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FARESIN SUL SISTRI: «ESCLUDERE DEFINITIVAMENTE LE PICCOLE IMPRESE E RESTITUIRE QUANTO VERSATO»

«Indietro non si deve tornare». È categorica la presidente della Confartigianato Trasporti del Veneto Maria Teresa Faresin in tema di Sistri e in particolare sul balletto di notizie che danno il sistema di tracciabilità dei rifiuti pericolosi, di fatto mai partito, in fase di ripristino dopo l’abrogazione voluta dal Governo all’interno del decreto anti-crisi di ferragosto.

«Non accettiamo più giochi di prestigio oppure ripensamenti – prosegue – in particolare per il settore dell’autotrasporto conto terzi, il più penalizzato da questa brutta storia tutta italiana».
Le aziende di autotrasporto hanno dovuto infatti affrontare non solo gli ingenti costi di iscrizione e installazione di strumentazioni come le black box su ogni mezzo (c’è chi ha speso anche 10mila euro in due anni…) ma soprattutto sono state in gran parte coinvolte in modo indiscriminato e irragionevole.
«Non aveva alcuna utilità infatti – spiega Faresin – sottoporre a obblighi di tracciabilità tutti i trasporti di rifiuti e dunque anche di quelli non pericolosi, e anzi totalmente innocui (carta, imballaggi, laterizi e materiale inorganico in genere, etc…). Specie poi se il materiale tossico, o radioattivo, viaggia di consueto su mezzi in conto proprio, se non addirittura su veicoli privati. E che senso aveva poi l’equiparare il rifiuto prodotto dall’estetista, o la lametta monouso utilizzata dal barbiere, al rifiuto ospedaliero?»
“Il ministro Prestigiacomo – prosegue Faresin -, deve prendere atto che, dopo un software che ha sempre avuto grossi problemi tecnici, procedure troppo farraginose, complesse e imprecise (basti pensare che noi camionisti non possiamo vendere i camion dotati di black box perché non esiste una procedura che indichi come e da chi farla rimuovere), due proroghe, il fallimento di due click day e questa definitiva e plateale stroncatura da parte dello stesso Governo, non è possibile tornare indietro».
«Si volti pagina – conclude la presidente -. Ma lo Stato prima ci deve rimborsare. Posizione condivisa dallo stesso Assessore all’ambiente della Regione del Veneto, Maurizio Conte, la cui lettera al Ministro Prestigiacomo a difesa delle imprese del Veneto abbiamo molto apprezzato. Non v’è dubbio alcuno infatti che siano stati commessi gravissimi errori, che hanno comportato nuova burocrazia e oneri a non finire per approdare, oggi, a un nulla di fatto. Esistono quindi tutti i presupposti di legge per farsi risarcire dallo Stato».