L’impatto del Covid 19 sull’occupazione dell’artigianato vicentino: da un’indagine dell’Ufficio Studi di Confartigianato Vicenza le assunzioni registrano un calo del 38,5% nel mese di marzo
“I dati sull’occupazione nell’artigianato vicentino ci confermano quanto temevamo: i trend di febbraio e marzo sono in caduta e registrano un calo del 38,5% delle assunzioni rispetto ad un anno fa. Numeri importanti, e preoccupanti, e mitigati dai non licenziamenti, come stabilito dalla norma in questa eccezionale situazione. L’impatto sul lavoro del Covid 19 nel vicentino è attutito per il fatto che le aziende non sono legate a doppio filo dai flussi del turismo come accade per altre zone della regione. Detto questo, ci attendiamo, quando saranno pronti, numeri ancor più preoccupanti per il mese di aprile”. Così Sandro Venzo, componente della Giunta Provinciale di Confartigianato Vicenza con delega alle Politiche del lavoro, commenta l’indagine condotta dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Vicenza sull’andamento dell’artigianato vicentino che ha coinvolto un campione di 1.727 micro e piccole imprese che occupano complessivamente 10.546 dipendenti.
L’indagine è un’articolata analisi che parte dalle informazioni sui cedolini paghe del campione, dati utilizzati periodicamente per l’analisi semestrale dell’Osservatorio sull’occupazione dipendente nell’artigianato vicentino. I dati, che non sono amministrativi e vanno usati con cautela, aiutano ad avere in tempi brevi un quadro della situazione del mercato del lavoro del comparto artigiano, spesso non considerato nella maggior parte delle statistiche ufficiali.
Nell’analisi del 2019 la dinamica dell’occupazione dipendente artigiana, soprattutto nella seconda metà dell’anno, registrava una tendenza alla decelerazione della crescita: dopo un inizio caratterizzato dal segno positivo (+1,1%), il II semestre si chiudeva con un incremento dello +0,4%, variazione più che dimezzata.
E si arriva al 2020. In seguito all’emergenza sanitaria si riscontrano i primi segnali di deterioramento del mercato del lavoro che si traducono nelle mancate assunzioni in quanto, al momento, oltre alle indicazioni del Governo di non licenziare, gli ammortizzatori sociali hanno aiutato, almeno in questa prima fase, a limitare i danni.
Nel mese di marzo 2020 le assunzioni nelle imprese artigiane, quindi, sono calate del 38,5% rispetto a marzo 2019. Anche le cessazioni hanno subito una flessione, meno intensa, pari a -17,2% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, in conseguenza del minor numero di stipule di contratti a termine. In analogia con la metodologia dell’analisi proposta da Veneto Lavoro, si stima che nel corso del bimestre febbraio-marzo 2020 l’impatto dell’emergenza abbia determinato una perdita di posizioni di lavoro pari a circa lo 0,8% dell’occupazione dipendenti artigiana vicentina.
Una quota inferiore a quella stimata a livello regionale da Veneto Lavoro, pari a circa l’1,5-2% tra il 23 febbraio e il 5 aprile, dove il comparto delle attività turistiche e commerciali risulta essere il più colpito dall’emergenza sanitaria rappresentando da solo la metà delle mancate assunzioni nel periodo considerato. La maggior tenuta dell’artigianato al momento è quindi spiegata considerando la minor presenza nei settori direttamente interessati dal turismo. Tuttavia, nel medio periodo gli effetti del settore turistico potrebbero influenzare anche il comparto artigiano dato che il 13,7% delle imprese vicentine artigiane operano in attività legate alla domanda turistica.
Entrando nel dettaglio delle attività economiche, si rileva un maggior impatto nel Manifatturiero con una mancata occupazione pari all’1,1% dei dipendenti artigiani e le assunzioni del mese di marzo calate del 41,5% rispetto ad un anno prima. Seguono i Servizi con una perdita di posti di lavoro dello 0,3% dei dipendenti complice una flessione delle assunzioni del 28,2%, infine le Costruzioni con una mancata occupazione dello 0,1% e una contrazione delle assunzioni del 37,5% nel corso dell’ultimo mese.
Si rileva, inoltre, un maggior impatto tra le piccole imprese (con oltre 9 dipendenti)dove si stimauna mancata occupazione pari allo 0,9% dei dipendenti artigiani dato da dimezzamento delle assunzioni (-53,0%) rispetto a marzo dello scorso anno. Nelle micro imprese (fino a 9 dipendenti), invece, nonostante un calo più contenuto delle assunzioni nel mese di marzo (-14,8%), si stima una perdita di posti di lavoro pari allo 0,7% dell’occupazione dipendente.