L’ATTUAZIONE DEL “PIANO CASA 2” NEL VENETO
05/07/2010L'ATTUAZIONE DEL "PIANO CASA 2" NEL VENETOI risultati del monitoraggio sulle adozioni dei ComuniTutti i 580 comuni del Veneto (tranne 2) hanno tutti deliberato l'adozione della legge entro i termini previsti (30 ottobre 2009). Incentivi: Rispetto alla facoltà dei Comuni nello stabilire ulteriori incentivi in caso di utilizzo delle tecniche costruttive della bioedilizia o che prevedano il ricorso alle energie rinnovabili, solo il 13% dei comuni ha ritenuto di introdurre altre forme di incentivazione. Limitazioni: Rispetto alla facoltà dei Comuni a deliberare se e con quali limiti applicare la normativa, emerge che il 74% dei comuni ha introdotto delle limitazioni all'impiego del Piano Casa La stima degli effetti sul mercatoLa rilevazione del numero di DIA presentate relative al "Piano Casa" (in base alla somma di due indagini specifiche e integrate: una indagine realizzata da ANCI su un campione di 211 comuni, realizzata a gennaio 2010, e una indagine specifica del Cresme su un campione di 150 comuni), alla data del 31 gennaio 2010 il piano casa nel Veneto ha avviato 4.170 interventi, un valore superiore alla stima effettuata da ANCE alla fine di gennaio 2010 su un proprio campione, che riportava solo 3.000 domande presentate. Il confronto tra i dati raccolti da ANCI e da Cresme evidenziano una crescita media mensile di circa 2.000 domande, in questa prima fase di avvio della norma.Significa che, alla fine della validità del provvedimento (luglio 2011), a parità di condizioni e quindi in assenza di un incremento dovuto all'avvicinarsi del termine di validità del provvedimento (come spesso accade in questi casi), il totale delle domande che potrebbero essere presentate potrebbe essere compreso tra 34.000 e 36.000 interventi, per un mercato potenziale compreso tra 3,2 e 3,6 miliardi di euro. Integrando le informazioni derivanti tra i database ANCI e Cresme, il campione reale (al netto delle duplicazioni) è di 300 comuni (su 580), ovvero poco più della metà dei comuni del Veneto. La media complessiva delle domande presentate è pari a circa 7,3 domande per comune, nel dettaglio 7,2 interventi residenziali e 0,1 non residenziali, con interventi residenziali compresi in media tra 40 e 70 mq e 115 e 170 mc, mentre quelli non residenziali si aggirano intorno ai 400 mq. Se si segmentano i dati in base alle caratteristiche delle adozioni della norma da parte dei comuni, emerge che nei comuni che hanno previsto ulteriori incentivi per utilizzo di fonti rinnovabili e bioedilizia vi è un incremento del numero medio di domande del 12% rispetto ai comuni che non hanno previsto tali incentivi. Altro dato significativo è che alcune province hanno dimostrato una maggiore capacità di attivazione rispetto ad altre, segno che per ora l'attivazione del piano casa "viaggia a macchia di leopardo":la provincia di Padova in particolare è quella nella quale il provvedimento sembra per ora avere avuto una maggiore efficacia quantitativa in senso assoluto (un quarto del totale delle domande), esito sicuramente delle modalità di adozione della norma a livello comunale, attraverso procedure e modalità meno limitative, quando non espressamente incentivanti, che in altre realtà territoriali;la provincia di Venezia è quella che ha avuto il maggiore avvio dal punto di vista del numero di domande presentate per comune, ovvero per incidenza; questo effetto si deve al peso rilevante del capoluogo sul totale, ma anche al fatto che molti comuni della provincia hanno previsto incentivi ulteriori per interventi di risparmio energetico, rispetto alla legge regionale.Cos'è il Piano CasaIn base al Piano Casa del Governo, il Veneto, come tutte le altre regioni, ha predisposto una norma comunemente chiamata "Piano Casa 2", che a prima vista induce a pensare ad un grande piano di intervento a sostegno dell'edilizia abitativa, ma se si va a guardare nel dettaglio è ben altro. A prima vista infatti la Legge Regionale del Veneto 8 luglio 2009, n. 14 (BUR n. 56/2009) "Intervento regionale a sostegno del settore edilizio per favorire l'utilizzo dell'edilizia sostenibile e modifiche alla legge regionale 12 luglio 2007, n. 16 in materia di barriere architettoniche" (e la relativa circolare esplicativa n. 4 del 29 settembre 2009) sembra puntare sull'incremento volumetrico come fattore di risposta alle esigenze abitative delle famiglie venete in rapporto alle esigenze di risparmio energetico e di riduzione delle barriere architettoniche. Più che un "piano casa", sembrerebbe un "piano ecologico-sociale". Tuttavia l'elemento più significativo che emerge dalla legge non è tanto nel dettaglio legislativo, ma nella necessità che ciascun comune adottasse, entro la data del 30 ottobre 2009, il provvedimento con apposita delibera di Consiglio comunale, nella piena autonomia normativa, regolamentare e urbanistica. Ecco dunque che il "Piano Casa 2" nel Veneto in realtà è una legge regionale che ha a livello locale 580 interpretazioni diverse, ovvero tanti quanti sono i comuni del Veneto. Ciò che colpisce, in questa legge dunque, non sono tanto le norme in essa contenute a monte (incentivi volumetrici sullo stock edilizio residenziale e non residenziale esistente, in deroga alle norme urbanistiche), ma il sistema di ulteriori incentivi ma soprattutto limitazioni che si trovano a valle, ovvero nelle singole modalità attuative a livello comunale.Le indagini sull'attuazione del piano casa 2 in VenetoNell'ambito di questo quadro complessivo, i 580 comuni del Veneto hanno tutti deliberato l'adozione della legge (tranne due) entro i termini previsti (30 ottobre 2009). Allo scopo di verificare l'avvio esecutivo della legge a livello comunale, la Confartigianato del Veneto e la CEAV (la Cassa Edile Artigiana Veneta) hanno dato incarico al Cresme di procedere con una analisi e verifica dello stato di attuazione della legge, al fine di costruire un primo quadro riepilogativo sulle modalità di attuazione a livello locale, associate ad alcune analisi di carattere quantitativo e qualilitativo sui risultati che la normativa sta avendo nell'incentivare il mercato delle costruzioni.L'indagine è iniziata il 1° febbraio 2010 e si è conclusa il 28 febbraio 2010. Scopo dell'indagine era duplice:da un lato supportare la Regione del Veneto nella costruzione di un sistema di monitoraggio del piano casa, che a cadenze specifiche misuri lo stato di attuazione della legge e l'effettiva attivazione di mercato (tipologie di intervento e quantità realizzate);da un altro lato avviare un percorso di collaborazione tra CEAV e i Comuni (con il supporto di ANCI), al fine di stringere accordi a livello locale con le amministrazioni pubbliche per uno scambio informativo sulle DIA emesse e dunque sulle opportunità di mercato per le imprese.