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FONDI EUROPEI. IL CONSIGLIO VENETO APPROVA I PROGRAMMI FESR-FSE 2014-2020

Il Consiglio regionale del Veneto ha approvato con 47 voti a favore e 5 astenuti il programma di spesa dei fondi FESR (Fondo europeo per lo sviluppo regionale) per il periodo 2014-2020. Ammontano a 600 milioni di euro i fondi comunitari che l’Europa assegna al Veneto per lo sviluppo regionale per i prossimi sette anni. Il programma privilegia sette obiettivi, definiti nel gergo degli euroburocrati “assi”: 1) la ricerca, lo sviluppo tecnologico e l’innovazione, che assorbirà il 18 per cento dei fondi FESR, pari a 103 milioni di euro; per finanziare iniziative e programmi che sostengono le infrastrutture della ricerca, incentiverà nuovi ricercatori e l’applicazione della ricerca a realtà produttive, l’acquisto di servizi per l’innovazione delle imprese, lo sviluppo di tecnologie sostenibili, il consolidamento di start-up, 2) l’agenda digitale che, con 78 milioni di euro di finanziamenti (pari al 13,5 per cento del FESR), dovrà stimolare servizi e iniziative per l’alfabetizzazione informatica di cittadini, la digitalizzazione di aziende e pubblica amministrazione (in particolare la giustizia, la sanità e i beni culturali), promuovere ‘città intelligenti’ e mettere in dialogo le banche dati pubbliche; 3) la competitività dei sistemi produttivi, che con 160 milioni di euro è l’asse più consistente del pacchetto FESR, pari al 27,7 per cento, e finanzierà incentivi e supporti alle nuove piccole medie imprese e alla riqualificazione e specializzazione di quelle esistenti, con un’attenzione particolare all’imprenditoria turistica e della cultura. Tra le strategie privilegiate con il terzo asse, l’aggregazione tra imprese, la promozione dell’export, l’internazionalizzazione, il rinnovo dei macchinari e la riorganizzazione dei processi produttivi, il rafforzamento delle garanzie pubbliche; 4) l’energia sostenibile (92,5 milioni di euro, cioè il 16 per cento del programma) che finanzierà in particolare edifici pubblici ecoefficienti e la riduzione delle emissioni inquinanti, azioni di controllo nei consumi pubblici, teleriscaldamento, teleraffrescamento e impianti di cogenerazione; 5) il rischio sismico e idraulico, con 45 milioni di euro (quasi 8 per cento del totale) da destinare in particolare alla messa in sicurezza degli edifici pubblici (un quarto dei 16 mila edifici strategici e rilevanti censiti in Veneto sono ubicati in zona sismica), delle coste e alla prevenzione delle alluvioni; 6) lo sviluppo urbano sostenibile, che con 84 milioni di euro (14,5 per cento del totale), promuove le telecomunicazioni, i servizi, la mobilità, i servizi e la riqualificazione del patrimonio di edilizia pubblica nelle cinque aree urbane del Veneto centrale (Venezia, Padova, Vicenza, Treviso e Verona); e infine 7) la capacità amministrativa e istituzionale che potrà contare su 14 milioni di euro per potenziare dal punto di vista tecnico le strutture della programmazione e attuare iniziative di riduzione degli oneri amministrativi. Con voto quasi unanime (51 sì e 2 astenuti) il Consiglio regionale ha approvato anche il programma di spesa 2014-2020 del fondo sociale europeo (FSE): 764 milioni in sette anni dedicati a occupazione, formazione, inclusione sociale. Il programma regionale organizza i finanziamenti su cinque “obiettivi” prioritari: la promozione dell’occupazione e il sostegno alla mobilità dei lavoratori (305,6 milioni, pari al 40 per cento delle risorse complessive), l’inclusione sociale e la lotta alle povertà privilegiando l’inserimento lavorativo (152,8 milioni, pari al 20 per cento), l’istruzione e la formazione (252 milioni, pari al 33 per cento), la capacità istituzionale e l’efficienza della pubblica amministrazione (quasi 23 milioni di euro, il 3 per cento) riservando all’assistenza tecnica poco più di 30 milioni di euro (4 per cento del totale); I traguardi da raggiungere entro il 2020, indicati dall’Unione Europea, dovrebbero essere l’occupazione del 75 per cento delle persone in età compresa tra i 20 e i 64 anni, l’investimento del 3 per cento del Pil in ricerca e innovazione, una riduzione del 30 per cento delle emissioni inquinanti e un potenziamento della produzione di energia da fonte rinnovabile in modo da coprire il 20 per cento del fabbisogno energetico, la riduzione a meno del 10 per cento del tasso di abbandono scolastico (attualmente in Veneto sfiora il 15 per cento). L’Europa si prefigge inoltre di portare nei prossimi 7 anni la percentuale dei laureati al 40 per cento dei giovani sotto i 34 anni (in Veneto la media è del 19 per cento) e di ridurre di 20 milioni la popolazione a rischio di povertà nei 28 paesi membri.