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Export I trimestre 2023: continua a crescere ma rallenta la corsa. Cavion : “I costi da sostenere incidono non poco”

Continua a crescere l’export manifatturiero nel I trimestre 2023, ma rallenta la corsa. Non solo, continuano anche a pesare l’inflazione e costi di varia natura (materie prime e fornitura energetiche) che si riverberano sui prezzi di produzione. Sono queste le evidenze che l’Ufficio Studi di Confartigianato Vicenza ha rilevato nell’analisi delle esportazioni manifatturiere di Vicenza nei primi tre mesi del 2023.

Il report spiega che nei primi 3 mesi dell’anno le vendite all’estero dei prodotti manifatturieri vicentini registrano un aumento del 5,2% rispetto allo stesso periodo del 2022, mentre l’incremento registrato nel 2022 era del +15,6% annuo. Un contesto in cui Vicenza mostra una dinamica più contenuta della media regionale che segna un +8,9% nei primi tre mesi del 2023. Restano buone le performance dei settori a maggior concentrazione di micro e piccole imprese il cui valore dell’export nel 2022 sfonda la soglia dei 10 miliardi arrivando a 10,3 miliardi di euro, con un aumento del 14,4% rispetto al 2021, arrivando così a pesare il 43,9% delle esportazioni manifatturiere della provincia. Nel I trimestre 2023 l’incremento si ferma a +2,1%.

In merito ai settori in cui si registra un aumento di vendite spicca quello dei Prodotti alimentari con +32,6% rispetto al I trimestre 2022. Ma anche altri comparti registrano numeri superiori alla media generale: è il caso dei Prodotti delle altre industrie manifatturiere (orafo) che segna un +7,6% nel I trimestre 2023 e Articoli di abbigliamento (+6,4%). In flessione, invece, le esportazioni di Articoli in pelle e simili (-11,7%), Prodotti tessili (-4,8%) e Legno e prodotti in legno e sughero (-3,8%). I settori a maggior concentrazione di MPI rilevano un rallentamento della crescita rispetto alla dinamica del 2022, o inversione del trend. Solo le esportazioni di Articoli di abbigliamento mostrano una leggera accelerazione passando dal +5,4% registrato nel 2022 al +6,4% nei primi tre mesi del 2023. Tra gli altri settori manifatturieri, nel I trimestre 2023 si osservano le crescite più intense per le esportazioni di Prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+25,7%), Macchinari e apparecchiature (+21,4%) e Apparecchiature elettriche e non elettriche per uso domestico (+9,7%).

Tra i principali mercati di destinazione si osservano crescite superiori al triplo della variazione complessiva per la Turchia pari a +53,7% rispetto al I trimestre 2022, Svizzera (+21,5%), Repubblica Ceca (+15,3%) e Paesi Bassi (+14,4%). Le uniche contrazioni si osservano per le esportazioni manifatturiere verso Regno Unito (-8,5% rispetto al I trimestre 2022) e Cina(-3,7%). Rispetto alla dinamica del 2022 si osserva un rallentamento delle esportazioni verso tutti i principali mercati di destinazione. L’unica eccezioneè rappresentata dalla Repubblica Ceca che mantiene costante la crescita: era del +15% nel 2022 è stata del +15,3% nel I trimestre del 2023.

L’Ufficio Studi però ha analizzato le esportazioni anche focalizzandosi sui volumi, ovvero correggendo i dati dell’export espressi in valori per l’indice dei prezzi alla produzione l’influenzato dell’andamento dei prezzi delle materie prime. 

L’escalation dei prezzi alla produzione, che negli ultimi 12 mesi (da aprile 2022 a marzo 2023) nel settore manifatturiero sono cresciuti dell’10,8% rispetto ai 12 mesi precedenti (aprile 2021-marzo 2022), si mangia tutta la crescita delle esportazioni manifatturiere vicentineche nello stesso periodo mostrano unacrescita in volumipari a +0,8%, a fronte di un aumento in valori dell’11,7%.
“I risultati non mancano, le nostre imprese continuano ad esportare a dimostrazione dell’apprezzamento del mercato verso le nostre produzioni. E questo vale tanto per i prodotti finiti tanto per quelle lavorazioni realizzate all’interno di filiere che riconoscono ancora nelle nostre imprese competenza e qualità – commenta il presidente di Confartigianato Imprese Vicenza, Gianluca Cavion-. Ciò premesso indubbiamente ci sono elementi che incidono, e preoccupano, sulla vocazione all’export dell’artigianato. Prima considerazione: ad erodere i bilanci finali dell’esportazioni delle nostre imprese c’è l’inflazione resa più pesante se unita all’alto costo delle materie prime e delle forniture energetiche. Il costo della vita rimane ancora alto, speriamo che almeno quello delle forniture energetiche si stabilizzi e ricordo che il nostro consorzio Caem ha permesso a molte realtà produttive di ‘parare’ il colpo delle bollette energetiche. Secondo elemento critico, di riflesso al primo, è il costo del denaro con i tassi di mutui e prestiti che frenano gli investimenti delle imprese di diversi settori. Per l’inciso, elementi che hanno non poche ricadute nel mercato interno”. “Poi c’è la variabile delle variabili: gli scenari politici ed economici. In questo momento la situazione, almeno interna, sempre essere stabile. Questo può favorire misure a sostegno delle imprese, ma anche apertura a muovi mercati. – continua Cavion-. Su questi temi l’attenzione dell’Ufficio Estero di Confartigianato è sempre alta come sul fronte fiere internazionali e missioni utili vetrine per intercettare nuovi buyer. Non solo, c’è anche tutta una attività specifica per intercettare i bandi dedicati all’internazionalizzazione con particolare attenzione all’innovazione, con attenzione a quelli dedicati al commercio digitale, una nuova frontiera che va sostenuta e non sottovalutata. Da recenti indagini infatti (Centro Studi Taglia Carne Unioncamere) il 67% delle imprese che investe in tecnologie digitali esporta contro il 44% di quelle che non lo fanno. L’altro grande elemento attrattivo è la sostenibilità. In questo la ricerca di prodotti di filiera, certificati e locali, premiano in mondo dell’artigianato”.

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Comunicato 79