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GIUSEPPE SBALCHIERO: NELL’ARTIGIANATO IL VALORE E’ IL LAVORO. BANCHE, DATE CREDITO ALLE AZIENDE

23/03/2009GIUSEPPE SBALCHIERO: NELL'ARTIGIANATO IL VALORE E' IL LAVORO. BANCHE, DATE CREDITO ALLE AZIENDE «Viviamo un periodo carico di interrogativi, di incertezze. Ma è nostro dovere reagire – e la forza dell'artigianato è sempre andata in questa direzione – facendo leva su una profonda fiducia nella nostra storia, per aprirci a un futuro che sia ancora carico di speranza. Oggi siamo in crisi soprattutto perché le repentine trasformazioni del mondo e dei suoi fondamentali fattori di risorsa si sono realizzate al di fuori o al di sopra di quelli che chiamiamo valori e regole. Invece, il nostro mondo di piccole ma preziose imprese rappresenta quella che ci piace chiamare "economia reale": reale non solo perché concreta, ancorata a prodotti e a servizi "veri", ma perché mette insieme valori umani e sociali, perché gli imprenditori si caricano di una diretta responsabilità nel loro "fare" sulla base di idee e progetti. Come artigiani ci sentiamo, insieme a tanti altri imprenditori, in prima linea su questo terreno».Con queste parole Giuseppe Sbalchiero, presidente provinciale dell'Associazione Artigiani Confartigianato Vicenza, ha accolto gli intervenuti alla 47ª cerimonia di premiazione dei Maestri, Dirigenti e Pensionati Benemeriti svoltasi in Fiera come momento saliente della Settimana dell'Artigianato 2009.«Se pensiamo – ha continuato – a cosa hanno fatto i nostri padri dopo la seconda guerra mondiale, vediamo un modello ancora utilizzabile per ridare al nostro tempo una direzione di rilancio: è la stessa direzione che ritrovo tracciata dalle persone che oggi premiamo, artefici di lavoro e sacrificio, di senso di responsabilità tra azienda e famiglia, autentici maestri per i giovani al loro fianco».Dunque, secondo Sbalchiero, è necessario un atteggiamento di fiducia e di senso di responsabilità «ma attivo, non rimanendo fermi ad aspettare solo gli aiuti di Stato, che pure sono doverosi in un momento come questo, per porsi al fianco di quella piccola impresa alla quale bisogna guardare come al tessuto connettivo dell'economia del Paese e che ora si trova in prima linea a fronteggiare la crisi, senza chiamarsi Fiat. Non chiediamo la luna: basterebbe la rimozione delle sterili e costose vessazioni della burocrazia e dei bizantinismi fiscali che, guarda caso, colpiscono di più chi agisce nell'economia reale, forse perché è visibile e meno preparato alle furbizie. Basterebbe che il mondo del credito non chiudesse i rubinetti o che la pubblica amministrazione pagasse le forniture in tempi normali, come avviene nel resto dei Paesi civili. Ci stiamo battendo strenuamente, attraverso la nostra Confartigianato nazionale, perché si prendano dei provvedimenti concreti, e i primi risultati stanno arrivando, come dimostra la revisione degli studi di settore che abbiamo ottenuto ed è in atto».«Certo, occorre fare presto – ha insistito il presidente – perché gli artigiani non possono aspettare, sono guidati dall'impegno di non fermare mai la locomotiva del lavoro, e proprio tale impegno ha portato a un benessere diffuso e non artificioso, che oggi va difeso a tutti i costi. Un benessere garantito da 27mila imprese artigiane che danno lavoro a 86.000 addetti (il 40% di esse ha dipendenti, con una media di 4,5 per azienda), che producono il 18% del Pil provinciale, oltre metà del quale proviene dalla manifattura, numeri che indicano un impegno quotidiano delle aziende ma anche una progettualità che come Assoartigiani ci vede in prima linea da oltre sessant'anni».«A molti è sconosciuta – ha osservato Sbalchiero – l'anima tecnologica che ha portato tante nostre realtà aziendali a essere dei veri e propri "laboratori di ricerca": per particolari dispositivi o elementi di macchine complesse ci arrivano ordini di fornitura da committenti di Paesi lontani migliaia di chilometri dal Vicentino. Tra i nostri soci, oltre 1.700 imprese abitualmente esportano, a testimonianza della ricchezza qualitativa delle nostre produzioni. L'innovazione, nelle sue diverse forme, è di casa nella piccola impresa, sia sotto il profilo tecnologico che per l'utilizzo di quel "bene immateriale" ma concretissimo – la passione – che  esalta il valore del lavoro e il valore dell'impresa». «È proprio questa passione – ha osservato ancora – a tener lontane dai nostri cancelli quelle lusinghe che pretendono di creare denaro facile con moltiplicatori speculativi, con rappresentazioni fittizie, mondi dove folli acrobazie finanziarie compongono una sorta di "grande fratello" che cancella il senso della misura, drogando il rapporto tra lavoro e denaro, tra illusione e realtà, tra norme e sentimenti, tra coscienza civica e spregiudicatezza affaristica. Con i risultati che tutti sappiamo e di cui oggi tutti paghiamo le conseguenze. Ciò che più ci ferisce è la spudoratezza che accompagna gli attori di queste catastrofi: altro che esami di coscienza, altro che esemplari condanne ma, al contrario, una relativa impunit໫Noi artigiani – ha sottolineato Sbalchiero – non abbiamo gli occhi foderati di prosciutto, ma ci stanchiamo di più a lamentarci o a elemosinare cambiamenti che a fare, a reagire. E confesso che mi sono stancato anch'io di chiedere una Amministrazione Pubblica più efficiente, di non indirizzare gli aiuti di Stato ai soliti noti, a quei colossi industriali che campano da decenni a suon di sostegni; mi sono stancato di chiedere che dall'alto venga dato il buon esempio: trovo più utile agire con progetti mirati, con modelli di lavoro in rete, con il far sentire l'artigianato in squadra con le altre categorie economiche; trovo più efficace lavorare con le Amministrazioni Comunali, con le associazioni di volontariato, con soggetti sociali che credono nella crescita della comunità locale. E intanto pensiamo anche a quando ci ritroveremo impegnati nella ripresa e quindi dovremo trovarci in forma, rinnovati e pronti, perché ogni prova, anche la più difficile, costituisce un'occasione per diventare più maturi, più forti. Conosciamo solo questa, di terapia: credere nella forza del lavoro onesto e innovativo, della squadra, della storia che fa sviluppare una società più di qualità e più giusta, dove etica e prodotto, ambiente e sviluppo, regole e libertà, possono convivere e crescere insieme».      «Certo – secondo il presidente Assoartigiani – non si può crederci da soli. E nessuno può fare lo spettatore di una realtà che dà vistosi segnali di cedimento, con imprenditori che non vogliono uscire dal mercato e hanno tutte le carte in regola ma, magari, non stanno incassando i corrispettivi di lavori ordinati ed eseguiti, e chiedendo liquidità si trovano certe banche che non guardano in faccia le persone ma leggono tabulati, o ignorano che il nostro confidi, l'ArtigianFidi Vicenza, dà garanzie. Ricordiamo tutti quando si andava dal direttore della banca di zona e insieme si programmava lo sviluppo dell'azienda, fosse in muri o in attrezzature: risultato, sono cresciute le aziende, sono cresciute le banche e le insolvenze non devastavano, come è successo per grandi gruppi, il credito e i rapporti fiduciari. Lancio dunque un appello: in questo momento non ci sono sicurezze per nessuno, ma insieme possiamo farcela; per cui, care banche, più coraggio, più fiducia per giocare tutti assieme la stessa partita. Non dimentichiamo che sulla ricchezza prodotta dall'imprenditoria vicentina sono venuti vantaggi, e tanti, anche per il sistema bancario. Adesso è il momento in cui bisogna più che mai far circolare denaro, non piangendo sulle patrimonializzazioni o sui "derivati"-truffa che hanno consentito vantaggi fortemente drogati, ma usando quel denaro liquido – l'euro in moneta sonante – che, come afferma  la Banca Italia, c'è e va concesso».«E poi – ha concluso Sbalchiero – è anche il tempo di investire in formazione, in idee, in progetti per il "dopo crisi" ben sapendo che questo Paese ha raggiunto importanti traguardi puntando sul capitale umano e sulla forza delle idee: diversamente, qualcuno sfrutterà i nostri punti persi. Alla politica, l'unica cosa che mi sento di evidenziare è il problema dell'«altra Italia», quella fatta quasi esclusivamente di dipendenti pubblici, di sistemi illegali diffusi, di incomprensibili holding. Finiamola di fare diagnosi e di polemizzare sul sesso degli angeli e passiamo a terapie, anche d'urto. Lo esige il rispetto per la nazione, per quei cittadini che ogni mattina alzano la serranda e mandano avanti il Paese, nonostante tutto».L'intervento del presidente Sbalchiero ha dato il "la" a una riflessione a due voci, alla quale hanno preso parte il presidente della Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Vicenza Vittorio Mincato e il presidente nazionale della Confartigianato Giorgio Guerrini. Al termine degli interventi si è svolta la cerimonia di tradizionale cerimonia di premiazione dei benemeriti dell'Associazione. Come Maestri Artigiani il riconoscimento è andato a dieci imprenditori: Giuseppe Barolo (tipografo di Asiago), Pietro Besoli (Tornitore di Montecchio Maggiore), Lionello Casara (attivo nelle costruzioni in alluminio-ferro-acciaio di Monte di Malo), Maria Pia Cazzola (imprenditrice del settore maglieria di Monticello Conte Otto), Giovanni Feriotti (acconciatore di Valdagno), Giuseppe Guglielmi (autoriparatore di Alonte), Bruno Marcolin (tipografo di Schio), Luigino Pizzato (ceramista di Nove), Remigio Todescato (falegname di Torri di Quartesolo) e Antonio Zanon (carrozziere di Tezze sul Brenta). Come Dirigenti Benemeriti sono invece stati premiati Angelo Carretta (imprenditore del settore mobili e serramenti in legno di Longare), Antonio Luigi Rossato (elettrauto di Valdagno) e Vittorio Torresan (vetraio di Thiene). Come Pensionati Artigiani premio infine a Fausto Nardon (autoriparatore di Montecchio Maggiore) e Marco Zotti (imprenditore dell'autotrasporto di Camporovere). Quest'anno è inoltre tornato il premio Fedeltà al Lavoro, destinato a collaboratori di imprese artigiane. Questi i premiati: Gaudenzio Benetti (Benetti Modelleria Meccanica di Thiene), Marino Chimento (Persiane Stefani di Vicenza), Giovanni Mancin (Falegnameria Zanotto di Bassano), Adriano Schiavo (Camerra Silvano snc di Arzignano) e Attilio Sommo Cerato (Falegnameria Bellin Arnaldo di Barbarano).