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L’ASSOCIAZIONE ARTIGIANI DI VICENZA HA INCONTRATO IL PREFETTO FALLICA: “CONTRO L’ABUSIVISMO SERVONO PIU’ CONTROLLI NEL SETTORE DEL TESSILE”

20/04/2010L'ASSOCIAZIONE ARTIGIANI DI VICENZA HA INCONTRATO IL PREFETTO FALLICA: "CONTRO L'ABUSIVISMO SERVONO PIU' CONTROLLI NEL SETTORE DEL TESSILE"Concorrenza sleale e responsabilità sociale sono stati i temi posti all'attenzione del Prefetto di Vicenza, Melchiorre Fallica, nell'incontro richiesto dall'Associazione Artigiani Confartigianato rappresentata dal vicepresidente provinciale Agostino Bonomo e, per la Categoria Sistema Moda, dal presidente Stefano Stenta con una rappresentanza del settore composta da Riccardo Barbato per Noventa, Stefano Monegato per Bassano, Vincenzo Toso per Schio. Le tematiche dell'incontro sono particolarmente sentite dagli operatori del settore (e non solo) di Confartigianato: essi osservano che, mentre per gli imprenditori locali determinati requisiti sono non soltanto imprescindibili per rimanere nella legalità, ma ormai acquisiti anche nella logica della responsabilità etico-sociale,  ciò altrettanto non sia per molti titolari d'impresa di provenienza asiatica, in costante aumento. Una recente indagine di Confartigianato ha rilevato che nell'ultimo quadriennio è il Veneto la regione che ha mostrato il maggiore aumento di cittadini di origine cinese: un incremento di 10.719 unità, equivalente a un aumento del 76,2%, ben al di sopra della media nazionale pari al 52,4%. In valore assoluto il Veneto è la terza regione per presenza di imprenditori cinesi nel tessile, abbigliamento, pelli e mobili, pari a 2015, e Vicenza ne rappresenta oltre il 18%. Questi e altri dati sono stati oggetto di attenta analisi in Confartigianato per le quattro regioni più rappresentative del comparto moda quali il Veneto, l'Emilia Romagna, la Toscana e le Marche. La riflessione sullo sviluppo dell'imprenditoria cinese nel settore moda (e non solo) ha portato, inevitabilmente, a porre dei quesiti sulla modalità di sviluppo di queste imprese, sviluppo in controtendenza rispetto alle scelte, spesso dolorose, a volte drammatiche, degli imprenditori italiani.Infatti, i titolari delle aziende locali sono spesso costretti a chiudere per la contrazione di commesse e gli scarsi margini di reddito, situazione acuitasi con la crisi economica.  È significativo che nel Veneto, tra la fine del 2004 e la fine del 2008, gli imprenditori dei settori tessile, abbigliamento, pelli e mobili siano diminuiti di 939 unità, contrazione tutta dovuta alla componente italiana: gli imprenditori locali, infatti, sono calati di 1.984 unità, mentre quelli cinesi sono saliti di 1.032 unità, e nel Vicentino tale aumento, in termini percentuali, è stato dal 6,2% al 12,3%.La capacità di soddisfare committenti e condizioni basate su costi bassissimi, consegne estremamente rapide, alta flessibilità, ha prodotto come risultato una tipologia di attività conto-terzi in grado di restare sul mercato solo mantenendo margini di irregolarità più o meno ampi: turni di lavoro (diurni e notturni) che superano abbondantemente le 8 ore, mancato rispetto delle modalità di assunzione e di trattamento retributivo dei dipendenti, con compensi a cottimo, assenza dei minimi requisiti di sicurezza degli ambienti e delle condizioni di lavoro. Queste le considerazioni che sono state portate da Confartigianato all'attenzione delle diverse Prefetture provinciali. E in tale logica è avvenuto anche l'incontro col Prefetto di Vicenza, con cui la delegazione Confartigianato provinciale si è voluta confrontare per un'interpretazione dei dati emersi e per una richiesta di maggior "attenzione" e "azione" da parte dei principali organi di controllo istituzionali che fanno capo all'Autorità Prefettizia, su attività imprenditoriali cinesi la cui crescita risulti sospetta.La Confartigianato vicentina, già impegnata a sviluppare un'azione sul tema della responsabilità sociale sui fronti dalla formazione, della certificazione SA8001 e della mediazione culturale, ha chiesto al Prefetto Fallica di attuare delle verifiche sulla regolarità di laboratori cinesi sospetti, per scoraggiare i disonesti e ridare fiducia alle imprese che, pur nelle difficoltà della crisi, s'impegnano con onestà contribuendo col loro lavoro a sostenere il valore del Made in Italy.Di assoluta attenzione e disponibilità la "risposta" del Prefetto, che avvierà anche un confronto con le altre Prefetture del Veneto portando la questione all'immediata attenzione del Comitato Provinciale per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica per valutare una serie di interventi di controllo che peraltro, ha precisato, già in parte vengono eseguiti – con ottimi risultati – sia pure non con la necessaria continuità.