L’importanza della “silver economy”
Pellizzari (presidente Anap Veneto e Vicenza) e Menicacci (segretario nazionale Anap) inquadrano necessità e vantaggi
L’anziano, l’impresa e l’esperienza
Severino Pellizzari
Presidente Anap Veneto e Vicenza
Il passaggio dall’attività d’azienda alla vita post-lavoro è cruciale e delicato, va pensato un accompagnamento per aiutare a riprogettare la propria vita in modo attivo, sapendo che abbiamo molto da dare. Anche l’impegno nella nostra Associazione di rappresentanza è un modo per favorire una comunità più inclusiva a tutela della categoria degli anziani e pensionati.
Oggi il patrimonio di skill maturate dai lavoratori più senior può essere molto prezioso. Dai 65 in poi è l’età in cui valorizzare al meglio l’excursus professionale maturato capendo su che ambiti si può diventare un riferimento come coach o mentori; in azienda (ad esempio, per lo sviluppo di nuovi business, per la revisione di processi, per progetti di reverse mentorship e l’avvio di startup interne); esternamente, rilanciandosi in realtà del terzo settore. Se negli anni precedenti si ha avuto la capacità di diversificare il proprio tempo in comparti affini o nel volontariato, le possibilità di riqualificare la propria vita professionale aumentano.
PASSAGGIO GENERAZIONALE
Un quarto degli imprenditori/artigiani prevede di cedere l’azienda nei prossimi anni e solo il 50% delle imprese sopravvive alla seconda generazione. In provincia di Vicenza l’11,2% delle imprese hanno affrontato il passaggio generazionale negli ultimi 6 anni e un ulteriore 8,1% lo affronterà nei prossimi 5 anni. Gli artigiani over 65 hanno ancora un grosso valore per operazioni come queste.
È molto più difficile rimediare la chiusura di un’attività storica con la sola promozione di nuove realtà imprenditoriali o attirando attività estere. Sono maggiori gli effetti negativi macroeconomici e territoriali, in termini di possibili chiusure d’aziende, con la conseguente perdita di posti di lavoro, di conoscenze, capacità, competenze e tradizioni.
TRASMISSIONE D’IMPRESA
Dal lato artigiano e imprenditoriale, bisogna concentrarsi sulla pratica della trasmissione d’impresa, prepararsi alla successione e il pensare alla rigenerazione strategica (post successione). Bilanciando le fasi strategiche con quelle operative è possibile garantire un futuro all’azienda. A volte, la permanenza di anziani imprenditori nella propria azienda può bloccare la responsabilizzazione e la crescita dell’imprenditore a cui si trasmette l’azienda e la sua capacità innovativa. Molti anziani imprenditori che hanno creato l’azienda, si identificano con essa, che diventa ragione di vita: motivo che causa l’incapacità di staccarsi dalla propria “creatura”. Le associazioni dei pensionati e datoriali possono facilitare questo passaggio, ponendo attenzione a questo delicato passaggio e aiutando l’imprenditore senior a riprogettare la propria vita attraverso una cultura del post lavoro, come occasione di riscatto di tempo ed esperienza – ANAP Vicenza sta progettando un percorso di affiancamento a pensionati-lavoratori ancora attivi in azienda per il 2025.
IL PERCORSO
In questo contesto è necessario: aumentare la consapevolezza circa i potenziali benefici di queste nuove opportunità; prestare supporto alle start up per mezzo di appositi network e predisporre iniziative formative per l’acquisizione di competenze imprenditoriali; andare nella direzione di rendere più agevole l’accesso agli strumenti di finanziamento adeguati; comunicare l’idea che acquisire un’attività già avviata può rappresentare un modo più rapido e meno rischioso rispetto alla creazione di impresa; diffondere ed agevolare la pratica della trasmissione d’impresa; valorizzare il ruolo degli anziani nella promozione di attività imprenditoriali altrui, con particolare riguardo ai giovani e infine sorvegliare il sistema di tassazione e gli schemi di sicurezza sociale affinché non contengano disincentivi.
I dati della quarta edizione del Quaderno di approfondimento di Itinerari Previdenziali ce ne danno conferma disegnando una nuova grande economia.
ANAP (Associazione dei Pensionati di Confartigianato) e Confartigianato Imprese sono attenti e sensibili a questi temi che rappresentano l’oggi ma disegnano il domani.
Il valore della silver economy
Fabio Menicacci
Segretario Nazionale ANAP
La popolazione anziana non è semplicemente un gruppo che ha bisogno dei servizi della “silver economy”, ma può continuare a partecipare a pieno titolo all’economia in generale; l’invecchiamento attivo e in salute può aumentare la produttività e l’occupazione. I lavoratori giovani e anziani non sono in competizione, dobbiamo combattere gli stereotipi come l’ageism. Occorre una progettazione e uno sviluppo al servizio delle nuove esigenze e sulla base dell’allungamento della vita, servono soluzioni tecnologiche a servizio della sanità, anche grazie alle occasioni che il PNRR ci offre.
L’aumento della popolazione anziana è una sfida che richiede una riflessione sulla sostenibilità dei sistemi di welfare, delle politiche pensionistiche e delle strutture di assistenza a lungo termine. Le società devono adattarsi alle dinamiche demografiche e trovare soluzioni adeguate a garantire il benessere e la qualità di vita degli anziani. L’allungamento della vita, un diverso equilibrio tra vita e lavoro, le aspettative che si hanno quando si affaccia l’età matura sono tutti elementi che spingono, molto più che nei decenni precedenti, a riprogettare in un certo senso la propria esistenza.
Innanzitutto vanno valorizzati i cosiddetti Longennials: over 60/65 in buone condizioni di salute ed economiche, non annoverabili più nella categoria degli “anziani” o nella terza età. Coloro che sono all’interno di questa nuova fascia sociale sono consumatori attivi, viaggiano molto, considerano il fattore sanitario fondamentale e non disdegnano la sfera finanziaria per gli investimenti e persino il mercato immobiliare offre nuove opportunità di spesa. Grazie alla prospettiva di poter vivere anche oltre 30 anni dopo il pensionamento, la longevity ormai fa parte della nostra quotidianità. Non si tratta semplicemente di un gruppo che ha bisogno dei servizi della “silver economy”, ma la popolazione anziana può continuare a partecipare a pieno titolo all’economia in generale ed inoltre si aprono opportunità e prospettive per rispondere alle nuove esigenze e ai nuovi bisogni che si perimetrano nelle comunità, sui territori e spesso a km zero.
L’invecchiamento attivo e in salute può aumentare la produttività e l’occupazione. I lavoratori
giovani e anziani non sono in competizione, dobbiamo combattere gli Stereotipi come l’ageism.
Occorre una progettazione e uno sviluppo al servizio delle nuove esigenze e sulla base dell’allungamento della vita. servono soluzioni tecnologiche a servizio della sanità, anche grazie alle occasioni che il PNRR ci offre.
Bisognerà ripensare il processo di pensionamento, ma ancora di più immaginare dei modelli di carriera che supportino il passaggio tra le varie età del lavoratore, che avrà bisogno di un supporto nell’imparare nuove skill e nuovi ruoli o mestieri oltre al supporto fisico nel passaggio all’età più avanzata.
Creare opportunità imprenditoriali per acquirenti senior e servizi a loro rivolti è una sfida per diversi settori: media, cultura, urbanistica, traffico, servizi sanitari, ecc. Stiamo assistendo a un aumento delle attività imprenditoriali in tutta l’UE legate al miglioramento della qualità della vita degli anziani Molti problemi che si sono presentati in passato possono essere attribuiti a un quadro istituzionale e legale inadeguato, troppo rigido per comprendere la complessa questione dell’invecchiare in senso economico, sociale o altro. Pertanto, l’imprenditorialità di tutti i tipi (imprenditoria sociale, franchising, ecc.), le opportunità di mercato e le politiche a livello locale, regionale e nazionale, così come a livello europeo, dovrebbero diventare un obiettivo di ricerca per coloro che considerano la vecchiaia della popolazione come una sfida e non come una minaccia.
L’ABITARE
Tra i modelli abitativi, ne esiste uno in particolare, chiamato housing sociale. Questo modello abitativo riduce l’isolamento sociale e favorisce una vita sociale che spinga all’interazione e alla condivisione; viene sperimentato con successo a Udine (promotrice la nostra Associazione) con un progetto di rigenerazione urbana e sperimentazione sociale per abbattere barriere generazionali e culturali. Obiettivo è rifunzionalizzare l’ex caserma Osoppo, realizzando all’interno una cittadella con alloggi per anziani autosufficienti, ambulatori, palestre, laboratori di mestieri dedicati agli studenti e spazi dedicati alla gestione di alcuni servizi di co-housing.
SANITÀ
Sono molti i vantaggi di promuovere stili di vita migliori così da prevenire la maggior parte delle malattie che colpiscono gli over 65, campagne di screening e diagnosi precoci sono mercati in crescita, grazie alla telemedicina o medicina mobile, che permettono di ridurre le distanze e i tempi per avere una risposta più accurata e velocemente. La sicurezza e il supporto medico sono valori europei che si sposano anche col mercato del lavoro, che per gli over 65 è divenuta una possibilità concreta.
Il settore dell’assistenza a lungo termine, con la domanda di cure aumentata a dismisura, ha difficoltà a soddisfare le esigenze di molti cittadini anziani, in particolare quelli a basso reddito, mentre la spesa pubblica non tiene il passo con la domanda. Questa situazione si deteriora man mano che negli anni a venire aumenterà il rapporto tra il numero di anziani e di cittadini attivi. Le famiglie ricorrono sempre più a lavoratori informali e personale non dichiarato, per cui non sorprende che il costo delle cure sia così alto; molte famiglie non sono in grado di permetterselo. Più di un terzo delle badanti nell’UE fa parte del “settore sommerso”, cioè lavora senza permessi, senza protezione sociale e senza supporto professionale.
La maggior parte delle cure fornite nell’UE (tre quarti dell’assistenza prestata) è svolta dalle cosiddette “assistenti informali”, prevalentemente familiari donne che prestano assistenza gratuitamente, un onere per le loro carriere professionali che accentua ulteriormente le disuguaglianze di genere. Le pensionate e i pensionati, specialmente dei settori della sanità ma anche i caregiver – specie le donne che si ritrovano con un assegno pensionistico inferiore in media del 30% rispetto agli uomini, possono avere un’opportunità di riscoperta di competenze da mettere al servizio del ruolo professionale. Prendersi cura di una persona fragile permette di riallenarsi su skill come la ricerca di fonti/contatti, la capacità di ascolto, l’empatia, la gestione di relazioni e l’allargamento di network che sul lavoro si traducono in nuove creatività e curiosità.
Va sottolineato anche il ruolo svolto dai lavoratori migranti nel settore dell’assistenza a lungo termine poiché questi lavoratori finiscono coinvolti in lavori di assistenza non dichiarati ed invece potrebbero accedervi attraverso percorsi di migrazione regolare.
Nel nostro Paese stentano a partire le cure domiciliari integrate, siamo ultimi per disponibilità di risorse (18,8 posti per 1000 abitanti di età pari o superiore a 65 anni) per i posti letto destinati a cure a lungo termine in strutture residenziali.
L’analisi conferma l’Italia ultima per spesa sanitaria pubblica totale in rapporto al Pil.
Riguardo ai posti letto ospedalieri, l’Italia è terza fra i Paesi europei (anno 2020), con 3,2 posti a disposizione per 1.000 abitanti, mentre al primo c’è la Germania con 7,8 posti.
Quanto al numero di infermieri in attività per 1000 abitanti spicca il primo posto della Germania (12) mentre Italia e Spagna sono in fondo, con appena 6,3 e 6,1 professionisti.
Rispetto al quadro delineato dobbiamo porre molta attenzione affinché presto e bene il Governo renda operativo il decreto sulla NON AUTOSUFFICIENZA ed inoltre, siccome ad oggi non sono sviluppate misure in tal senso, dovremo adoperarci con i nostri strumenti abituali (contrattazione, bilateralità, ecc.) a pensare per tempo a forme di accumulo o assicurative che coprano in vecchiaia questi bisogni non dimenticando anche forme nuove come il Welfare aziendale o la nascita di apposito istituto mutualistico a cui potrebbero accedere gli over 65.
In un Paese con denatalità e che invecchia sarebbe ora di introdurre oltre ai Pediatri anche i Geriatri di base.
TURISMO
Il turista over 65 è in genere una persona attiva, alla ricerca di esperienze interessanti. Viaggiatori propensi a un turismo più lento, ma anche a vacanze più lunghe, incentrate sulla scoperta del patrimonio culturale (borghi e città d’arte) e dei prodotti tipici, sul relax e sul benessere fisico. Il tutto con meno attenzione alla spesa. Intercettare questo turismo può sostenere l’allungamento della stagionalità dei territori turistici, visto che gli over 65 possono viaggiare tutto l’anno.
Sono 140 milioni i turisti over 60 previsti in Europa nel 2030 dalla Commissione Europea, sono i baby boomers, la più ricca generazione di pensionati mai esistita, che hanno esigenze più complesse e integrate per più periodi brevi all’anno: più dell’80% dei turisti over 50 conta di continuare a viaggiare almeno fino ai 75 anni. Il periodo più gettonato per i viaggi va da aprile a ottobre, con punte nei mesi di maggio, giugno settembre e ottobre. La predilezione del silver tourist è per i viaggi domestici, organizzati tramite agenzie e/o associazioni.
Questo significa allargare le possibilità di lavoro e di crescita dell’artigianato e della piccola e media impresa. L’organizzazione di reti di B&B, la scoperta del food italiano, il recupero di strutture ricettive, una funzione diversa delle botteghe storiche quali testimoni e narratori del territorio oltre che dei mestieri, ecc.