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L’occupazione nell’artigianato vicentino i trend da febbraio a maggio: primi segnali di ripartenza (seppur lenta)

“In termini di occupazione nell’artigianato vicentino a maggio si intravede qualche segnale positivo: il saldo tra assunzioni e cessazioni ha il segno più davanti, rallenta il calo delle assunzioni e il settore Costruzioni riprende. Certo non siamo ancor fuori dal tunnel, l’ottimismo deve essere cauto, ma i dati ci fanno guardare avanti con qualche speranza in più. Permangono le preoccupazioni sui riordini del dopo estate che al momento sono deboli e sugli effetti in particolare per la manifattura”.  Così Sandro Venzo, delegato alle politiche per il Lavoro, Formazione e Scuola di Confartigianato Imprese Vicenza, commenta i dati elaborati dall’Ufficio Studi sul trend occupazionale febbraio-maggio.
“Luci ed ombre nei diversi settori che fotografiamo. Se taluni hanno avuto rimbalzi positivi alla riapertura, altri comparti registrano una situazione meno buona ma questo è naturalmente legato alla tipologia di attività: quelle a diretto contatto con il pubblico hanno dovuto forzatamente fermarsi a inizio emergenza; altre sono inserite in filiere con sbocchi di mercato all’estero in Paesi che hanno vissuto la nostra stessa situazione magari con tempistiche diverse e stentano nella ripresa, altre ancora sono legate a settori stagionali in forte contrazione come ad esempio il tessile-abbigliamento”, prosegue Venzo.

L’analisi è stata condotta su 1.828 micro e piccole imprese che occupano 10.819 dipendenti, e aggiorna con i dati del mese di maggio la precedente analisi dell’impatto delle misure restrittive sulla domanda di lavoro dipendente delle imprese artigiane della provincia di Vicenza grazie alle informazioni sui cedolini paghe.

Nell’analisi precedente si era assistito ad un intensificarsi degli effetti dell’emergenza sanitaria sul mercato del lavoro con un calo delle assunzioni dell’81,4% nel mese di aprile e una perdita di posti dell’1,4%. A maggio, con la riapertura della maggior parte delle attività economiche, si rilevano i primi segnali di ripresa: le assunzioni calano del 43,6% rispetto a maggio 2019, variazione dimezzata rispetto al -81,4% registrato ad aprile, e le cessazioni si riducono del 33,8%, in conseguenza delle mancate assunzioni nel periodo considerato. Inoltre, a maggio torna positivo il saldo occupazionale, dato come differenza tra assunzioni e cessazioni, dopo due mesi di saldo negativo.

Complessivamente nel periodo febbraio-maggio le assunzioni di sono ridotte del 43,4% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e si stima una perdita di posti di lavoro pari all’1,7% dell’occupazione dipendente artigiana vicentina.

Nel dettaglio delle attività economiche, si rileva un maggior impatto nel Manifatturiero con una mancata occupazione pari al 2,2% dei dipendenti artigiani e le assunzioni degli ultimi quattro mesi quasi dimezzate (-46,7%) rispetto a febbraio-maggio dello scorso anno. Seguono i Servizi con una perdita di posti di lavoro dell’1,9% dei dipendenti complice una flessione delle assunzioni del 40,5% nei mesi di febbraio-maggio. Discorso diverso, invece, per le imprese di Costruzioni che nonostante il calo delle assunzioni pari a -33,3% negli ultimi quattro mesi, migliora il saldo occupazionale portando ad un aumento dei posti di lavoro pari allo 0,8%.

Si rileva un maggior impatto tra le piccole imprese (con oltre 9 dipendenti) dove si stima una mancata occupazione pari al 2,2% dei dipendenti artigiani dato da dimezzamento delle assunzioni (-52,4%) rispetto a febbraio-maggio dello scorso anno. Nelle micro imprese (fino a 9 dipendenti), invece, il calo delle assunzioni nel quadrimestre febbraio-maggio è più contenuto (-30,2%) e si stima una perdita di posti di lavoro pari all’1% dell’occupazione dipendente.

“Spiace notare che, come accade per ogni crisi, siano i giovani under 30 e le donne a subire le maggiori conseguenze a livello occupazionale: in particolare questa emergenza sanitaria poi ha colpito settori in cui proprio quelle due categorie di lavoratori sono maggiormente presenti”, spiega Venzo. Per i giovani, infatti, si registra una mancata occupazione pari al 3,2% dei dipendenti artigiani e un calo delle assunzioni del 41,5% nei quattro mesi in considerazione. Seguono i dipendenti over 50 per i quali si calcola una perdita di posti di lavoro pari all’1,3% dell’occupazione di riferimento e una contrazione delle assunzioni del 44,2% nei mesi di febbraio-maggio. Infine, gli occupati tra i 30 e i 50 anni segnano una perdita di posti di lavoro pari all’1,2%, con una flessione delle assunzioni del 44,6% rispetto a febbraio-maggio 2019.

Quanto alle donne sono le più colpite dalla crisi con una perdita di posti di lavoro del 2,7% e un dimezzamento (-48,6%) delle assunzioni nel periodo febbraio-maggio, mentre più contenuto è l’effetto sugli uomini con una perdita dell’1,2% dell’occupazione dipendente e un calo del 40,5% delle assunzioni.

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