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IVA

Sbalchiero: “Non ci sono opzioni, una tassa non può essere sostituita da un’altra tassa.
Va ridotta la spesa inutile”.

“Non sono d’accordo con il Ministro Saccomanni. Non ci sono due opzioni per evitare l’aumento di un ulteriore punto percentuale dell’IVA, ma una sola: vanno aggredite le spese correnti dei ministeri. Non va toccata l’imposizione fiscale di qualsiasi tipo dalle accise sulla benzina sino agli anticipi irpef, service tax etc”. Ad affermarlo Giuseppe Sbalchiero, Presidente di Confartigianato Imprese Veneto.
“Mi auguro –prosegue il Presidente- che al Consiglio dei Ministri in programma domani, venerdì 27 ottobre, la politica faccia non delle semplici scelte “non indolori”, ma la scelta “giusta”. Sostituire una tassa con un’altra tassa, non solo è ridicolo, ma rischia anche di spalmare in diverso modo, e magari più ingiustamente, il costo della copertura sulla stessa popolazione”.
“Voglio ricordare al Ministro ed al Governo –afferma Sbalchiero- che la stessa Balkitalia solo qualche giorno fa, ha certificato che il nostro debito pubblico, (pari a 2.072.863 milioni di euro), è salito ancora. E precisamente del 4,8% negli ultimi dodici mesi. Ben 94.824 milioni in più. La situazione è inaccettabile e non più sostenibile”.
“Le nostre imprese -dichiara Sbalchiero- stanno morendo di troppo tasse che sembrano essere l’unica soluzione del Governo per compensare una spesa troppo alta ed una così bassa efficienza dei servizi. Non a caso sempre nel bollettino Bankitalia, risulta che -sono in crescita nei primi sette mesi dell’anno le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato: 225 miliardi, in aumento dell’1,4% (3,2 miliardi) rispetto a quelle dello stesso periodo del 2012-“.
Le recenti manovre dei conti pubblici sono state tutte eccessivamente focalizzate sulle entrate. Se prendiamo in considerazione la correzione del saldo primario registrato tra il 2009 – quando il saldo al netto degli interessi era negativo e pari al -0,84% del Pil – e il picco che si raggiunge quest’anno – che ammonta al 2,44% del Pil – lo sbilanciamento è evidente: nei quattro anni esaminati l’incremento delle entrate è di 49,9 miliardi mentre la spesa primaria è scesa di soli 1,2 miliardi; tale situazione determina che il 97,7% dell’aggiustamento del saldo primario grava su incrementi di entrate.
“E’ ora di finirla –conclude Sbalchiero-. È l’ora delle giuste scelte. Ed è giusto che il miliardo di euro che manca all’appello lo si ricavi dai risparmi dei vari ministeri”.