Legge di Bilancio 2024: le principali novità per le imprese
Cosa prevedono le diverse voci della Manovra economica, specie quelle che toccano da vicino la vita delle imprese?
È un Fisco in evoluzione, quello che si sta delineando negli interventi legislativi degli ultimi mesi, che si snodano tra riforma fiscale, Legge di Bilancio e decreti collegati.
Premessa: il filo conduttore della Manovra è chiaro, cioè che si tratta di una misura limitata, a causa delle scarse risorse a disposizione. Così alcune misure troveranno applicazione solo nell’anno in corso, senza che poi ci sia la certezza di poterne garantire la continuità in futuro. Anche l’eredità del Superbonus edilizio si fa sentire (20 miliardi di deficit all’anno per i prossimi 4 anni), pur essendosi trattato di una misura che ha avuto un effetto volano per il Sistema Casa. Ciò detto, tracciamo un utile riassunto di quanto e cosa cambia.
Welfare
È il caso, ad esempio, delle modifiche alle disposizioni sul “welfare” a favore dei lavoratori dipendenti: i limiti ordinari per i cosiddetti “fringe benefits” passano da 258 a 1.000 euro, con un ulteriore innalzamento a 2.000 euro per i lavoratori dipendenti con figli a carico.
Allo stesso modo, i premi di produttività e le somme a titolo di partecipazione agli utili dell’impresa erogati nell’anno 2024 entro il limite di importo complessivo di 3.000 euro lordi scontano un’aliquota ridotta dal 10 al 5 per cento.
Rivalutazioni terreni
Anche la proroga della rivalutazione del costo di terreni e partecipazioni negoziate e non negoziate di cui alla legge 448/2001 riguarda il solo anno 2024: ne beneficeranno i beni posseduti al 1° gennaio 2024 e detenuti al di fuori dell’esercizio di impresa. Entro il 30 giugno 2024 dovrà essere redatta apposita perizia asseverata di stima dei beni e versata l’imposta sostitutiva, pari al 16% (possibilità di versamento rateale in tre rate annuali di pari importo). Inizialmente la misura doveva essere stabilizzata e messa a regime, evitando così le continue proroghe che, ormai, si ripetono anno dopo anno.
Aliquote IRPEF
Solo per un anno, il 2024, è prevista anche la rimodulazione delle aliquote IRPEF da quattro a tre scaglioni, uno dei primi atti della Riforma Fiscale, che vede l’accorpamento del primo e secondo scaglione di reddito sotto un’unica aliquota, interessando la fascia di reddito compresa tra 15.001 e 28.000 euro, su cui verrà applicata un’aliquota del 23%.
È evidente che misure così importanti richiederebbero, al contrario, stabilità, possibilità di pianificazione e un orizzonte di impatto a lungo termine.
Rimanenze in magazzino
Nella Legge di Bilancio non mancano, poi, misure innovative, che si innestano per la prima volta nello scenario normativo. Ci si riferisce, innanzitutto, alla possibilità di adeguare le rimanenze di magazzino alle consistenze reali, mediante l’eliminazione delle esistenze iniziali di quantità o valori superiori a quelli effettivi, oppure mediante l’iscrizione delle esistenze iniziali in precedenza omesse. L’adeguamento si perfeziona con il pagamento di un’imposta sostitutiva di IRPEF, IRES ed IRAP in misura pari al 18% e i nuovi valori saranno riconosciuti ai fini civilistici e fiscali a decorrere dal periodo d’imposta 2023.
Obbligo polizza assicurazione
Altra novità è l’obbligo di stipulare un’apposita polizza di assicurazione a copertura dei danni ai beni direttamente causati da calamità naturali, quali sismi, alluvioni, frane, inondazioni ed esondazioni. Sono oggetto di copertura i terreni e i fabbricati, gli impianti, i macchinari e le attrezzature dell’azienda. Il contratto di assicurazione deve essere perfezionato entro il 31/12/2024.
In caso di omissione, è prevista la sanzione da 100.000 a 500.000 euro. Una misura, quest’ultima, che avrà bisogno di essere implementata con strumenti adeguati e a “misura” anche di piccola impresa.
Concordato
Ulteriore norma innovativa è quella relativa al concordato preventivo biennale, che si inserisce nella più ampia cornice della Riforma fiscale. In sintesi, il concordato preventivo consentirà alle imprese di concordare con il Fisco, per un biennio, il proprio reddito imponibile da assoggettare a tassazione. Il decreto istitutivo è ancora in fase di definizione e porterà con sé un calendario serrato per la predisposizione dei calcoli di convenienza e la successiva adesione.
Non mancano nemmeno le strette: la ritenuta da applicare sui bonifici “parlanti”, disposti dai contribuenti per beneficiare di oneri deducibili o per i quali spetta la detrazione d’imposta, viene innalzata dal precedente 8% all’11%. È il caso di tutti gli interventi in ambito edilizio. Confartigianato da anni chiede l’abbassamento della ritenuta, che ha come principale effetto negativo la riduzione della liquidità per le imprese del comparto Edile/Impiantistica.
Altra restrizione riguarda le compensazioni fiscali in F24, al fine di prevenire condotte illecite nell’utilizzo dei crediti fiscali. In particolare, viene previsto l’obbligo per tutti i contribuenti di presentare esclusivamente mediante i servizi telematici messi a disposizione dall’Agenzia delle Entrate i modelli F24 relativi alle compensazioni “orizzontali”, di qualsiasi importo, riguardanti i crediti derivanti da: imposte sui redditi (IRES e IRPEF) e relative addizionali; imposte sostitutive delle imposte sul reddito; IRAP; IVA (annuale o trimestrale); crediti d’imposta ai fini agevolativi da indicare nel quadro RU della dichiarazione dei redditi; tutti i crediti maturati in qualità di sostituto d’imposta; crediti maturati a titolo di contributi e premi nei confronti, rispettivamente, dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale e dell’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro.
Inoltre, sempre in tema di compensazioni fiscali, dal 1.07.2024 sarà sbarrata la strada all’utilizzo dei crediti fiscali per chi ha debiti iscritti a ruolo non pagati oltre la soglia di 100.000 euro, per i quali i termini per gli importi dovuti siano scaduti e non siano in corso provvedimenti di sospensione.
In materia di Superbonus 110%, che porta con sé l’eredità di 20 miliardi all’anno per i prossimi 4 anni, non è stata prevista alcuna proroga e, in aggiunta, sono state introdotte norme restrittive in materia di calcolo delle plusvalenze da cessione e loro tassazione, applicabili alle cessioni immobiliari poste in essere a decorrere dal 1° gennaio 2024, oltre alla possibilità per l’Agenzia delle Entrate di verificare, sulla base di apposite liste selettive, la presentazione, ove prevista, della dichiarazione di variazione dello stato dei beni, ai fini dell’aggiornamento della rendita catastale dell’immobile.
Un quadro complesso e articolato quello del Fisco di domani, che deve fare i conti, da un lato con le imprescindibili politiche di sviluppo e la necessaria riduzione della pressione fiscale, e, dall’altro, con delicati equilibri di portafoglio.