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Il settore Benessere di Confartigianato invia un vademecum al Governo affinché saloni di acconciatura e bellezza (fermi da più di un mese) possano tornare ad aprire in piena e totale sicurezza

“È inaccettabile lucrare su noi imprenditori e sulla pelle degli altri in questa situazione. Bene hanno fatto il Sindaco di Vicenza e altri Sindaci della provincia a chiedere la collaborazione dei cittadini nel denunciare queste pratiche spregevoli dell’abusivismo nei nostri settori”. Questo il commento di Renata Scanagatta e Valeria Ferron, presidenti delle categorie Acconciatura ed Estetica di Confartigianato Imprese Vicenza, di fronte a una situazione che danneggia ulteriormente chi rispetta regole e norme. 

Anche per questo motivo Confartigianato Benessere ha rotto gli indugi e recentemente presentato al Governo alcune linee guida per favorire la riapertura delle imprese di servizi alla persona. A più di un mese di distanza dalla chiusura di centri e saloni di bellezza, cresce infatti la richiesta dei professionisti di bellezza che chiedono di individuare da subito un vademecum di riferimento, per riattivare i loro gli esercizi e garantire la propria sicurezza, quella dei clienti e dei loro dipendenti. 

Si parte dal presupposto che le imprese di settore già rispettano importanti standard di igiene e sicurezza, per effetto della normativa regionale che disciplina il settore queste imprese con requisiti importanti imposti dalle ASL.

“Molti non comprendono che i nostri negozi sono erano tenuti a disinfettare le superfici, sterilizzare gli strumenti e sanificare gli ambienti già prima dell’emergenza – spiega Renata Scanagatta, presidente provinciale della categoria Acconciatura – assicurando quindi a chi frequenta si trova dentro frequentava il salone il massimo dell’attenzione alla sua sicurezza. Per dovere professionale quindi abbiamo già una predisposizione a mantenere requisiti igienico-sanitari elevati, si tratta ora di inserire qualche ulteriore misura –  droplet, appuntamenti cadenzati, adozione di mascherine, ecc. – per evitare che vi siano assembramenti e quindi occasioni di contagio tra operatori e clienti”.
Il vademecum di proposte presentate al Governo contiene anche una serie di argomentazioni per le quali non è più pensabile prorogare l’apertura dei centri di bellezza. Tra queste, il rischio crescente e diffuso di operatori irregolari che in barba ai decreti offrono trattamenti a domicilio, accontentando coloro che pretendono ugualmente di mettere in ordine il proprio look. 

C’è poi la situazione critica delle imprese del settore: senza liquidità e sostegni adeguati alle loro imprese, non potranno a lungo sostenere le spese comunque previste e chiedono di poter trovare una soluzione intermedia. “Ecco perché le misure aggiuntive che proponiamo nel vademecum sono contenute, rispetto a quelle di igiene e sicurezza che già osserviamo – prosegue Valeria Ferron, Presidente categoria Estetica –   Vogliamo che siano sostenibili e che non generino discriminazioni tra le imprese, dobbiamo ripartire senza sobbarcarci ulteriori oneri e costi, dato il periodo che stiamo vivendo di estrema complessità”. 

Obiettivo di Confartigianato è dunque quello di indirizzare il Governo ad accogliere l’orientamento degli imprenditori di settore, garantendo la riapertura dei centri di bellezza in contemporanea alle altre attività produttive. Sarà inoltre necessario sapere con un anticipo di almeno una settimana quale sarà la data di riapertura, consentendo a tutte le imprese di potersi riorganizzare, sanificare gli ambienti, predisporre i loro locali ad accogliere ancor più in sicurezza la clientela.