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IL CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO HA ORGANIZZATO STAMANI A PADOVA UN CONVEGNO SU “IL MODELLO VENETO PER IL MADE IN ITALY”

Oltre 900 milioni di prodotti nocivi sequestrati, 1600 persone denunciate, 207 pubblici esercizi chiusi, 2 arresti: è il bilancio di due anni e mezzo di applicazione del “piano operativo” a tutela del “made in Italy”, previsto dal protocollo provinciale di Padova per il contrasto alla commercializzazione di prodotti contraffatti e pericolosi e per la tutela della concorrenza siglato nel 2009 tra istituzioni padovane, guardia di finanza, forze di polizia, categorie economiche, università, Ulss 16 e Arpav. I risultati di due anni e mezzo di sperimentazione di questo modello integrato di lotta alla contraffazione e alla pirateria, che ha coinvolto un’ottantina di comuni padovani, stamani sono stati al centro del convegno promosso dal Consiglio regionale del Veneto tenutosi nel Palazzo della Ragione di Padova, dal titolo “Il modello veneto per il made in Italy”.
Per la Confartigianato del Veneto presente il funzionario Saviane. A mettere attorno al tavolo Guardia di Finanza, Procura della Repubblica, carabinieri, associazioni di categoria e parlamentari della commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della contraffazione e della pirateria è il presidente del Consiglio, Clodovaldo Ruffato, insieme ai presidenti delle commissioni consiliari Attività produttive e Agricoltura, rispettivamente Luca Baggio e Davide Bendinelli: “Padova e 80 comuni del Padovano –ha spiegato Ruffato- stanno sperimentando efficaci iniziative di contrasto alle derive illegali del mercato globalizzato. Grazie all’azione concertata messa in atto tra istituzioni, categorie, forze dell’ordine e consumatori, si è creata una vera e propria strategia per la difesa della legalità e della sicurezza alimentare e commerciale. Crediamo che tale modello, fondato su un uso efficiente delle banche dati, su attenta attività investigativa e sulla repressione di frodi e illegalità, e affidato alla cabina di regia della Guardia di Finanza, sia un’esperienza da riproporre su scala regionale e nazionale”. Il comandante Ivano Maccani del corpo provinciale della Guardia di Finanza di Padova ha illustrato nel dettaglio operatività, risultati e prospettive del progetto avviato nel maggio 2009, fornendo i dati delle operazioni messe in campo a tutela del ‘made in Italy’. Le potenzialità regionali e nazionali del “modello Padova” sono state poi discusse nella successiva tavola rotonda che ha visto interagire: Sergio Marini, presidente nazionale della Coldiretti, Walter Cretella Lombardo, comandante regionale della Guardia di Finanza del Veneto, Luigi Delpino, procuratore della Repubblica di Venezia, Pietro Marcurio, comandante del Nucleo antisofisticazioni di Padova dei Carabinieri, Giovanni Sanga della commissione parlamentare d’inchiesta su fenomeni della contraffazione e della pirateria, Giuseppe Peleggi, direttore generale dell’Agenzia delle dogane. Tavola coordinata da il direttore del Gazzettino Roberto Papetti. Sono quindi intervenuti gli assessori regionali al Commercio e all’Agricoltura, Maria Luisa Coppola e Franco Manzato a cui si è unito l’ex Ministro Maurizio Sacconi. “Il valore del Made in Veneto e del Made in Italy è di gran lunga superiore alla sua quantificazione sotto forma di PIL, perché produce ricchezza reale anche come immagine, qualità, tipicità e stile nel mondo. Dobbiamo tutelarlo lottando contro i prodotti tarocchi e nello stesso tempo qualificarlo e promuoverlo”. Ha dichiarato l’assessore alla tutela del consumatore Manzato chiudendo l’incontro. “Contro il falso la lotta è senza quartiere – ha ribadito l’assessore – e come assessorato abbiamo promosso con le associazioni dei consumatori numerose iniziative che si concreteranno nei prossimi mesi anche sulle spiagge e nelle piazze della nostra Regione, mentre abbiamo realizzato corsi formativi per la polizia locale per insegnare come distinguere le produzioni taroccate e come operare nel contrasto ad un settore che non solo rovina l’immagine del prodotto regionale e nazionale, ma può essere pericoloso per chi l’acquista e alimenta un circuito economico oscuro in ogni punto del percorso: dalla tutela del lavoro alla distribuzione, dall’evasione fiscale al commercio spesso abusivo fino agli utili realizzati, che spesso alimentano la criminalità organizzata”. Nel settore agroalimentare, uno dei maggiori vanti del Veneto, che produce ed esporta la maggiore quantità di vino di qualità, il maggior numero di prodotti certificati DOP e IGP e che è secondo solo alla Toscana per numero di produzioni tipiche, “stiamo rafforzando tre strategie – ha fatto presente l’assessore – che riguardano il sostegno ai produttori nei percorsi di qualificazione e di certificazione dei prodotti di qualità; il coordinamento delle associazioni di consumatori (su questo fronte la Regione, insieme a Unioncamere e alle Associazioni stesse, sta costruendo il blog “Veneto Consumatori”); la diffusione della coltura e dell’informazione sul tema dei marchi, della loro contraffazione e sulla sicurezza dei prodotti”. “Ciò che davvero serve su questo fronte – ha concluso l’assessore – non è però solo una doverosa repressione lungo tutta la filiera, ma un controllo sociale diffuso che permetta di colpire sul nascere ogni tentativo di diffusione dei falsi”.