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IL “FORFETTONE” FISCALE E’ UN FLOP? PER IL VICENTINO CLAUDIO MIOTTO, FUNZIONEREBBE INNALZANDO IL TETTO DI REDDITO ED ELIMINANDO GLI AFFITTI

17/07/2008IL "FORFETTONE" FISCALE E' UN FLOP? PER IL VICENTINO CLAUDIO MIOTTO, FUNZIONEREBBE INNALZANDO IL TETTO DI REDDITO ED ELIMINANDO GLI AFFITTI "Il cosiddetto "forfettone" non ha funzionato. A dirlo sono questi primi mesi di applicazione. Sia chiaro, l'idea è buona, ma le norme applicative sono sbagliate. Quindi occorre riprendere la questione, per introdurre quei miglioramenti che l'esperienza suggerisce". È netto e negativo il giudizio di Claudio Miotto, il vicentino presidente della Confartigianato del Veneto, sull'esperienza del regime semplificato per i contribuenti "minimi".«Occorre alzare in modo significativo il tetto di reddito – sono quasi ridicoli gli attuali 30 mila euro- eventualmente differenziandolo tra le attività di servizio e di produzione – propone Miotto-. Ed anche la soglia degli investimenti va diversificata in base all'attività e, comunque, da questi vanno tolti gli affitti, altrimenti il "forfettone" resterà inefficace, non avrà quell'impatto significativo e positivo che doveva ottenere, almeno nelle intenzioni». «Inoltre – aggiunge il presidente – riteniamo che, anche in presenza di un apprendista, alle aziende debba essere data la possibilità di rientrare nel "forfettone": questo faciliterebbe il passaggio di competenze tra generazioni nelle imprese artigiane».Il provvedimento in questione venne introdotto dal governo Prodi con la Finanziaria 2008: i lavoratori autonomi con volume d'affari sotto i 30 mila euro nel 2006 e meno di 15 mila euro di investimenti effettuati in tre anni passavano ad un regime semplificato; niente burocrazia, niente Iva, tassazione secca del 20%.In base ai dati delle associazioni territoriali facenti parte della Confartigianato Veneto, meno del 10 per cento delle aziende è riuscito a rientrare nelle strette maglie del "forfettone", così come è strutturato attualmente. Ad incidere negativamente sono sia il tetto stabilito per il fatturato, che di fatto taglia fuori molte categorie, sia l'aver inserito gli affitti tra gli investimenti.«Quindici mila euro in tre anni sono 5 mila all'anno: credo che si contino sulle dita della mano i lavoratori autonomi che pagano meno di 500 euro di affitto al mese -spiega Miotto- Queste cose al Governo le avevamo dette, ma non siamo stati ascoltati. Il risultato è il flop che è sotto i nostri occhi. Secondo noi il "forfettone", opportunamente modificato, potrebbe avere un impatto molto positivo per il lavoro autonomo e per l'economia: ad esempio, abbattendo i costi e le incombenze burocratiche, permetterebbe alle imprese di concentrasi sulla crescita ed abbatterebbe la mortalità aziendale. Ovviamente, occorrerebbe anche attivare un monitoraggio costante di questo regime fiscale, per evitare che di fatto si crei un doppio regime, quello del forfettone e quello normale, che penalizzerebbe le imprese escluse da questo provvedimento». «Chiediamo quindi al Governo -conclude Miotto- di approfittare della discussione sulla manovra economica per intervenire su questo provvedimento, che porterebbe alle imprese notevoli vantaggi. E' ora di dare contenuti alla dichiarazione del  premier Berlusconi e del ministro Sacconi alla recente assemblea nazionale di Confartigianato, ovvero che ciò che va bene per la piccola impresa va bene per il Paese».