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LEGGE VENETA SUL PANE FRESCO: REGISTRO E MARCHIO DI QUALITÀ, FORMAZIONE PROFESSIONALE E, SOPRATTUTTO, CHIARA DISTINZIONE CON QUELLO IMPORTATO E RISCALDATO

Ruggero Garlani e Christian Malinverni

Un registro, un marchio di qualità e l’obbligo di indicare la provenienza permetteranno ora al consumatore di distinguere il pane fresco artigianale – che sarà “etichettato” – da quello riscaldato nei punti vendita: è questa la principale novità della legge appena approvata dal Consiglio Regionale del Veneto.

«È stata una giornata storica per le tradizioni alimentari della nostra Regione»: così Ruggero Garlani, presidente dei 256 Panificatori aderenti a Confartigianato Vicenza, ha espresso tutta la sua soddisfazione per l’approvazione di una legge sollecitata da tempo dalla categoria, in particolare nella provincia vicentina, nella speranza che essa diventi quanto prima operativa.
«Il pane –prosegue il dirigente – rappresenta un bene fondamentale della piramide alimentare e disciplinarne gli aspetti produttivi, nonché alcuni requisiti identificativi degli esercizi di vendita, significa fornire al consumatore una ulteriore garanzia. Tutti dobbiamo essere in grado di capire se si sta acquistando un prodotto lavorato realmente fresco, o un prodotto che è stato semplicemente cotto nel punto vendita. Ma è anche necessario che il consumatore possa sapere se e quando sta acquistando in un vero panificio, cioè in una bottega tradizionale che il pane lo produce nell’arco della giornata con un procedimento unico e continuo, dalla formazione dell’impasto di sfarinati, lievito, sale e acqua alla cottura in forno, fino alla vendita immediata. Un procedimento che richiede professionalità e impegno».
La legge intende perciò valorizzare i panifici che sfornano prodotti tipici, espressione della cultura territoriale veneta, con tanto di istituzione del marchio “Forno di Qualità”. Sono poi previste norme sulla formazione professionale di chi lavora nei forni e anche un registro regionale delle specialità tipiche del Veneto, a partire dalle quattordici “eccellenze” inserite in una apposita pubblicazione di Confartigianato Imprese Veneto.
In caso di mancato rispetto dei requisiti o degli obblighi formativi, scatteranno sanzioni variabili dai mille ai 12mila euro, raddoppiate in caso di recidiva.
«La qualità ha già premiato le nostre ditte –spiega il vicentino Christian Malinverni, presidente regionale di Confartigianato Alimentazione-. Infatti, in un clima di frenata generalizzata dei consumi (-6,2% dal 2007), i “forni artigiani” hanno avvertito la crisi molto meno delle semplici rivendite: dal 2009 sono calati del -0.7%, pari a una perdita di solo 11 aziende».
«Ma la qualità da sola non basta – aggiunge Malinverni – quando vediamo quanto accade in centri commerciali dove si spacciano per pane fresco prodotti non solo precotti e congelati ma, generalmente, neppure prodotti nel nostro Paese bensì confezionati nell’Est Europa: Ungheria, Polonia, Slovacchia, Slovenia, Repubblica Ceca e Romania. Negli ultimi anni, il fenomeno è andato incrementandosi a tal punto che nell’ultimo anno le importazioni da tali Paesi di prodotti a base di cereali sono cresciute del +43,2%: 1,5 milioni di euro in più, un giro d’affari di 4,43 milioni di euro, pari al 4,1% delle importazioni venete del settore. La legge regionale fa finalmente chiarezza e darà nuovo slancio alla produzione ‘100% Made in Italy’, salvaguardando il lavoro e rafforzando una filiera portante per il nostro Paese».