitato regionale di coordinamento delle attività e prevenzione salute e sicurezza sul lavoro, allo scopo di condividere le linee strategiche di intervento tra i diversi enti pubblici competenti in materia, le parti sociali e le forze dell’ordine. In entrambi gli incontri è emersa la necessità di maggior chiarezza, di obiettivi comuni e di un più forte coinvolgimento di tutti i soggetti che possono contribuire a dare garanzie di sicurezza sul lavoro, prevedendo dure sanzioni per chi non rispetta le regole e facendo in modo che chi invece le rispetta diventi un utile alleato delle istituzioni. E’ stato evidenziato, inoltre, che per contrastare l’illegalità nell’ambito della sicurezza sul lavoro non servono ulteriori norme ma la definizione, sulla base di specifici indicatori stabiliti in sede regionale, di un metodo condiviso di lotta a questi fenomeni, nella consapevolezza che le imprese cinesi in Italia detengono il primato per la violazione delle regole. “Come confermano i diversi professionisti che con competenza svolgono un’azione di controllo nel territorio veneto – ha detto Donazzan – l’emergenza oggi si chiama ‘cinesi’. Per questo, la prossima settimana, coinvolgerò che, insieme alla nostra sono le più esposte a questo fenomeno, vale a dire la Toscana, la Lombardia e la Campania, per chiedere all’Ambasciatore di Cina in Italia di farsi carico della moralizzazione dei suoi connazionali. Il timore che l’appello possa cadere nel vuoto, non deve impedirci di denunciare la situazione ai massimi livelli nazionali ed internazionali”. “Dobbiamo far capire – conclude Donazzan – che il nostro territorio è “ostile” nei confronti di chi, violando i diritti umani, le norme e le regole civili, vive come una comunità isolata e sommersa, infliggendo colpi mortali alle nostre imprese e ai nostri lavoratori”.