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L’ARTE E I MESTIERI: LA COSTRUZIONE DEL BELLO

L’artigianato del Veneto per la Fenice di Venezia

“L’arte e i mestieri: la costruzione del Bello” è un percorso multimediale inaugurato, on line sul sito del Teatro la Fenice, venerdì 25 aprile scorso,. Il percorso che presenta e promuove la cultura artigianale in uno dei teatri più belli e più celebrati del mondo è stato curato dall’Architetto Elisabetta Fabbri e voluto da Confartigianato Imprese Veneto con la collaborazione dell’Ufficio Comunicazione del Teatro La Fenice. Le pagine della mostra sono visibili sulla home page del sito del Teatro La Fenice (www.teatrolafenice.it), sulla home page di VeneziaMusica e dintorni (http://www.veneziamusicaedintorni.it) e sulla home page del sito Confartigianato Veneto (www.confartigianato.veneto.it) cliccando sulla immagine riportata qui sopra. Un click per entrare in un mondo di numeri, iconografie e di storia. Storia di come decine e decine di maestri artigiani, dopo il grave incendio del 1996, si siano messi al lavoro per (ri)costruire e per mantenere un patrimonio di bellezza e di cultura unico al mondo. Una ricostruzione che si è conclusa giusto 10 anni fa. Queste pagine sono debitrici di testimonianze scritte e fotografiche, contenute nei libri La Fenice, splendidezza di ornamenti e dorature, edito da De Luca nel 2004 e La Fenice ricostruita edito da Marsilio nel 2003, a cui rimandiamo per chi voglia approfondire le complesse vicende che hanno portato il Teatro alla sua ricostruzione. I materiali a disposizione su cui innestare un discorso armonico che parta dalle macerie e conduca alla “creazione del Bello” sono moltissimi. Su di essi è stata compiuta una scelta, a volte ardua, perché ogni tassello scartato dal “mosaico ricostruzione”, avrebbe potuto significare scarsa cura per un argomento così vasto e così doloroso. Il titolo, L’arte e i mestieri: la costruzione del Bello, muove da un assunto: senza il concorso di mani sapienti e di ingegni caparbi, La Fenice oggi non ci sarebbe. Essa, infatti, non risorge per l’unica via di contribuzioni economiche, ma attraverso il contributo della genialità, della creatività e della manualità dei mille artigiani che hanno lavorato per mesi nei cantieri e nei loro laboratori con un unico scopo: ricreare il Bello, muovendo dalla storia che ce l’ha consegnato. La Fenice ripercorre quella tappa storica, iscritta nel dna delle arti che fanno capo ad Apollo, il dio del sole, dell’oro, della proporzione, che riuniva attorno a sé le muse, di cui il Teatro è casa. Muovendo dal “nulla” abbiamo proceduto nel mostrare lo stupore dell’impresa della ricostruzione a fianco delle mura svettanti verso l’alto, scheletro della Casa. Il principio del “com’era, dov’era” piano piano inizia a concretizzarsi, motivo della doppia immagine: quello della distruzione e quello del Bello riedificato: ecco così le immagini di Senso di Visconti una delle fonti principali a disposizione circa la ripresa prospettica dell’insieme. L’ultima parte di questo percorso vede la concentrazione di filmati-testimonianza di chi ha costruito La Fenice nei suoi dettagli d’arte decorativi e di chi ancora oggi, appartenente a quella famiglia artigianale, continua a perpetuare la costruzione del Bello inimitabile. Così, vicino, infatti, alle testimonianze del Mattei, del Lovato, del Corosi, le testimonianze degli artigiani di Confartigianato Imprese Veneto, che, giorno dopo giorno, lavorano nelle loro “botteghe” al servizio di un’idea di Arte ovunque riconosciuta come eccellenza. Così in Occidente così Oriente.