ELEZIONI REGIONALI 31 MAGGIO 2015 – VERSO IL VENETO 2020 LE PROPOSTE DI CONFARTIGIANATO IMPRESE VENETO
Ad poco meno di un mese dall’appuntamento alle urne e di fronte ad un quadro finalmente chiaro delle forze in campo, delle persone coinvolte e delle possibili alleanze, la Confartigianato Imprese Veneto ha ritienuto giunto il momento di proporre la “sua” rappresentazione della realtà. Di come la “vedono” decine di migliaia di imprenditori artigiani, con i loro occhi, senza nessuna pretesa di avere la verità in tasca, ma per sostenere le loro posizioni e ragioni. Un documento corposo di 28 pagine (scaricabile da: https://www.dropbox.com/s/1s1uy7uvkvirq1a/Veneto2020_DOC.pdf?dl=0) con una analisi oggettiva di quanto vale l’artigianato in regione Veneto, proposte e priorità per lo sviluppo del tessuto imprenditoriale da qui al traguardo affatto lontano del 2020. “Le politiche regionali che noi auspichiamo da qui al prossimo futuro in uno slogan? L’impresa al centro”. Così ha esordito Luigi Curto Presidente di Confartigianato Imprese Veneto alla conferenza stampa di presentazione delle proposte per le regionali di fine maggio. “Scegliere l’impresa in Veneto –ha proseguito- vuol dire scegliere quel modello di micro e piccola imprenditoria che ne costituisce l’ossatura produttiva, significa decidere con fermezza di affermare alcuni valori che sono propri in particolar modo del mondo dell’artigianato. Il lavoro intrapreso cinque anni fa non si ferma –ha spiegato Curtoma prosegue su una strada che ha finora consentito di raggiungere importanti risultati per il territorio e per le nostre imprese, principale tessuto produttivo per l’economia della regione. Ma ancora molto resta da fare. Ecco perché, anche per queste elezioni, chiediamo ai futuri amministratori regionali di sottoscrivere le nostre proposte e verificheremo periodicamente i risultati ottenuti e il lavoro svolto per il loro raggiungimento. Ci auguriamo che la Regione sia sempre più un soggetto vero di “politica di sviluppo locale” in grado di concorrere a far ripartire l’economia, attraverso un nuovo disegno strategico. I nuovi driver dello sviluppo regionale devono puntare: sul manifatturiero quale ossatura su cui ricostruire il nostro tessuto produttivo; l’uso della leva finanziaria, rappresentata, principalmente, da Veneto Sviluppo, senza tuttavia trascurare il ruolo del sistema bancario Veneto che deve tornare ad essere punto di riferimento per le imprese artigiane nella filiera del credito regionale. Pertanto è necessario rinforzare l’azione per la patrimonializzazione e l’innovazione delle imprese: fondi di rotazione e partecipazioni/investimenti oltre ad un sostegno all’intera filiera del credito con particolare attenzione al sistema dei Confidi ed al loro ruolo centrale nella concessione di garanzie alle imprese. Le politiche in favore del “capitale umano”, sostenendo la qualificazione del sistema formativo avendo ben presente che le competenze sono il principale fattore abilitante l’innovazione e la competizione; il sostegno alla concorrenza delle imprese e dei sistemi locali, attraverso la semplificazione burocratica e normativa, liberando risorse oggi impiegate per gestire inutili e complesse procedure; il sostegno al welfare contrattuale territoriale in maniera di agevolare i forti cambiamenti in atto, riducendo il rischio di tensioni sociali ed il coordinamento tra tale welfare del privato sociale con le politiche sanitarie e sociali della Regione rivolte ai lavoratori ed agli imprenditori”. Quali le sfide principali? I capisaldi attorno ai quali innestare le politiche regionali di sostegno allo sviluppo per noi sono: il nuovo modo di produrre, che ingloba artigianalità e personalizzazione, tradizione ed innovazione, design e tecnologia, servizi organizzativi e delle reti distributive. Il rilancio della ricerca attraverso la creazione di una filiera scientifica e tecnologica, che valorizzi gli Istituti Tecnici, gli ITS, i centri di ricerca. Il sistema della formazione professionale da indirizzare verso i nuovi fabbisogni professionali tenendo in considerazione le trasformazioni dell’economia in atto. Il sostegno all’autoimprenditorialità attraverso i centri di competenza, incubatori od erogatori di servizi che siano. La dinamica delle imprese artigiane è preoccupante (10mila in meno in 10 anni), soprattutto nel settore manifatturiero, dell’edilizia ed impiantistica, del risparmio energetico, dei nuovi materiali. Occorre introdurre strumenti quale il voucher, che consentirebbe ai giovani di disporre di una somma spendibile secondo esigenze e presso centri dai quali esigere qualità e tempestività. La sussidiarietà. Sono certamente degne di nota le opportunità offerte dalla bilateralità. Dal catalogo servizi di EBAV ed Edilcassa Veneto, risulta evidente quante finalità, dall’occupazione alla formazione, dalla promozione del prodotto all’innovazione, possano essere interfacciate con corrispondenti iniziative della Regione Veneto, che verrebbero a godere di un canale informativo, istruttorio e realizzativo dotato di competenze e di una rete in grado di raggiungere pressoché tutte le imprese artigiane. Di particolare valore potrebbe inoltre risultare Sani.In.Veneto nell’area della fruizione dei servizi socio-sanitari con modalità più vicine possibili alla realtà della piccola impresa e Fondartigianato per la formazione ad ampio spettro dei collaboratori dei titolari e degli intermediari dei servizi. La promozione a livello internazionale delle nostre realtà produttive attraverso interventi efficaci in grado di aprire nuove opportunità in mercati emergenti in cui la domanda di produzione di elevata qualità sia linfa per l’economia veneta. Il Veneto, piattaforma logistica dell’Europa che guarda ad Est, attraverso la realizzazione dell’alta capacità, del porto di Venezia off shore, del polo aeroportuale integrato, il completamento della banda larga e l’implementazione delle smart cities. L’uso efficace delle risorse della Programmazione Europea 2014/2020. Si tratta verosimilmente delle sole risorse disponibili per attuare da parte della Regione Veneto politiche di sviluppo e sostegno alla crescita economica. E’ fondamentale che queste vengano spese in modo efficiente favorendo interventi che vedano l’impresa quale destinatario privilegiato. La valorizzazione dei centri storici attraverso un’azione politica che mantenga e faccia tornare nel centro storico delle città alcune attività artigiane anche in ottica turistica. Promuovere interventi volti ad incrementare la cultura della sicurezza e la lotta all’abusivismo, fenomeni che stanno facendo sentire la loro pesante influenza in molti ambiti dell’economia locale. Infine a noi spetta il ruolo di rappresentare l’artigianato veneto che ha delle esigenze peculiari. L’obiettivo è quello di sostenere le imprese in un percorso di riqualificazione volto a consolidarne la struttura organizzativa in modo da consentire di poter affrontare con più solidità le sfide economiche. Gli strumenti necessari possono essere riassunti in tre punti di importanza strategica per il comparto dell’artigianato veneto: la riforma della legge regionale sull’artigianato n° 67/87, il potenziamento del sistema finanziario regionale e la qualificazione del capitale umano. I capitoli conclusivi affrontano nello specifico i temi del: lavoro e welfare, semplificazione, la macro regione del nord-est, mobilità e viabilità, sanità, ambiente, fiscalità, valorizzazione delle specificità territoriali di Belluno e del Polesine “Siamo consapevoli –ha concluso Curto- che da sole le imprese non riescano più a competere in un mercato globalizzato senza il supporto del territorio. Questo è il tema che riassume buona parte del confronto che come organizzazione vogliamo avviare con il futuro governo regionale e con tutti i soggetti portatori di interessi”.