EXPODETERGO 2014
Un successo di pubblico e contenuti, grazie anche al seminario di Confartigianato
Il mondo delle lavanderie oltre il percolro. Questo il titolo volutamente provocatorio del seminario organizzatio da Confartigianato ANIL ad expodetergo nella mattinata di domenica 5 ottobre scorso. Una riflessione che, come avvenne quattro anni fa per il Sistri, apre una nuova stagione di dibattito e confronto all’interno della categoria. “La nostra intensione –spiega Carlo Zanin, presidente regionale veneto di mestiere e componenete di giunta nazionale- era quella di dare il “la” ad una riflessione sulle possibili evoluzioni del nostro comparto che coinvolgesse non solo i produttori di macchinari e di agenti chimici/detergenti, ma i Ministeri dell’Ambiente, Salute e dell’Economia ed il nostro ufficio ambiente nazionale. Le sorti della sostanza percloro, sotto “inchiesta” in Europa e nel mondo, sono indipendenti dalle esigenze del nostro mestiere –prosegue Zanin-. Ma è anche vero che i nostri produttori, leadres mondiali del settore, da tempo lavorano a nuove realtà e soluzioni che devono necessariamente essere conosciute in primis dagli operatori, noi artigiani, ma anche da chi emana e studia le norme e gli adempimenti a cui siamo sottoposti. Lo scambio di informazioni avvenuto grazie al dibattito tra Giorgio Russomanno, responsabile ufficio ambiente di Confartigianato, Carlo Zaghi, direttore divisione V – certificazione ambientale sostanze chimiche – Ministero Ambiente, Marco Boccola (ILSA), Gabrio Renzacci e Marco Roncelli (SAFECHEM) e la dottoressa Stefania Sacchi, apre ora una grande opportunità di dialogo con le amministarzioni che la nostra categoria dovrà essere pronta a cogliere. Il primo passo sarà l’apertura di un tavolo di confronto con i Ministeri al fine di individuare possibili standard ambientali e conseguenti semplificazioni burocratiche per i settore”. Il seminario, seguito da una sala gremita in ogni ordine di posto, si è aperto con i saluti introduttivi del Presidente nazionale Vito Carone ed una relazione del dr. Russomanno sui molteplici ambiti ambientali a cui è sottosto il settore. In particolare si è soffermato sul controsenso di diverse norme che guardano a valle del problema e non alla sua origine. E’ il caso del piano di gestione lasciato alla pulisecco (o all’autoriparatore) che non fa altro che acquistare il prodotto. Altri sono i soggetti che davvero governano i prodotti chimici: i pochi produttori che sarebbero anche più facilmente controllabili. Errore commesso anche per gli Fgas. L’UE invece che immaginare un processo di verifica alla produzione delle sostanze pericolose, prende in considerazione il problema a valle. Risultato complessità burocratica e mostruosità come la dichiarazione di emissioni zero che grida davvero vendetta. In chiusura Russomanno ha anche sottolineato il controsenso del contributo CONAI per le grucce/appendini che non va a finanziarne lo smaltimento. Carlo Zaghi divisione V certificazione ambientale prodotti chimici Ministero Ambiente ha invece sottolineato come non tutelare l’ambiente significa essere meno competitivi. Le risorse materiali energetiche e ambientali sono patrimoni da salvaguardare, per questo ha offerto da subito la disponibilità ad avviare con Confartigianato un confronto per stabilire assieme regole e modalità premiali per coloro che riducono l’impatto ambentale delle lavanderie. A tal proposito ha invitato a mettere a fuoco tematiche e chiedere un confronto con i Ministeri dell’Ambiente, Lavoro, Salute ed Economia. Il Percloro –ha proseguito- ad oggi non è considerato da eliminare ma, la Danimarca, sta lavorando ad un programma nazionale di valutazione per vedere se siano necessari sistemi di ulteriore contenimento del rischio. Se arrivassero ad una conclusione “positiva” (non prima di 6/8 anni) si avvierebbe una procedure UE sul tema. L’obiettivo della Danimarca è giungere a considerare il Percoloro sostanza tossica per la riproduzionee ed inserirla, pertanto, tra quelle dell’allegato 14 rich. Ciò risulterebbe a tal punto oneroso per i produttori che è da considerarsi l’anticamera della sua sostituzione. Altrimenti potrebbe anche essere proposto il suo inserimento nell’allegato 17 che prevede misure omogenee in tutti i Paesi. Ciò sarebbe impegnativo non solo per i produttori ma soprattutto per utilizzatori. Uno scenario quindi peggiore per le Pulisecco. Il Ministero non ha posizioine in merito ma punta alla massima riduzione dei rischi. Per questo promuove e incentiva processi di autocertificazione ambientale sull’impatto delle attività verso il consumatore. Come ad esempio le FS che sottolineano il loro minor impatto in termini di CO2 nel mondo dei trasporto persone. Zaghi ha infine sottolineato lo sforzo del Ministreo a rendere fruibili le norme e le procedure contenute in un portante costantemente aggiornato: www.reach.gov.it ove si trovano le guide per gli utilizzatori a valle delle sostanze chimiche. Gli interventi di Marco Boccola (ILSA), Gabriel Renzacci e Marco Roncelli (SAFECHEM), hanno invece illustrato quale importanza rivesta la ricerca e sviluppo delle imprese vocate a rendere sempre migliori i prodotti tradizionali (macchine e agenti chimici) e ricercanrne di nuovi. Nuovi solventi e nuove tecnologie ad esempio, sono opportunità che ogni imprenditore del pulito deve valutare ed adattare alle proprie esigenze sia di lavoro che di posizionameto nel mercato. Il tema della sostenibilità è importante ma non deve essere necessariamente legato all’abbandono del percloro. Bisogna però iniziare a guardare oltre ma con senso di responsabilità. Cambiare metodo lavaggio può servire per offrire nuovi servizi. Il pulito solo non basata più. Il concetto di “biolavanderia” del futuro deve guardare anche al benessere. Le tecnologie permettono di fare questo. In chiusura la dottoressa Stefania Sacchi ha illustrato i risultati della sua tesi di laurea dedicata all’approccio conoscitivo sull’esposizione professionale al percloroetilene nelle attività di lavanderia a secco artigianaali di Trieste. E’ emerso con chiarezza che macchinari aggiornati, formazione professionale adeguata e rispetto delle normative vigenti, portano ad ambienti di lavoro con pochi rischi. Questi però crescono in modo esponenziale in mancanza di alcuni requisiti. In definitiva l’edizione 2014 di Expodetergo è risultata essere un successo. 20.100 i visitatori per il 50% esteri provenienti dai cinque continenti, hanno affollato gli stand di 298 espositori, su una superficie di 17.316 metri quadrati netti. Questi i numeri di una edizione che ha visto anche Confartigianato ANIL protagonista con uno stand arricchito dalla collaborazione con Publigruccia. Una società che sarà partner di ANIL per i prossimi anni al fine di elevare e differenziare un servizio di eccellenza come quello offerto dalle lavanderie tradizionali. EXPOdetergo International ha sostanzialmente confermato le presenze dell’edizione di quattro anni fa, sottolineando il suo ruolo di evento di riferimento di un settore ormai maturo, che oggi sempre più trova nel turismo, nell’accoglienza e nelle case di riposo nuovi mercati di sbocco. La qualità, il livello di innovazione e la ricerca di ergonomia tipici del made in Italy continuano a riscuotere l’interesse dei mercati esteri come dimostrano i risultati di questi giorni in cui gli espositori hanno chiuso numerose trattative e siglato ordini, confermando la vocazione all’export delle nostre aziende, che in alcuni casi raggiunge punte massime anche del 90%. Parola d’ordine della manifestazione è stata “innovazione”. Le grandi linee di trattamento completamente automatizzate che favoriscono il risparmio energetico e di acqua e sono pensate per evitare contaminazioni tra i capi, le lavatrici capaci di contenere più di cento chilogrammi di biancheria in spazi molto contenuti, le etichette RFID per il riconoscimento e lo smistamento dei capi che riducono le perdite di biancheria e quindi garantiscono un risparmio al cliente, i macchinari per la stireria, pensati per i mercati asiatici e americani ma che guardano oggi anche all’Italia, in grado di stirare oltre cento camicie all’ora con un notevole risparmio di risorse, i detergenti a impatto zero. Sono solo alcuni esempi delle numerose novità tecnologiche in mostra per tutte le fasi del trattamento dei capi e della biancheria: dal trasporto e stoccaggio degli abiti e dei prodotti tessili sporchi alla selezione dei trattamenti, fino al lavaggio, alla stiratura e all’impacchettamento per la consegna finale. Soluzioni pensate per un mercato che si evolve e che chiede sempre di più soluzioni efficaci, efficienti ed economiche, senza dimenticare la forte attenzione alla salvaguardia ambientale. L’appuntamento con il business del pulito è quindi tra quattro anni, sempre a Fiera Milano dal 5 all’8 ottobre 2018.