IN EUROPA FINISCE CON UN NULLA DI FATTO LA DECISIONE SUL “MADE IN”
Calenda Vice Ministro economia: “situazione di stallo”
Un’altra fumata nera al Consiglio Ue: neanche oggi infatti i ministri dei Ventotto sono riusciti a trovare una maggioranza per la tutela del “made in”: il dossier, che fa parte di un più complessivo pacchetto legislativo sulla sicurezza dei prodotti. Come ha detto il viceministro per lo Sviluppo Economico Carlo Calenda lasciando il Consiglio, “non c’è una maggioranza a favore del made in e neanche una maggioranza tale da far passare il pacchetto senza made in: siamo in una situazione di stallo”. “Condividiamo la posizione del Governo –commenta Gianluca Fascina, Presidente della federazione Moda di Confartigianato Imprese Veneto- che, in questo contesto, la strategia di “continuare a negoziare” sia l’unica soluzione possibile. L’unica arma in mano all’Italia ed agli altri 11 Paesi che vogliono un segnale sul made in, è infatti quella di far valere il diritto di veto e bloccare l’intero “pacchetto”. E’ davvero surreale che un’Europa che vuole crescita e occupazione non riesca nemmeno decidere su una norma di buon senso. Allora si smetta di raccontare che vogliono la crescita: si tutelano solo gli interessi dei grandi importatori”. 13 i Paesi a favore del compromesso proposto dalla Presidenza di turno su 2 settori (ceramica e calzature): Italia, Cipro, Francia, Spagna, Bulgaria, Slovenia, Portogallo, Polonia, Grecia, Malta, Romania, Croazia, Lettonia. 15 invece i Paesi contrari che sono: Inghilterra, Germania, Austria, Belgio, Slovacchia, Olanda, Irlanda, Rep. Ceca, Finlandia, Ungheria, Lituania, Danimarca, Lussemburgo, Svezia, Estonia.