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Le squadre Redwares, Neil Marstrong Team, Yoda si aggiudicano l’edizione 2018 di Space Apps Nasa

Sono arrivati quasi 200 giovani, suddivisi in 26 squadre, per partecipare alla 48 ore in occasione dello SpaceApps Challenge, la più grande competizione di idee a livello mondiale promossa e ideata dalla NASA, l’agenzia spaziale americana, alla sua seconda edizione a Vicenza. Una sfida a suon di app e big data.
Il singolare hackathon che si è svolto in Basilica Palladiana, quest’anno era declinato nelle categorie: “Can you build a…”; “Help others discover the Earth”; “Volcanoes, icebergs and asteroids. Oh my…”; “What the world needs now is …”; “An icy glare”; infine la sezione “A universe of beauty and wonder”. Ovvero ambiente e cambiamenti climatici. Tecnicamente il tutto è stato possibile grazie a una connettività a banda ultralarga FTTB da 1 Gigabit/s e ulteriore appoggio wireless di backup punto da 30 Megabit/s con accessi diretti alla rete e ben 10 hotspot distribuiti in location a garanzia della massima velocità durante tutta la manifestazione.
A giudicare i progetti, presentanti rigorosamente in inglese, è stata una giuria di primo piano, che al suo interno ha visto la presenza del primo astronauta italiano Franco Malerba Accanto a lui: Giorgio Magistrati dell’Agenzia Spaziale Europea, Valentina Sumini del MIT di Boston, Charles Rubenstein professore al Pratt Institute di New York e figura storica all’interno della IEEE, e il direttore generale di Confartigianato Vicenza, Pietro Francesco De Lotto.
Prima delle premiazioni il sindaco di Vicenza, Francesco Rucco, il vice ambasciatore degli Stati Uniti in Italia, Kelly Degnan, e il presidente di Confartigianato Vicenza, Agostino Bonomo, hanno speso parole di elogio per l’impegno dei ragazzi e per le loro ottime idee.
Ad aggiudicarsi il primo premio è stata la squadra Redwares (composta dagli studenti vicentini Alex Zecchinato, Tommaso Zocche, Giovanni Manzi, Daniel Jader Pellattiero, Matteo Zigante dell’ITS Rossi, e Pietro Milan del Liceo Quadri) con un progetto che ha elaborato un sistema che installato esternamente alla navicella spaziale permette di avvisare dell’arrivo di micro meteoriti consentendo di individuare e quantificare l’entità del danno sulla stessa navicella. Al secondo posto il team Neil Marstrong Team composto da Aleska Markovic e Miroljub Mihailovic dell’Università di Padova con un progetto che prevede tute per la geolocalizzazione dei robot su Marte o sulla Luna e che, in caso di mal funzionamento delle stesse, si orienta con le stelle. Al terzo posto, gli studenti vicentini Lorenzo Galla del Liceo Pigafetta, Giovanni Vio, Marco Derry e Anna Beltrami del Liceo scientifico Quadri, componenti della squadra Yoda che hanno realizzato un sistema che permette un feed back immediato dell’impatto ambientale delle proprie azioni.
In palio, ai primi tre classificati, un premio in denaro rispettivamente di 1.300, 1.000 e 700 euro, offerto dal Consolato Generale degli Stati Uniti a Milano. Non solo: i primi due premiati saranno ora ammessi alla selezione globale della NASA che individuerà (dopo circa un mese) i vincitori mondiali per ciascuna challenge. Per i vincitori della global challenge a livello mondiale, ci sarà l’opportunità di assistere ad un lancio della NASA negli Stati Uniti.
Non solo, Interplanet, sponsor tecnico dell’evento, metterà in palio un premio di 500 euro intitolato “Spazio alla rete” un riconoscimento al progetto che saprà mettere al centro le potenzialità della connessione ultraveloce in fibra ottica (o banda ultralarga), promuovendo la sua utilità per creare nuove forme di aggregazione sociale innovativa, condivisione di conoscenze e di risorse, o contaminazione creativa tra tecnologie analogiche e digitali. Premio andato a CPUhive (Giovanni Lanaro, Luca Sandri, Michele Rossi, Manuel Cremonese, Nicola Marussi e Ilaria Furlan), che hanno realizzato un sistema che permette di utilizzare computer remoti per elaborazioni scientifiche.