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GLI ACCONCIATORI E GLI ESTETISTI SULL’ASSOARTIGIANI DI VICENZA SULLE LIBERALIZZAZIONE DELLE LICENZE

26/01/2007GLI ACCONCIATORI E GLI ESTETISTI SULL'ASSOARTIGIANI DI VICENZA SULLE LIBERALIZZAZIONE DELLE LICENZESono sorpresi, perplessi e preoccupati gli operatori dei settori acconciatura ed estetica dell'Assoartigiani di Vicenza per l'iniziativa del Governo in tema di liberalizzazioni. Il testo, come anticipato da stampa e televisione, dovrebbe essere incentrato su due temi principali: l'apertura anche il lunedì e la possibilità di avviare nuove attività superando i vincoli della programmazione territoriale che fissa una distanza minima da rispettare tra le attività.Le due categorie dell'Assoartigiani non riescono a comprendere i vantaggi per le imprese e la collettività. L'apertura degli esercizi  il lunedì comporta l'impossibilità da parte degli imprenditori di settore di poter assolvere a tutte quelle operazioni che sono funzionali alla gestione dell'attività, dalla formazione professionale continua agli acquisti di beni e prodotti, ai contatti con i pubblici uffici e gli istituti di credito. Attualmente l'attività lavorativa degli operatori del settore è svolta dal martedì a sabato in una fascia oraria che va dalle 8 alle 22 con un contratto di lavoro che prevede un orario di quaranta ore settimanali suddivise in cinque giorni lavorativi. Un ulteriore ampliamento il lunedì diventerebbe così soltanto un vincolo che già si anticipa improduttivo visto che i primi giorni della settimana scontano una presenza di clientela molto bassa. Unico risultato del provvedimento sarebbe l'aumento dei tempi morti che porterebbero solo ad un'unica certezza: la riduzione delle rese con il risultato certo dell'aumento dei costi fissi.Considerato poi il numero degli operatori del settore in Italia, non si capisce nemmeno quale sia il vantaggio per i clienti. La liberalizzazione infatti è già in atto da anni e lo dimostrano i numeri che confermano la presenza nel nostro Paese di centomila acconciatori su una popolazione di sessanta milioni di abitanti contro i  quarantacinquemila della Germania che invece ha una popolazione di ottanta milioni di abitanti; c'è da precisare poi che in Germania non esiste alcun elemento di programmazione delle attività, esistono solamente aziende con maggiori dimensioni anche dal punto di vista del personale. Il criterio della programmazione territoriale legato alla distanza tra esercizi ha avuto e ha tuttora il grande merito di aver distribuito le presenze degli operatori in maniera omogenea nel territorio servendo quartieri periferici che, in assenza di alcuna programmazione, ne sarebbero stati provvisti andando ad alimentare quel degrado urbano sempre più evidente nelle grandi aggregazioni residenziali.Per Gualfrando Velo, presidente provinciale di degli  acconciatori di Confartigianato aderenti all'Assoartigiani vicentina, «pare che l'obiettivo del Governo sia quello di eliminare le aziende più piccole a vantaggio di quelle più grandi e in questo modo creare le condizioni per il supermercato dell'acconciatura».Velo si chiede poi: «Tutto questo porterà ad un aumento dell'occupazione e all'incasso di nuove imposte? Certamente no. Mi auguro che ci sia ancora la possibilità di un confronto con il Governo per ritrovare senza pregiudizi di schieramento quelle soluzioni che sono nell'interesse di tutti»