Impresa è anche cittadinanza attiva
di Gianluca Cavion, Presidente Confartigianato Imprese Vicenza
Sono stati dieci i Comuni vicentini in cui si sono svolte le recenti elezioni amministrative. Un appuntamento importante pure per le imprese, parte fondamentale del tessuto non solo economico ma anche sociale, come testimoniato dai numeri. Infatti, nei municipi in cui si è votato (Barbarano Mossano, Bolzano Vicentino, Castelgomberto, Chiampo, Enego, Marostica, Nove, Quinto Vicentino, Rossano Veneto e Vicenza) operano 18.467 aziende, di cui 4.484 artigiane, che sommano ben 77.668 addetti. Realtà in cui Confartigianato, ìn alcuni casi in coordinamento con altre associazioni di categoria, è stata protagonista di incontri pre elettorali con i candidati. Momenti importanti da cui partire, pur sempre in una logica di continuità, nel confronto, rispettando le reciproche competenze, con le nuove Amministrazioni.
Ma, ovviamente, è su Vicenza che si è concentrata tutta una serie di attenzioni specifiche: dall’esito “politico” del voto ai progetti sull’assetto futuro della città, sia nel suo ruolo obbligato di fulcro del territorio provinciale, sia nelle sue particolari caratteristiche e problematiche. Tutti temi sui quali la voce di Confartigianato si è fatta (e si farà) doverosamente sentire. E lo stesso è avvenuto su altro argomento importante, ovvero l’ipotesi del Tribunale delle Imprese a Bassano del Grappa.
Partiamo dalla città. Attraverso il Raggruppamento di Vicenza e il suo presidente comunale, Emiliano Vettore, Confartigianato ha evidenziato quali sono le priorità per la città capoluogo secondo l’opinione raccolta dai soci, ribadendo l’importanza che anche la rinnovata Amministrazione coinvolga le categorie economiche nelle scelte di base. Tanto per fare un esempio: essendo la valorizzazione e fruibilità del patrimonio artistico e naturalistico del territorio una risorsa preziosa quale volano economico, poiché rende “vivo” e qualifica il tessuto urbano anche in chiave turistica, sarà bene che ogni azione venga intrapresa ascoltando il parere degli operatori, i loro suggerimenti, le idee che possono mettere in campo.
Ma ai primi posti, nell’agenda degli imprenditori, ci sono altri temi quotidianamente sentiti, quali la burocrazia e la sicurezza. Per il primo aspetto, chi ha un’azienda sa quanto certi adempimenti possano essere snervanti: bisogna alleggerire le incombenze, anche quelle di livello comunale. Quanto al secondo tema, una città più sicura è più attrattiva, sia per chi ci vive e lavora e sia per i turisti: avanti, dunque, con interventi di recupero e riqualificazione delle aree o dei siti degradati, con azioni per il rispetto della legalità, della convivenza civile, della coesione sociale. Altrettanto essenziale è non far perdere ai quartieri le loro funzioni di vicinato: le attività artigianali sentono l’esigenza di essere “difese” dall’espansione delle grandi catene, mentre la tradizione di botteghe e laboratori va supportata e valorizzata.
Quanto alle prospettive della viabilità e, più in generale, della “vivibilità”, resta in primo piano il capitolo della Mobilità Sostenibile, sul quale Confartigianato ha dato negli ultimi anni un forte contributo. Occasioni dalle quali è emerso un necessario aggiornamento dei trasporti pubblici tanto in termini di flotte veicolari che ripartizioni modali: c’è sempre più necessità di mezzi efficienti, sicuri, a zero emissioni, e di strategie che tengano conto del fatto che Vicenza, oltre all’area urbana, deve porre attenzione alle zone periferiche e dell’hinterland. Perciò vanno intensificati i rapporti strategici con i Comuni confinanti, che condividono con il capoluogo temi che riguardano il traffico, le infrastrutture, lo sviluppo della Fiera e il tracciato ferroviario della linea TAV.
Anche nella redazione del PUMS (Piano Urbano Mobilità Sostenibile) non è mancato il contributo di Confartigianato, considerando che le imprese possono dare una mano efficace nel governo degli spostamenti di persone, sensibilizzando i loro addetti.
Sempre in un’ottica ecologica, anche sullo sviluppo delle fonti rinnovabili e delle Comunità Energetiche Confartigianato è attiva, promuove tali possibilità di efficientamento e risparmio, cosa che favorisce pure il nascere di nuove attività “green”, dallo spiccato profilo artigiano.
Sullo stesso filone di attenzione ambientale, gli imprenditori auspicano costanti interventi sulla regimentazione delle acque (per esempio dei bacini), sul verde di parchi e boschi urbani e sul risparmio idrico, in modo da prevenire o contrastare eventi climatici critici.
Quelle individuate da Confartigianato per il Comune di Vicenza sono aree di intervento con immediate ricadute sul tessuto produttivo. Ogni punto affrontato, infatti, coinvolge gli artigiani quali cittadini, ma soprattutto come imprenditori. Quanto la mobilità sostenibile, ad esempio, cambierà il mondo della meccanica e della riparazione? Quanto l’autoproduzione di energia, e le Comunità Energetiche, richiederanno nuove competenze agli installatori d’impianti? Quanto la qualificazione degli edifici vivacizzerà l’intero sistema casa? E questo vale anche per gli altri territori chiamati alle urne dove il settore dell’artigianato è ancor di più radicato nel territorio.
Anche per questo negli altri Comuni della provincia interessati dalle elezioni Amministrative i diversi Raggruppamenti, come detto in coordinamento con i rappresentanti di altre categorie economiche, hanno promosso momenti di confronto con i candidati esponendo loro e problematiche che affrontano le aziende quotidianamente in un’ottica, comunque e sempre di dialogo costruttivo. Ogni territorio presenta infatti caratteristiche peculiari, proprio per questo gli incontri hanno avuto come caratteristica la concretezza tanto dei temi all’ordine del giorno che delle soluzioni proposte, in alcuni contesti, dai rappresentanti delle realtà economiche locali. Una modalità che ha sempre caratterizzato l’operato di Confartigianato e che ora continuerà con le nuove Amministrazioni nel segno della praticità.
Passando da Vicenza a Bassano, come Confartigianato siamo favorevoli alla proposta di rilanciare la sede del Tribunale in zona in una modalità con un impatto diretto sulle aziende. Sarebbe una risposta ai bisogni delle aziende per una giustizia più rapida, e anche in chiave di competitività. Il “Tribunale della Pedemontana” dovrebbe infatti essere dedicato alle imprese, al fine di ridurre la durata inaccettabile dei procedimenti in sede civile, fattore che condiziona negativamente la vita delle attività economiche. Una giustizia rapida ed efficiente è una leva territoriale attrattiva, sia per richiamare investimenti e sia per consentire la partecipazione delle nostre imprese a contesti in cui tale fattore è considerato un elemento chiave. L’area Pedemontana, caratterizzata da una spiccata vocazione manifatturiera, non può mancare opportunità di sviluppo e vedersi esclusa da filiere del valore per carenze infrastrutturali.
Comprendiamo la preoccupazione espressa dagli Avvocati sul rischio che comporterebbe ridistribuire magistrati e personale amministrativo, già sotto organico, da altre sedi a quella di Bassano. Ma è proprio per questo che, da tempo, noi proponiamo un Tribunale delle Imprese. In Veneto ora c’è quello di Venezia, che ha ottimi giudici specializzati, ma è ingolfato perché in regione il numero di imprese è molto rilevante. La Lombardia ha due corti d’Appello e di conseguenza due Tribunali delle Imprese, a Brescia e Milano. Perché non prevedere un Tribunale delle Imprese a Bassano con competenze sulle province di Vicenza, Treviso e Verona, segmentando in due aree anche il Veneto? Una decisione in tal senso, avendo peraltro l’immobile pronto, sarebbe l’occasione per “ridare giustizia” alle imprese e al loro ruolo.