Luca Mercalli: riflessioni su sostenibilità e cambiamenti
Quella della sostenibilità è davvero una delle sfide per il futuro, e tocca tutti quanto a creazione e utilizzo di prodotti nel rispetto non solo dell’ambiente, ma anche delle comunità.
Le problematiche legate al clima non si traducono solo nella gestione delle emergenze, ma implicano anche ciò che sta a monte e a valle di esse, costi compresi. A monte perché servono politiche e scelte oculate e lungimiranti, a valle perché i disastri provocati, ad esempio, dalle alluvioni si calcolano non solo in vite umane, ma anche in danni ad abitazioni, attività produttive, infrastrutture. Il messaggio che l’esperto Luca Mercalli – in qualità di ospite di “Conversazioni”, le serate proposte dalla Scuola di Politica ed Economia di Confartigianato Imprese Vicenza in collaborazione con CUOA Business School di Altavilla – ha voluto trasmettere è insomma chiaro: la sostenibilità non è più un “lusso”, ma una necessità. Ecco alcuni spunti tratti dalla sua riflessione.
Delle tematiche legate all’ambiente – ha ricordato Mercalli – si è iniziato a parlare almeno cinquant’anni fa, ma allora le compagnie che si occupavano di energia fossile hanno cercato, e per certi versi ci sono riuscite, a fermare le informazioni. Poi è arrivato Internet, favorendo la circolazione di certe notizie. Adesso, non è che questo tema possa riguardare questo o quel settore, questa o quella comunità: chi non si informa e agisce di conseguenza è destinato a chiudere, a meno che non gli sia fornito un paracadute.
In questi ultimi anni, altre preoccupazioni hanno avuto la meglio, in primis il Covid, e quindi umanamente non si potevano reggere altre problematiche. Ora che la situazione è cambiata, i temi della sostenibilità sono tornati a far discutere. Soprattutto quando si rendono evidenti fenomeni come le ultime ondate di maltempo, che non sono più catalogabili come “eccezionali” o contingenti, considerata la loro periodicità ravvicinata e la loro portata in termini di criticità. Sì, le alluvioni ci sono sempre state, ma quando si è sempre a livello critico basta anche poco per creare un disastro.
Le soglie esistono, e se le si supera sono danni: vite spezzate, imprenditori che perdono tutto, lavoratori che non hanno più un lavoro. Lo sanno bene le assicurazioni, che hanno stimato in 5 milioni di euro l’esborso per danni metereologici.
Se si prendono quindi in considerazione questi aspetti, si può vivere anche la discussione sulla sostenibilità senza quel “fastidio” che ogni tanto serpeggia.
Allora, forse conviene rinunciare a qualcosa oggi per avere meno danni, se non perdere tutto, domani. È un po’ come andare dal medico: non si deve ascoltare la diagnosi pensando che il medico sia cattivo, né trascurare la cura e aspettare di stare talmente male da dover agire in maniera drastica. A nessuno piace la dieta, ma bisogna capire perché la si fa, e cosa comporta non farla.
Un essere umano con 38° di temperatura ha la febbre. Perché non può essere così anche per il nostro clima? Uno o due gradi, quindi, fanno la differenza per evitare eventi ostili. E il momento per la “cura” è adesso, non tra 10 o 20 anni. E dovrebbe esserlo per tutti, anche se molti Paesi stanno invece attraversando ora la fase economica che l’Europa ha conosciuto anni fa e, a fronte di una sorta di loro “riscatto” economico e sociale, non sono disposti a rivedere modelli produttivi ormai non più sostenibili.
Nel frattempo, cosa possiamo fare noi?
Il primo pilastro sono le energie rinnovabili. Alcune realtà produttive non investono in questo settore per una certa “pigrizia”, ma anche per i costi che comportano tali interventi. Invece, la questione va vista in un’altra prospettiva: investo per risparmiare ed essere autonomo, e chi non può farlo dev’essere messo nelle condizioni di farlo. E qui è il compito della politica: studiare gli strumenti adatti.
Il nostro Paese non ha fonti di energia in grado di far fronte alla richiesta, e questo è un altro problema: vanno perciò studiati anche metodi di stoccaggio delle energie rinnovabili. Iniziamo dalle case, dai garage, dalle imprese. Un passo alla volta.