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Intelligenza Artigiana: il cuore del Made in Italy nell’era digitale

Anche nell’era dell’innovazione più spinta il “saper fare” con testa, mani e cuore conserva il suo valore. Anzi, lo aumenta

Nessuno di noi si sogna certo di mettere in dubbio l’utilità delle tecnologie attuali, quelle cioè gestite da sistemi elettronici, in molti ambiti della vita e del lavoro: chi rinuncerebbe, per esempio, ai vantaggi di cui oggi godiamo in campo sanitario, o nella sfera produttiva? Il dibattito in corso a livello globale non riguarda questo, bensì il rapporto tra esseri umani e Intelligenza Artificiale, compreso il timore che quest’ultima finisca per condizionare ogni aspetto della vita delle persone: specie se incontrollata, o messa al servizio di interessi particolari, peggio ancora se illeciti.

C’è però un ambito nel quale il “pensiero unico” generato automaticamente, proprio perché tale, non ha modo di nascere: è la sfera della creatività individuale, dell’idea originale e unica. Ed è per sottolineare ciò, che Confartigianato Imprese ha scelto di accompagnare la campagna di tesseramento per l’anno 2024 con lo slogan in cui si rende omaggio alla “Intelligenza Artigiana”.

Può sembrare una provocazione, o un inutile appello al passato. In realtà, l’intento è quello di valorizzare un valore culturale del quale, oggi, troppo spesso ci si dimentica: sono ancora la mente, la mano e il sentimento “umani” gli artefici di ogni invenzione e realizzazione. Ovvero di quei passi in avanti che poi un software potrà replicare all’infinito, potrà magari rendere più agevoli ed estesi, ma basandosi sul modello primario.

Per questo, in un’era dominata dall’Intelligenza Artificiale, dove macchine e algoritmi sembrano prendere il sopravvento sulla sapienza umana, Confartigianato ha scelto di celebrare l’Intelligenza Artigiana. Ripetiamo: non si tratta di una sfida o di un rifiuto della modernità, ma di valorizzare il genio creativo e la manualità che nessuna macchina potranno mai sostituire.

Erede dell’antico concetto di “homo faber”, l’Intelligenza Artigiana rappresenta un antidoto alla standardizzazione: è la capacità di toccare con mano la materia, di trattarla e di trasformarla in un qualcosa che ha un’anima, una storia, un’identità. L’Intelligenza Artificiale può analizzare dati e produrre risultati con una velocità impensabile, lo sappiamo, ma è l’Intelligenza Artigiana che immette nei prodotti e nei servizi quei tratti di autenticità e di eccellenza che sono il cuore del Made in Italy. Con un valore aggiunto di “umanità”, appunto, sconosciuta ai codici alfanumerici.

“La missione di Confartigianato – si legge nel suo documento – è quella di promuovere e sostenere quest’intelligenza, affinché possa essere il punto di partenza per costruire un futuro economico e sociale sostenibile, che non perda mai di vista la dimensione umana”.

Alla luce di tali considerazioni, che non escludono affatto il ricorso al digitale ma lo ricollocano nella giusta dimensione strumentale, la visione di Confartigianato Imprese è perciò così riassunta:

“L’Intelligenza Artigiana costruisce il futuro sostenibile del Made in Italy. Confartigianato promuove ed esalta l’Intelligenza Artigiana per costruire un modello di sviluppo economico e sociale sostenibile e a dimensione umana, ricco della creatività e delle competenze inimitabili delle piccole imprese italiane. Sapremo vincere le sfide del futuro con la forza del valore artigiano, capace di unire l’innovazione digitale con la tradizione manifatturiera per ‘dare anima’ a prodotti e servizi belli e ben fatti, simbolo del Made in Italy e frutto della testa, delle mani e del cuore dei nostri imprenditori”.

Attenzione: a prima vista potrebbe sembrare un discorso rivolto solo ai settori “tradizionali” dell’artigianato. Invece, e lo possono testimoniare tante aziende proprio qui nel Vicentino, anche nel campo di attività tecnologicamente avanzate è stata proprio l’originalità assoluta di certe idee dei “piccoli” a risultare vincente per trovare spazio e slancio sul mercato, così come per farsi apprezzare da committenti – nazionali o internazionali – particolarmente esigenti. 

Allo stesso modo, anche nel mondo del risparmio energetico o delle produzioni “green” non sono mancati imprenditori che hanno saputo mettere a punto articoli altamente ecocompatibili.

Non dimentichiamo, a tale proposito, che al giorno d’oggi la clientela, sia essa quella dei privati cittadini o quella delle amministrazioni pubbliche, così come quella rappresentata dalle aziende partner, è quanto mai sensibile a ciò che garantisce standard di qualità, unicità, sostenibilità, capacità di “personalizzare” un prodotto o un servizio.

L’artigiano, in tale contesto, gioca un ruolo da protagonista, perché si dimostra flessibile rispetto alle esigenze, ricorrendo al suo caratteristico spirito d’iniziativa, alla sua professionalità. L’artigiano è colui che sa fare, ma che sa anche riparare, o riadattare; e poi, come si usa dire, è colui che “ci mette la faccia”, che garantisce di persona. L’artigiano, infine, è quello che lavora nel territorio, che anima quartieri e città, che può assumere giovani del posto, che intesse relazioni e condivisione. 

In un mondo in cui domina l’impersonalità (mascherata da falsa cordialità) delle multinazionali, dove chi cerca un contatto spesso deve confrontarsi con i centralini di un sistema robotizzato, dove sul web è difficile distinguere tra verità e “fake”, ci sarà sempre più bisogno di trovarsi di fronte persone reali e competenti, con le quali instaurare un dialogo, confrontarsi, e dalle quali aspettarsi prestazioni adeguate alle richieste. Così come ci sarà sempre bisogno di veri e propri creatori di gusto, bellezza, dei depositari di saperi che si tramandano e si aggiornano, sfidando ogni massificazione. Insomma, ci sarà sempre bisogno di artigiani. Che tutto sono, fuorché “artificiali”. 


Hanno collaborato a questo numero:
Carlotta Andracco, Nicola Carrarini, Erika Faggion, Sara Ferretti, Sandra Fontana, Sabrina Nicoli, Matteo Pisanu, Marina Rigotto, Valentina Saccarola, Valentino Varotto, Marco Zanchin.

Direttore responsabile: Antonio Stefani
In redazione: Valentina Celsan, Stefano Rossi
Contributi multimedia: Corrado Graziano, Davide Samadello, Federica Vencato
Coordinamento editoriale: Stefano Baroni

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