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La Rua in film: presente anche l’artigianato

Nel racconto, suggestioni che uniscono la storia con il presente e il futuro, la città e il territorio. E una parte importante spetta ai mestieri di oggi e di domani.

Presentato al Festival del Cinema di Venezia di quest’anno, proiettato poi in alcune sale cittadine e trasmesso da TvA, il film “La Rua. La magia di Vicenza” unisce la volontà di presentare la città (e alcuni luoghi della sua provincia) e il suo legame con la tradizione della festa della Rua, parte dell’identità di Vicenza sin dal XV secolo.

È una scelta non casuale, in quanto quest’opera è destinata a essere uno dei documenti che accompagneranno la candidatura di Vicenza a Capitale italiana della Cultura per l’anno 2024.

Un viaggiatore immaginario e senza tempo, che potrebbe essere lo scrittore Stendhal durante uno dei suoi viaggi in Italia ma anche lo stesso Goethe, che effettivamente soggiornò in città nel 1786, ci accompagna alla scoperta di una Vicenza di ieri, di oggi e di domani, in un’atmosfera che è, insieme, reale e magica; ci fa conoscere una terra fatta di storia e di folclore, di arte e di mestieri, di vocazioni come l’oro e la pietra, di saperi e sapori. Ma anche ricca di solidarietà, di fede, di estri fantastici e di grandi personaggi, da Andrea Palladio all’aviatore Arturo Ferrarin o al navigatore Antonio Pigafetta, evocato tramite l’immagine di un piccolo ma prezioso galeone.

In mezzo a tante suggestioni, compreso l’omaggio a una celebre pellicola ambientata a Vicenza quale fu “Il commissario Pepe”, la storia della Rua come evento popolare si dipana dal 1444 fino al Novecento, con i fotogrammi dell’ultima uscita in Piazza dei Signori nel 1928; e aggancia la contemporaneità con la ricostruzione e la ricomparsa in pubblico, avvenute dal 2007, grazie alle quali la Rua, ovvero la Ruota che sta al suo centro, ha ripreso a “girare”.

E anche in questo film, realizzato da artisti vicentini, l’elemento circolare ha un continuo richiamo, come a suggerire che il tempo non si ferma, unendo il passato al presente e al futuro: compresa la bellezza che abbiamo ricevuto in eredità e che dovremo trasmettere ai nuovi abitanti di questi luoghi unici al mondo. 

Diretto dal regista Daniele Cazzola su soggetto e sceneggiatura di Davide Fiore, con musiche di Davide Pezzin, il film si avvale delle partecipazioni di personaggi come la cantante Patrizia Laquidara, lo scrittore Vitaliano Trevisan, il pianista Igor Roma, l’attore Livio Pacella, lo stesso Fiore, e tra le sequenze più fascinose offre quelle girate in laboratori artigiani attuali, capaci di perpetuare tradizioni secolari (come il “battirame”, o l’argentiere) ma anche di muoversi negli scenari più all’avanguardia delle tecnologie informatiche. Altrettanto significativo è anche il contributo visivo offerto dai costumi di Anna Zerbaro e dal trucco di Giulia Dall’Osto. E quindi importante, nella cura di questi aspetti legata alle attività della piccola impresa e dei mestieri, è stata la collaborazione offerta dal Mandamento Confartigianato di Vicenza.