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L’APPELLO DEGLI AUTOTRASPORTATORI CONFARTIGIANATO CONTRO LA CONCORRENZA SLEALE: «L’ITALIA E L’EUROPA FACCIANO RISPETTARE A TUTTI LE NORME»

Sulle nostre imprese dell’autotrasporto pesa la concorrenza di chi non rispetta le norme. È stato questo il dato saliente emerso dal convegno svoltosi alla Fiera di Vicenza in occasione della 17ª Giornata dell’Autotrasportatore Artigiano, appuntamento biennale organizzato dalla Confartigianato provinciale che anche quest’anno ha richiamato un migliaio di persone tra operatori e loro collaboratori familiari, distribuitisi tra gli stand espositivi e i momenti d’incontro allestiti per l’occasione.Momento saliente della giornata, come detto, il convegno sui temi di maggiore attualità professionale nel mercato europeo.«Sull’autotrasporto pesano anche quelle carenze infrastrutturali, dalla Valdastico Nord alla Pedemontana fino alla Valsugana, sulle quali prosegue l’impegno della nostra associazione», ha detto in apertura dei lavori il presidente provinciale di Confartigianato Vicenza, Agostino Bonomo, sottolineando «perciò che concerne la manovra, la mancanza di interventi orientati allo sviluppo in un provvedimento costituito per l’85% da tasse e solo per il 15% da tagli alla spesa non stimola un adeguato approccio alla drammatica situazione del Paese».Sul palco della Sala Palladio, tra gli ospiti, c’erano i rappresentanti di organizzazioni dell’autotrasporto di Francia, Spagna e Germania, il che ha consentito un interessante confronto sulle problematiche di un settore che deve misurarsi con mezzi sempre più in arrivo dall’estero. Normative non uniformi nei Paesi della Comunità, soprattutto dopo l’allargamento a ventisette, fanno sì che il problema più scottante sia proprio la concorrenza esercitata da imprese su cui ricadono obblighi di legge diversi, che comportano un impatto minore su operatività e costi. L’ultimo esempio delle difficoltà che si creano in Italia? L’applicazione del nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti, il Sistri, meccanismo che non riguarda le aziende straniere. Per Francesco Del Boca, presidente nazionale di Confartigianato Trasporti, quella del Sistri è una vicenda «a dir poco straordinaria, dato che esso non funziona per nessuno tranne che per gli autotrasportatori italiani. Gli stranieri ne sono del tutto esenti, e così non si combattono le ecomafie, come il ministro Prestigiacomo si propone di fare, bensì le si spinge – ed è già accaduto – ad andare all’estero per poi tornare qui a trasportare tranquillamente qualsiasi tipo di rifiuto».Altro tema affiorato più volte nel corso del convegno, quello della necessità del rispetto, da parte dei committenti, dei costi minimi della sicurezza. Sull’argomento il sottosegretario al Ministero dei Trasporti, Bartolomeo Giachino, ha osservato: «La norma prevede che i costi minimi siano individuati attraverso vari accordi di settore, che finora i rappresentanti della committenza industriale non hanno voluto stipulare. Attualmente però si è aperto il primo tavolo di confronto, e credo che nell’arco di due o tre mesi gli accordi ci saranno. Sarà un grande salto di qualità, un modo per riequilibrare il rapporto tra il committente – oggi in posizione dominante – e l’autotrasportatore».Nel suo atteso intervento anche Maria Teresa Faresin, presidente provinciale della Categoria Trasporti di Confartigianato Vicenza, ha rivolto una raccomandazione al Governo perché «faccia rispettare alla committenza i costi minimi sulla sicurezza stradale, strumenti che esistono e vanno messi in pratica. I nostri vettori su strada sono molto controllati, ad esempio sui tempi di guida e di riposo, ed è ora che questo valga per tutti».A proposito della priorità-sicurezza Francesco Del Boca, presidente nazionale di Confartigianato Trasporti, ha osservato: «Dai dati del ministero degli Interni sui controlli effettuati nel 2010 dalla polizia stradale emerge come la stragrande maggioranza abbia riguardato i vettori italiani, mentre tra i (pochi) autotrasportatori stranieri controllati ben l’70% è stato però sanzionato. Chiaro, quindi, dove bisogna intensificare l’attività di prevenzione e repressione. Non è soltanto una questione di sicurezza, ma anche di vera e propria concorrenza sleale basata sull’illegalità e sull’abusivismo».