LETTERA APERTA AL PREMIER RENZI #ARTIGIANATOÈALTRACOSA
Marco Viel, Presidente gelatieri: “I gelati Grom? buoni. Ma non dire al mondo che sono artigianali”
Egregio Presidente del Consiglio, premetto che non ho nessuna intenzione di disquisire sull’opportunità o meno del piccolo, dolce e fresco intermezzo che ha offerto ai giornalisti i giorni scorsi. Ma, a giudicare dalla rilevanza che ne hanno dato stampa ed media, non solo italiani, è stata una grande occasione, sprecata, di marketing del vero patrimonio del nostro Paese: l’artigianato. Sprecata perché, come purtroppo spesso accade, è stata del tutto travista, e mortificata, la natura artigianale, in questa occasione del gelato.
Fiore all’occhiello dell’Italia, baluardo e forziere del vero made in Italy, il sapere artigiano viene troppo spesso confuso, sfruttato a sproposito o, peggio, denigrato. Ci siamo oramai abituati anche se non ancora arresi a tentare di cambiare le cose.
Non le nascondo quindi la mia delusione nel momento in cui anche un esperto di marketing e comunicazione come Lei, sottolineando correttamente in modo negativo la natura “industriale” del cono che le hanno photoshoppato in mano sulla copertina dell’Economist, ha osannato la bontà dei prodotti artigianali italiani affiancandoli però ad un marchio che nulla ha a che fare con noi. Lancio un hashtag: #artigianatoèaltracosa.
Infatti, pur ammettendo che il prodotto Grom è “buono” (magari un po’ caro…), realizzato con maestria e correttezza, tutto si può dire tranne che sia artigianale.
Per definizione, un prodotto che si fregia di tale qualità ha un requisito decisivo, che il gelato Grom non ha: non ci deve essere nessuna intermediazione industriale, il prodotto, nella fattispecie il gelato, deve essere fatto al momento, nel luogo in cui viene offerto al consumatore. Tanto per fare un paragone, utile soltanto a capire, tra il gelato Grom e quello artigianale vi è la stessa differenza che si riscontra tra un “piatto” fresco, magari una pasta, e un “precotto” riscaldato.
Non è un mistero infatti che il “cono” Grom” viene elaborato in un unico centro produttivo, a Mappano di Caselle, nel Torinese, e da qui viene spedito ai vari distributori sparsi ovunque, ai quali spetta soltanto il compito di rendere fruibile il prodotto. In pratica, il gelato Grom è realizzato in modo da poter sopportare diversi giorni di stoccaggio.
Quello che avete assaggiato, giusto per restare in tema, è stato preparato a centinaia di chilometri di distanza, frutto di una miscela pastorizzata, poi congelata e trasferita nei punti vendita, per essere mantecata prima di finire nel pozzetto del banco frigorifero. Un processo rigorosamente industriale.
Non entriamo nel merito, tecnicamente più complicato, sull’uso o meno di additivi (un altro vanto dei produttori Grom): resta il fatto che per poter garantire un unico punto di realizzo del gelato (grande vanto a tutela della qualità) e il viaggio verso i molti negozi sparsi un po’ ovunque, il procedimento e i tempi tra produzione e consumo sono tali che escludono il gelato in questione dalla qualifica di “artigianale”.
Tutto qui. Senza nulla togliere alla bontà dell’offerta Grom: gi esperti dicono che, sul piano industriale, quel gelato è indubbiamente buono, ma quello artigiano è semplicemente un’altra cosa.
Spero davvero che sia in Italia, in qualità di Premier, che in Europa, in qualità di Presidente del Consiglio Europeo, da oggi in poi Lei valorizzi il vero made in Italy e la vera artigianalità.
Grazie.
Marco Viel
Presidente Gelatieri
Confartigianato Imprese Veneto