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LE ORGANIZZAZIONI DELL’ARTIGIANATO VENETO INVIANO UNITARIAMENTE IN REGIONE LE LORO OSSERVAZIONI SUL DPEF

09/07/2009LE ORGANIZZAZIONI DELL'ARTIGIANATO VENETO INVIANO UNITARIAMENTE IN REGIONE LE LORO OSSERVAZIONI SUL DPEF Sintesi del documento inviato in Regione (da La Federazione 08/07/2009)Il documento di Programmazione Economica e Finanziaria 2009, evidenzia da subito le due anime che lo caratterizzano e, insieme, lo specializzano, facendo diventare un documento di sicuro riferimento nel monitoraggio e nella pianificazione strategica per la costruzione del veneto di domani. La sinergia con il PRS (Piano Regionale di Sviluppo), definisce un "continuum programmatorio" utile a fornire una chiara immagine degli obiettivi e delle strategie del governo Regionale. Accanto alla visione retrospettiva, che quantifica la realizzazione dei piani e degli obiettivi passati, troviamo la visione prospettica, vero cuore di un documento, di programmazione, che fissa priorità, azioni e risorse per il prossimo anno. A nostro avviso, questa sembra una importante novità, utile a superare il rischio di ogni DPEF: quello di fotografare splendidamente il passato, utilizzando talvolta chiavi di lettura molto interessanti e spesso "illuminanti", ma di segnare il passo di fronte all'indicazione delle scelte prioritarie di breve-medio termine, finendo per concentrare se non inchiodare la visuale sullo specchietto retrovisore anziché sulla strada da percorrere. Un grosso lavoro si sta facendo per collegare completamente gli obiettivi regionali ai Piani di Attuazione e Spesa (P.A.S.), così da tradurre le scelte del decisore regionali in concreti benefici per le imprese e cittadini ma i segnali percepibili dalla lettura del DPEF 2009 ci paiono incoraggianti. Ancora sul metodo, segnaliamo positivamente i tempi di discussione. Il Veneto è una delle regioni più sviluppate del nostro paese, ma per mantenere la posizione conquistata è necessaria una programmazione che non sia di "corto respiro", ma fissi obiettivi "di tempo e spazio" capaci di orientare lo sviluppo. A tal proposito riteniamo che il DPEF presentato, si dimostri all'altezza della situazione di crisi che stiamo attraversando, in continuità con i precedenti programmi regionali che hanno prodotto risultati significativi in ambiti importanti dell'attività: come la spesa socio-sanitaria e l'economia della conoscenza. Il DPEF 2009, dovrà scegliere le priorità su cui investire, privilegiando a nostro avviso tre ambiti: per il nuovo statuto della Regione, per il quale serve un'ampia condivisione, nell'ambito del processo avviato con la legge, cosiddetta, del federalismo fiscale che porterà al decentramento dei poteri alle Regioni con tutto quanto questo comporta;il welfare, ovvero la " buona vita" come ha suggerito il Ministro Sacconi nel suo "libro bianco" di cui abbiamo apprezzato impostazione e misura; economia della conoscenza. In questo ambito il rapporto tra Università e mondo dell'impresa deve cambiare sensibilmente, con un intervento, se necessario, forte della Regione. I nostri imprenditori hanno bisogno di essere affiancati dall'Università nella loro pratica di innovazione. Oltre ai a bandi ai quali sono tenuti a concorrere, le nostre imprese sentono la necessità di stabilire un rapporto con chi li può aiutare nella crescita tecnologica. L'università sono deve avere l'egemonia nella ricerca, ma un atteggiamento di sussidiarietà per non dire di servizio. La maggior parte delle imprese venete, infatti, come è noto, è di piccole e piccolissime dimensioni, ma non di meno possono essere capaci di grandi scoperte in campo tecnologico e innovative nell'approccio alla produzione di beni e di servizi. A sostegno di tali scelte, riteniamo che ancora una volta lo strumento ideale, continui ad essere il federalismo, in modo particolare quello fiscale. Su quest'ultimo, come rappresentanti delle migliaia di piccole imprese operanti nel nostro territorio, riteniamo che nella stesura del DPEF sia necessario ribadire i punti base che sostengono un vero processo federalista: il Federalismo è Responsabilità, è potenziamento e superamento della "delega". SPECIFICHE OSSERVAZIONI Passando ai contenuti di maggior interesse per il sistema produttivo, segnaliamo alcune questioni chiave da porre subito al centro dell'agenda di Governo regionale e sulle quali auspichiamo l'apertura di un serrato dibattito e l'adozione delle seguenti decisi. ENERGIA; AMBIENTE E TERRITORIO; GESTIONE DEI RIFIUTI; INFRASTRUTTURE ARTIGIANATO Se è vero che la crisi internazionale sta colpendo pesantemente anche l'apparato produttivo-manifatturiero del Veneto, è purtroppo il settore delle piccole imprese quello che versa in maggiori difficoltà. E' facile prevedere che, se finora si sono registrati cali di produzione del 20-30 %, dopo il periodo estivo, se non interverranno fattori di novità tali da invertire la tendenza, la crisi entrerà nella sua fase più acuta. Il rischio è che centinaia di piccole imprese possano chiudere e/o possano ridimensionare drasticamente i livelli occupazionali. Si sta profilando cioè per i prossimi mesi una situazione di vera e propria emergenza che richiede non solo il coraggio e la volontà di resistenza, che certo non mancano tra i piccoli imprenditori, ma anche una serie di misure di maggiore spessore da parte della Regione nei confronti di questo comparto. Purtroppo dobbiamo prendere atto che le scelte operate dalla Giunta regionale per il presente anno e quelle, seppure appena abbozzate dal DPEF, seppure complessivamente importanti, non vanno in questa direzione. Con il documento di Bilancio 2009 le risorse stanziate a vario titolo a favore dell'artigianato sono state dimezzate, passando da circa 34 milioni del 2008 a 15,7 milioni del 2009. Speravamo che in sede di riparto dei 50 milioni del Fondo Unico per le attività produttive questa situazione potesse essere riequilibrata, ma la nostra aspettativa è stata sostanzialmente delusa: gli unici stanziamenti a favore dell'artigianato sono stati 5 milioni per l'Artigiancassa cui si aggiunge la partecipazione minima, del nostro comparto ad altri fondi, destinati però anche all'industria, riguardanti la promozione commerciale e i distretti produttivi. Le nostre richieste, formalizzate alla Giunta, di assegnazione del 50 % della cifra di 13 milioni a valere sulla legge 5 (Finanziamenti agevolati alla PMI) a favore degli interventi previsti dalla legge 9 (qualità) e di un ulteriore 50% della cifra di 5 milioni a valere sulla legge 19 (contributi a Consorzi fidi) a favore della legge 48 (consorzi fidi artigiani, non hanno trovato adeguata risposta. A tutto ciò si aggiunge il problema di liquidità della Regione con conseguente mancata erogazione dei contributi assegnati. Alla luce della forte restrizione di stanziamenti a favore del nostro comparto operata con il Bilancio 2009 e soprattutto alla luce dell'acuirsi in modo profondo quanto repentino della crisi produttiva di questi mesi, c'era da aspettarsi che il DPEF 2009 operasse scelte coraggiose a favore dell'artigianato e delle piccole imprese. Apprezziamo l'intenzione chiaramente manifestata di operare un intervento di rafforzamento della operatività dei Confidi artigiani, che, come è ampiamente noto e, soprattutto, come sta concretamente avvenendo nel corso di questi mesi considerando la crescita della loro operatività, si rivelano strumenti essenziali per il sostegno al credito da parte delle piccole imprese. La preoccupazione nasce però dalla affermazione contenuta nel DPEF di voler sostenere tali strutture " …sorse corrispondenti agli anni precedenti." Se il riferimento è all'anno in corso non possiamo che esprimere la nostra insoddisfazione; c'è bisogno invece di uno stanziamento nettamente superiore sia per il Fondo di rotazione per il piccolo credito, sia per la patrimonializzazione dei Confidi, sia per il sostegno delle loro aggregazioni. Accanto alla ribadita volontà di sostegno alle forme associative tra le imprese artigiane, ai consorzi per l'export, alla imprenditoria giovanile e femminile che condividiamo, c'è il tema della qualità per il quale ci si limita a constatare che per il 2009 è stato stanziato 1,3 milioni. Facciamo presente che, se nel corso del prossimo anno dovessero manifestarsi i primi segnali di ripresa, il recupero di competitività dei nostri prodotti non può che passare attraverso un elevamento del loro valore aggiunto, obiettivo raggiungibile sia attraverso il miglioramento degli standard di qualità dei prodotti e dei processi, sia attraverso la diffusione della innovazione. Per questa ragione riteniamo che anche in questo caso le risorse messe a disposizione debbano essere sensibilmente elevate portandole almeno al livello del 2008. Per quanto riguarda l'innovazione, pur prendendo atto del grande sforzo che la Regione sta facendo in questa direzione soprattutto con le risorse FESR, tuttavia facciamo presente che sia per le procedure che sono state messe in atto, sia per il taglio minimo degli investimenti, si tratta di risorse che saranno realisticamente utilizzate soprattutto dalle imprese industriali di piccola e media dimensione. Rimane dunque largamente irrisolto il problema del sostegno ai processi di innovazione realizzati in forme particolari e specifiche dalle microimprese. Se la Regione è davvero convinta del ruolo e del valore che rappresentano l'artigianato e le piccole imprese è opportuno che la proposta di DPEF sia riveduta nel senso delle indicazioni che abbiamo sopra illustrato. RICERCA E INNOVAZIONE; ENTI, AZIENDE ED AGENZIE REGIONALI; PREVIDENZA COMPLEMENTARE; SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO; L'ISTRUZIONE, LA FORMAZIONE ED IL MERCATO DEL LAVORO; GOVERNANCE ISTITUZIONALE