Export Vicentino: i dati del I semestre 2021 doppiano la media nazionale e conquistano il podio in Veneto
Cavion (Confartigianato): “Costo materie prime e dell’energia, e reperimento di forza lavoro sono ora le voci che possono fare la differenza tra una ripresa a pieno regime o rallentata”
19 ottobre 2021
I dati diffusi da Confartigianato Veneto sull’export veneto delle MPI (Micro e Piccole Imprese) non solo dice che i numeri corrono e superano i livelli pre-Covid, ma che Vicenza si conferma al primo posto.
Nel I semestre 2021 l’export manifatturiero della provincia di Vicenza cresce infatti del 6,6% rispetto al I semestre 2019, variazione quasi doppia rispetto al +3,4% del dato nazionale e superiore anche della media veneta (+4,5%). Bene anche i settori a maggior concentrazione di MPI che crescono del 3,1% (variazione migliore del dato regionale pari a +2,3%), che risentono di un rallentamento dei settori abbigliamento e prodotti tessili che segnano flessioni pari, rispettivamente a -6,7% e -17,3% su I semestre 2019.
“Leggere questi dati ci ha dato grande soddisfazione perché sono il frutto della tenacia dei nostri imprenditori e della vicinanza dell’Associazione nel comprenderne le necessità e, quindi, trovare adeguate soluzioni. La realtà del manifatturiero vicentino, così come gli altri settori ad alta concentrazione di MPI (Micro e Piccole Imprese), ha dimostrato la sua vivacità affrontando un anno, il 2020, davvero difficile e l’inizio di un altro, il 2021, ancora pieno di incertezze”, commenta il presidente di Confartigianato Imprese Vicenza, Gianluca Cavion.
“Tra i settori che registrano valori con ampi margini di miglioramento c’è la moda uno di quelli che ha pagato più care le conseguenze della pandemia – prosegue Cavion-. Ora la situazione sta cambiando soprattutto per chi opera nella parte più alta della gamma, mentre permangono alcune difficoltà per quelle aziende che hanno prodotti che risentono di una parziale stagnazione della domanda”.
“A fronte di numeri estremamente positivi preoccupano due fattori: i costi delle materie prime e dell’energia da un lato e il reperimento dei collaboratori. Sono queste ora le incognite che rischiamo di pesare in futuro su una ripresa che pare bene avviata – aggiunge Cavion-. Continueremo quindi a tenere alta l’attenzione sul tema delle materie prime e a chiedere al Governo di fare altrettanto. Non è poi possibile che le imprese abbiano bisogno di collaboratori e non riescano a trovarne di adeguati alle necessità produttive. È necessario lavorare su più fronti per far sì che la domanda e l’offerta di lavoro riescano a di incrociarsi senza lasciare spazio a ‘comodità’ retributive di taluni magari finanziate con risorse pubbliche”.