“GENERAZIONI”. CONVENTION REGIONALE 2014 ANAP E GRUPPO GIOVANI IMPRENDITORI
In Veneto solo il 5% imprenditori artigiani sono “under 30”. Fisco, burocrazia, credito con il contagocce, costi opprimenti: ecco le barriere insormontabili. Ma ci sono degli spiragli
Quanti sono i “capitani di impresa artigiana” under 30?
Pochi in Veneto, solo il 5,1% del totale delle “persone” artigiane (titolari, soci, amministratori). 9.293 in tutto. Sotto la media italiana che si attesta sul 5,9%, e soprattutto quart’ultima regione davanti solo alla Sardegna (4,4%), Umbria e Friuli (5%).
Seguono le orme dei padri?
A livello di macrosettori c’è una suddivisione netta tra il grande e variegato mondo dell’edilizia e quello dei servizi alle imprese, nei quali la presenza di under 30 è paragonabile a quella delle altre classi di età (30 – 49 ed oltre 50 anni) ed i comparti del manifatturiero e dei servizi alle persone dove le distribuzioni sono invece molto diverse. Il primo sembra aver perduto il suo appeal verso le nuove generazioni, solo il 21,7% di under 30 attivi rispetto al 36,7 degli over 50 ed il 27% dei 30-49. I servizi alla persona invece riscuotono un grandissimo successo e non solo nei mestieri tradizionali ma in particolare in quelli “nuovi” come i manutentori di giardino e l’informatica.
Ma l’artigianato è davvero “veccho”?
Il mondo artigiano, quello veneto almeno, si trova ad essere molto meno vecchio di quello che a volte si vuole dipingere. “Solo” 4 imprenditori/soci su 10 infatti hanno più di 50 anni. La maggioranza quindi risulta essere relativamente giovane o almeno lontana dall’età pensionabile.
”Generazioni”. Una parola tanto importante quanto impegnativa che racchiude in sé il significato stesso della vita e del suo trascorrere. Chi è più importante oggi: il giovane o l’adulto/anziano? I giovani camminano veloci, ma gli anziani conoscono la strada? Ma è proprio vero? Lo è almeno per la realtà artigiana?
Queste le domande a cui l’ANAP Regionale Veneto ed il Gruppo Giovani di Confartigianato Veneto hanno cercato di rispondere dedicandovi la loro Convention annuale per l’occasione realizzata congiuntamente e tenutasi stamani a Sedico (BL) nella prestigiosa location di Villa De Manzoni ai Patt. Di rilievo i relatori a partire dal Presidente Confartigianato Imprese Veneto Giuseppe Sbalchiero a cui sono seguiti gli interventi di Valerio De Pellegrin, Presidente Regionale ANAP e di Antonio Padoan Presidente Regionale Giovani Imprenditori. Quindi l’intervento principale assegnato a Mons. Fabiano Longoni Direttore dell’Ufficio Nazionale per i Problemi Sociali e il Lavoro della Conferenza Episcopale Italiana e la chiusura di Elena Donazzan Assessore all’Istruzione, alla Formazione e al Lavoro Regione Veneto.
“Noi giovani imprenditori fatichiamo molto oggi –ha affermato Antonio Padoan-, spesso non riusciamo a contare nell’impresa, nella società, quanto vorremmo. Innanzitutto siamo pochi: l’interessante focus dell’ufficio studi di Confartigianato Veneto ci dice che oggi solo il 5% degli imprenditori artigiani ha meno di trent’anni e che tendono ad abbandonare settori storici di attività come il manifatturiero, non volendo, o meglio, non potendo investire a lungo termine. Conosco giovani, figli di artigiani che non prendono in mano l’azienda familiare e optano per altri lavori. D’altra parte in Italia le statistiche dicono che il 40 per cento dei giovani nell’età tra i 16 e i 24 anni è disoccupato e buona parte di loro non ricerca più una occupazione. Dobbiamo quindi lavorare perché le cose cambino”.
“In questo senso va l’iniziativa della Regione Veneto “Giotto a bottega da Cimabue” –ha ricordato Elena Donazzan- che proprio il Gruppo Giovani di Confartigianato ha promosso con l’obiettivo di avviare un intervento congiunto finalizzato a rivitalizzare il comparto artigiano, investendo nel rilancio del rapporto tra i giovani e il mondo delle imprese, nell’educazione all’imprenditorialità, e creando le condizioni per favorire la nascita e lo sviluppo di nuova imprenditoria”.
“Solo col dialogo si scongiurano i conflitti –ha sottolineato Valerio De Pellegrin- Il dialogo che mette sullo stesso piano, con pari dignità e rispetto delle persone. In questo contesto il mio pensiero va alla bella intuizione che il nostro sistema associativo ha prodotto con Confartigianato PERSONE ovvero ad un cammino diverso ma parallelo con quello di Confartigianato IMPRESE. Il dialogo tra diverse generazioni è fondamentale, proprio per capire i cambiamenti ed essere in grado di cavalcarli e di non soccombere”.
Mons. Fabiano Longoni ha dal canto suo sottolineato che: “tra soli trent’anni, gli ultra 75enni uomini e donne saranno la classe principale nella popolazione italiana (saranno più della metà) e si dimezzeranno i lavoratori per pensionato, da 4 di oggi a solo 2. Se metà della popolazione dovrà sostenere l’atra, sarà “guerra”? Ma perché c’è difficoltà di dialogo tra generazioni. Per colpa dell’adultescenza. La sensazione di essere vivi solo se si è giovani, sempre giovani e quindi, non si aprono le porte della società e del lavoro a chi arriva. Ecco quindi che i giovani sono costretti a diventare piccoli imprenditori di se stessi per sfuggire ad una situazione di marginalità. E’ un circolo vizioso quindi, cade la natalità, crolla il PIL, invecchia la popolazione , gli adulti restano al lavoro ed i giovani rimangono disoccupati”.
“Vero problema dell’alleanza tra generazioni –ha concluso Longoni- è la crisi dell’adulto. Adulti divenuti vecchi senza essere cresciuti. Non si può più impedire a chi arriva dopo di fare la propria vita. Gli adulti devono finalmente dichiararsi adulti e lasciare vivere ai giovani la loro vita. I giovani non sono accompagnati a divenire adulti e gli adulti vogliono restare sempre giovani. C’è quindi una sfida educativa che deve affrontare il nostro Paese che può passare anche per il co-housing od il job-sharing. Due contaminazioni tra generazioni nel mondo della casa e del lavoro in cui i giovani aiutano gli anziani e questi trasmettono esperienze e conoscenze. Ed anche lo Stato deve coadiuvare le sinergie tra generazioni. I margini ci sono, le idee e le proposte anche, ma ci vuole la volontà politica”.