L’azione di Confartigianato fa chiarezza sul trattamento dei lavoratori in trasferta evitando alle aziende aumenti del costo del lavoro
È stato approvato in via definitiva il decreto legge fiscale che contiene l’emendamento, fortemente voluto da Confartigianato, per porre fine all’annosa questione del trattamento contributivo e fiscale dei lavoratori in trasferta.
“La nostra posizione – osserva Sandro Venzo, componente della Giunta di Confartigianato Vicenza con delega al Lavoro e alla Formazione – intendeva fare chiarezza sulla disciplina applicabile ai lavoratori inviati temporaneamente a svolgere la propria prestazione in trasferta”. Infatti alcune sentenze della Cassazione avevano di fatto parificato i lavoratori in trasferta ai cosiddetti “trasfertisti abituali”, cioè a quei lavoratori tenuti per contratto a svolgere l’attività in luoghi sempre variabili, quindi di fatto privi di una sede fissa di lavoro; per tali lavoratori, le indennità corrisposte dall’azienda sono tassate nel limite del 50%, a differenza dei lavoratori in trasferta, che possono ricevere un’indennità totalmente esente da contributi e tasse fino a determinati limiti.
“Se non fossero state accolte le istanze di Confartigianato – prosegue Venzo -, le aziende interessate, ad esempio di settori quali edilizia, trasporti, impiantisti, avrebbero avuto un aumento significativo del costo del lavoro, stimato nell’ordine di 3.500 euro l’anno; e i lavoratori avrebbero avuto una diminuzione del proprio reddito stimato in circa 900 euro l’anno. Grazie al grande lavoro svolto da Confartigianato, sostenuto dai parlamentari veneti che hanno capito la gravità della situazione, con l’approvazione definitiva dell’emendamento di Confartigianato finalmente si sono date certezze alle aziende sul trattamento da applicare ai lavoratori inviati in trasferta”.