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DRAMMA OCCUPAZIONE. NELL’ARTIGIANATO VENETO A GIUGNO -4,4%. PER I GIOVANI -9,5%

Sbalchiero: “Occorrono stabilità di Governo
ed una drastica semplificazione negli adempimenti”

  • -4,4% occupazione dipendente 1 semestre 2013 rispetto stesso periodo 2012;
  • il calo interessa in primis le imprese delle costruzioni (-5,6%), ma si registrano contrazioni importanti  in capo al manifatturiero (-3,7%) e terziario (-4,9%);
  • il calo interessa in misura maggiore le donne -5% che gli uomini -4%
  • i giovani tra i 19 e 29 anni (-9,5%)
  • Crollano gli under 18 (-42,6%)

L’Istituto nazionale di statistica denuncia oggi un aumento del tasso di disoccupazione italiano ed il dramma dell’occupazione giovanile. Una situazione drammatica che trova, per la prima volta, pieno riscontro anche nell’artigianato veneto. Tra giugno 2012 e giugno di quest’anno infatti, l’occupazione dipendente nell’artigianato regionale è calata del – 4,4% (pari a quasi 9mila posti di lavoro in meno). Percentuale che raddoppia per la fascia di età compresa tra i 19 e 29 anni (-9,5%). Crolla infine letteralmente per gli under 18 (-42,6%). Ad evidenziarlo è il consueto report semestrale sull’andamento dell’artigianato regionale, realizzato dalla Confartigianato del Veneto in collaborazione con BS consulting.
“E’ il secondo segnale di allarme dopo il forte calo delle imprese artigiane nei primi nove mesi di questa’anno, che non può essere ignorato dalla politica –dichiara un preoccupato Giuseppe Sbalchiero, Presidente di Confartigianato Imprese Veneto-. “Il lavoro non si crea per decreto –prosegue-, ma un contesto politico stabile e misure per rilanciare l’economia e incentivare i consumi ne favorirebbero di sicuro il rilancio. Senza dimenticare però un forte azione di semplificazione in materia di adempimenti. Le normative da rispettare per la regolarità dei rapporti di lavoro sono giunte a livelli insopportabili per la piccola impresa. Situazione aggravata dalla miriade di micro interventi operati di recente a livello legislativo come ad esempio per i contratti a termine e sull’apprendistato. Un mix capace di scoraggiare anche il più esperto dei consulenti del lavoro. Il sistema è fuori controllo –denuncia Sbalchiero- e penalizza l’entrata nel mondo del lavoro e quindi i giovani. Con questi presupporti il rischio è trovarsi, in una fase di ripresa che auspichiamo vicina, ad avere uno sviluppo senza aumento degli occupati”.
“L’importanza della semplificazione –conclude Sbalchiero- è palese se guardiamo al risultato dei benefici messi in campo dal Governo per le assunzioni a tempo indeterminato. A fronte di una grandissima attenzione da parte delle imprese per tutto ciò che è incentivato, l’utilizzo è molto al di sotto delle attese proprio per le procedure complicate, l’eccesso di regole e la burocrazia soffocante che vi sottostanno”.
Tornando alle performance dell’occupazione artigiane veneta, se si guarda al manifatturiero, è il comparto alimentare quello che perde il maggior numero di personale (-7,3%), seguito a ruota dal comparto moda dove sono penalizzate quasi solo le donne (-6%). Un po’ meglio va la meccanica (-2,8%). Nel calo sedi servizi invece preoccupa la forte contrazione dell’occupazione nei servizi alla persona con un -5,2%.
Nella distinzione di genere invece, netto il distacco sia in termini generali che a livello di classi di età e di settore, tra uomini e donne con queste ultime davvero molto penalizzate.  

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