Liberare la competitività dei territori e delle imprese. Confartigianato Vicenza rilancia la propria azione contro le inefficienze della pubblica amministrazione partendo da un’analisi della Scuola di Politica ed Economia
Burocrazia, inefficienze, ritardi e lacune del sistema Paese, dal livello statale a quello locale dell’apparato pubblico, producono danni ai cittadini, alle aziende e alla competitività complessiva del territorio.
Temi da sempre al centro dell’attenzione dell’azione sindacale di Confartigianato Vicenza ma che, recentemente, si sono amplificati, portando l’associazione a confrontarsi con i sindaci sulle difformità delle tassazioni comunali, e a consegnare un documento ai candidati alle elezioni regionali segnalando le priorità per le aziende.
Gli inceppi dell’apparato pubblico sono anche analizzati nel volume “In ostaggio della burocrazia” pubblicato da FrancoAngeli, frutto dell’analisi compiuta dalla Scuola di Politica ed Economia (Spe) di Confartigianato, che ha verificato come una gestione frammentata sia più difficile da gestire, moltiplichi i costi e quindi le tasse che gravano sui bilanci di famiglie e imprese, e come sul territorio insistano diverse realtà amministrative spesso in contraddizione fra loro, quando invece servirebbe una visione strategica d’insieme.
Due esempi eloquenti? Il primo chiama in causa anche l’Europa, e riguarda il progetto Banzai-Reborn sulla trasformazione di una vettura a motore tradizionale in auto elettrica che, arrivato tecnicamente a conclusione, per diventare operativo tramite decreto legislativo sta attendendo il rimpallo di pareri tra Commissione UE e ministero italiano, nonostante si tratti di un’iniziativa a favore di quella mobilità sostenibile sulla quale, a parole, tutti si proclamano d’accordo.
Il secondo esempio riguarda l’ambito locale, ed è l’esercizio che la Spe ha compiuto analizzando le zone dell’Alto Vicentino, dell’Area Berica, di Arzignano-Montecchio Maggiore e Vicenza, dimostrando come aggregazioni e unioni potrebbero favorire efficienza e riduzioni dei costi, così come attraverso l’omogeneità di alcune decisioni.
Tutte tematiche, queste, cui Confartigianato Vicenza ha dedicato anche i lavori delle due recenti Assemblee dei Soci, approfondendo la legge regionale sul riordino territoriale e i vantaggi delle semplificazioni amministrative.
“Peccato che il nostro dinamismo – commenta al proposito il presidente Agostino Bonomo – non trovi altrettanta capacità di reazione negli interlocutori. Per vedere formata la nuova Giunta Regionale, ad esempio, si è dovuto attendere un mese: se fosse stata un’azienda a fermarsi per trenta giorni, che conseguenze avrebbe patito? Per non dire dei momenti di stallo che in Italia precedono le consultazioni politiche: anche qui altri stop decisionali che, se si verificassero nel management di un’impresa, ne decreterebbero la chiusura o la perdita di fette di mercato”.
In una tale situazione, spesso Confartigianato si trova a svolgere un ruolo di surroga della Pubblica Amministrazione nella segnalazione dei problemi: così è avvenuto con il documento consegnato ai quindici sindaci dell’Area Bassanese e avviene per anche per altre zone, formulando proposte per uniformare alcuni interventi, come quello contro l’abusivismo. Altro esempio è lo sportello di Agenzie per le Imprese operante presso la stessa Confartigianato, che in 24 ore autorizza l’avvio certificato dell’azienda a fronte di tutta la documentazione necessaria, mentre la procedura delle amministrazioni pubbliche comportava 60 giorni di tempo per esprimersi, passati i quali il silenzio diventava assenso, salvo poi prevedere controlli a campione. Insomma, un’azienda rimaneva “sospesa” per 60 giorni, mentre nel frattempo doveva avviare la sua attività, prendere contatto con fornitori e clienti, assumere personale, esporsi con investimenti. Senza sapere se nel frattempo sarebbe arrivato un controllo e, magari per un cavillo, addio autorizzazioni.
“È recente e noto – prosegue Bonomo – quel calcolo secondo cui in Italia abbiamo finito di lavorare per pagare le tasse il 23 giugno scorso: significa dieci giorni più tardi rispetto al 2014. La situazione, quindi, sembra si stia aggravando anziché migliorare. Come Confartigianato, da tempo denunciamo gli effetti di questa situazione sulla competitività delle imprese. Il mercato globale impone regole con cui i nostri imprenditori si devono misurare ogni giorno, e l’apparato pubblico deve fornire loro strumenti adeguati, non ostacoli”.
Dal canto suo, Confartigianato Vicenza ha avviato anche una revisione statutaria proprio per migliorare e snellire il proprio ruolo di rappresentanza, processo che va di pari passo con servizi alle aziende sempre più “tagliati su misura”.
“Questo impegno, basato sull’ascolto dei nostri imprenditori, mira a ribadire la vicinanza e l’attenzione verso i soci – conclude Bonomo – puntando a una maggiore efficacia della nostra azione attraverso i dirigenti impegnati sia nei territori che nelle categorie di mestiere. L’obiettivo è quello di una rappresentanza più diretta e aggiornata in seno al Consiglio Direttivo, ‘accorciando’ i livelli di decisione. Contiamo che entro quest’anno si venga a completare il nostro processo di cambiamento: verificheremo se la politica avrà almeno iniziato il suo”.