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IL MARCHIO “FORNO DI QUALITÀ” E IL DISCIPLINARE PER LA QUALIFICAZIONE DELLE IMPRESE DI PANIFICAZIONE

In 2 anni raddoppiato in regione import prodotti da forno da Est Europa.
Curto: “Nell’era della omologazione, grazie alla Regione per averci dato l’opportunità di distinguerci”.

“Mancano due settimane all’avvio di EXPO che si preannuncia come il più grande evento mai realizzato sull’alimentazione e la nutrizione. Un evento che secondo me racchiude in se la contraddizione di questa nostra era: si esalta la diversità e ci si fa sponsorizzare da McDonald! Ebbene anche nella panificazione esiste da tempo questo problema, ma grazie alla lungimiranza ed al lavoro straordinario della Regione Veneto, sarà possibile per noi consumatori almeno distinguere i VERI produttori di Pane fresco”. Con queste parole Luigi Curto, Presidente della Confartigianato Imprese Veneto ha iniziato il suo intervento nel corso della conferenza stampa della Regione Veneto in cui sono stati presentati il marchio “Forno di qualità” ed il disciplinare per la qualificazione delle imprese di panificazione.
“Ma partiamo dai dati –ha proseguito Curto-. Negli ultimi due anni in Veneto (ed in Italia) è letteralmente esploso l’import di prodotti da forno e farinacei dall’Est Europa (Ungheria, Slovenia, Polonia Repubblica Ceca Slovacchia e Romania). Siamo passati da 4 a 8 milioni di euro (+100%). Fenomeno che si lega, e spiega, al boom della produzione di “pane appena sfornato” da parte soprattutto della grande distribuzione. Un inganno vero e proprio, visto che si tratta di prodotto surgelato e solo cotto nel luogo di distribuzione, incentivato dalla assenza di regole e possibilità di distinzione che sta facendo imporre –come troppo spesso accade- la logica del prezzo a discapito della qualità”.  
“Oggi –ha affermato Nicola Trentin, Presidente regionale dei panificatori-, grazie a “Forno di Qualità”, il marchio promosso dalla Regione veneto al fine di al fine di valorizzare l’attività di panificazione e migliorare l’informazione al consumatore, almeno l’inganno, non sarà più possibile. Un grande risultato per i consumatori, che potranno finalmente comperare pane consapevolmente ma anche per i produttori. In particolare quelli artigiani del Veneto che, anche in questi anni di crisi e calo dei consumi, hanno comunque tenuto, con forza e determinazione, sorretti dalla loro qualità. Sopravvivenza messa in pericolo però, negli ultimi due anni, dalla concorrenza sleale del falso pane fresco”.
Negli ultimi 6 anni infatti, sono calati del -4,8% In valore assoluto – 84 imprese con una media di 10 all’anno, ma una progressione doppia negli ultimi due anni in cui la contrazione è passata a 20 forni in meno. Oggi lavorano in regione 1.655 imprese la maggior parte delle quali sono forni che producono PANE FRESCO 1.544. Questa tipologia di azienda è quella che regge meglio la crisi. Sempre dal 2009, sono calati dello -1,5%, in valore assoluto – 24 imprese.
 
VENEZIA è la provincia con il numero maggiore di imprese di panificazione 348, BELLUNO quella con il numero minore 89 ma in ragione di una popolazione molto inferiore.
ROVIGO, PADOVA e VERONA sono le province dove si è concertata maggiormente la riduzione di imprese negli ultimi 6 anni rispettivamente -9,4%, -7,6% e – 6,1%. Bene invece BELLUNO e VENEZIA con rispettivamente una variazione del +2,3% e -1,4%.
La spesa media mensile delle famiglie venete per generi alimentari e bevande è calata negli ultimi anni regredendo ben oltre i livelli del 2007: 436,3 euro. Quella specifica per Pane e creackers è invece calata rispetto al 2007 del -7,6%: 29,3 euro
I Veneti spendono ogni anno 10 milioni 400 mila euro all’anno -2,4% dal 2007 per alimentari e bevande. 700 mila euro per pane grissini e crackers  -5,6% sempre rispetto al 2007.
“Per salvare tutto questo –ha concluso Curto- abbiamo chiesto ed ottenuto il marchio che veicoli il messaggio di offerta locale, tipica e di qualità. Attraverso un disciplinare sono state fissate regole chiare e precise tutte orientate al principio della qualità che le imprese che vogliono poter fregiarsi del marchio devono rispettare. Il disciplinare quindi definisce il processo di selezione delle materie prime, il ciclo produttivo e le tecniche di lavorazione del “pane” con l’obiettivo di garantire al consumatore un’offerta che risponda il più possibile alle tradizioni e alle specialità locali e sia coerente al fattore “qualità. Il marchio verrà rilasciato alle imprese che ne faranno richiesta alla Regione Veneto previa la verifica dei requisiti previsti dal disciplinare. Il provvedimento infine, istituisce il registro regionale delle specialità da forno tipiche della tradizione del Veneto elencando tutti quei prodotti di pasticceria, panetteria e biscotteria che fanno parte della storia della nostra Regione al fine di tutelarne le ricette e salvaguardarli da fenomeni di imitazione e contraffazione”.

Highlights
Panificatori artigiani del Veneto hanno tenuto
Negli ultimi 6 anni (2009-2014)
Sono calati del -4,8%
In valore assoluto – 84 imprese (calo + consistente ultimi 2 anni)
Oggi lavorano 1.655 imprese la maggior parte delle quali sono forni che producono PANE FRESCO 1.544
Questa tipologia di azienda è quella che regge meglio la crisi
Sono calati dello -1,5%
In valore assoluto – 24 imprese
VENEZIA è la provincia con il numero maggiore di imprese di panificazione 348, BELLUNO quella con il numero minore 89 ma in ragione di popolazione inferiore
ROVIGO -9,4%, PADOVA -7,6%  e VERONA –6,1%sono le province dove si è concertata maggiormente la riduzione di imprese
Bene invece BELLUNO +2,3% e VENEZIA -1,4%

La spesa media mensile delle famiglie venete
per generi alimentari e bevande è calata negli ultimi anni regredendo oltre i livelli del 2007
436,3 euro
Quella specifica per Pane e creackers è invece calata rispetto al 2007 del -7,6%
29,3 euro

I Veneti spendono ogni anno
10 milioni 400 mila euro all’anno -2,4% dal 2007 per alimentari e bevande
700 mila euro per pane grissini e crackers -5,6% dal 2007

Esplode l’import di prodotti da forno da Est Europa
Ungheria, Polonia, Slovacchia, Slovenia, Repubblica Ceca, Romania
+91,2% negli ultimi due anni
Passati da 4 a 8 milioni di euro
pari al 5,1% delle importazioni venete di tali prodotti