MIOTTO (CONFARTIGIANATO VENETO): FEDERALISMO CONTRATTUALE? CON LA PROPOSTA DI CGIL CISL E UIL NELL’ARTIGIANATO VENETO SI RISCHIA DI TORNARE INDIETRO
12/05/2008MIOTTO (CONFARTIGIANATO VENETO): FEDERALISMO CONTRATTUALE? CON LA PROPOSTA DI CGIL CISL E UIL NELL'ARTIGIANATO VENETO SI RISCHIA DI TORNARE INDIETRO La proposta di riforma contrattuale recentemente avanzata da Cgil Cisl e Uil viene indicata dai sottoscrittori come il primo passo verso il federalismo contrattuale. Ma Claudio Miotto, Presidente della Confartigianato del Veneto, non la condivide. E spiega: "Non è nostra intenzione rigettare il documento sindacale nel suo complesso, ma per quanto riguarda il mondo artigiano proprio non ci siamo, per diversi motivi. Innanzitutto, l'artigianato ha già un proprio sistema contrattuale, pattuito attraverso due intese rispettivamente del 2004 e del 2006; questo accordo ha permesso, faticosamente e tra mille contraddizioni, di riprendere il filo della contrattazione nazionale interrotto 10 anni prima. Non ci siamo, in seconda battuta, perché le affermazioni perentorie di "contratto unico di categoria" fanno letteralmente a pugni con la storia delle cosiddette nuove relazioni sindacali che sono l'anima di un concreto federalismo contrattuale partito dal basso e che ha visto la luce proprio qui in Veneto: sarebbe come dire che il contratto metalmeccanici dovrebbe rappresentare tutte le imprese del settore, dalla FIAT sino all'impresa di un dipendente. Ma per piacere….non scherziamo sulle cose serie"."Insomma -precisa Miotto- omogeneizzazione ed omologazione sembrano essere alla base del recente documento sindacale che non riesce però a cogliere quanto di positivo si è costruito in questi anni nel settore della piccola impresa. Basti pensare che al suo interno viene descritta in alternativa alla contrattazione di secondo livello, già attuata dall'artigianato veneto, una <<previsione da definirsi all'interno dei contratti nazionali tra sede aziendale (anche per le imprese con un solo dipendente?) e quella territoriale, e che quest'ultima può dispiegarsi in una molteplicità di forme "dal regionale …alla filiera al distretto al sito". Una assurdità a mio avviso."Le relazioni sindacali nell'artigianato hanno una lunga storia. La Confartigianato, in Veneto in particolare, ha sempre dato un valore positivo alla contrattazione. All'inizio l'attenzione era rivolta in via prioritaria alla autonomia contrattuale, dato che per lungo tempo molti settori dell'artigianato erano privi di contratto. Successivamente, negli anni 90, cominciarono le prime sperimentazioni che hanno accentuato da un lato l'aspetto della territorialità (attraverso la contrattazione regionale) e dall'altro l'innovazione attraverso nuovi modelli basati sulla bilateralità e sulla rappresentanza sindacale territoriale. Concetti non solo enunciati, ma anche praticati attraverso la negoziazione con i sindacati regionali che ha portato ad un positivo assetto di regole costruito su misura per le piccole imprese e che fornisce maggiori tutele ai lavoratori senza per questo mettere in crisi una realtà costituita da una miriade di laboratori, la cui media degli addetti non supera i 4.Così sono sorti i modelli bilaterali di CEAV (la cassa edile artigiana veneta) ed EBAV (l'ente bilaterale dell'artigianato veneto) che si accompagnano ad una gestione del conflitto non più a livello aziendale ma basata sul rapporto tra le Associazioni Artigiane di Categoria e le OOSS. Un ottimo esempio di federalismo contrattuale dal basso che poggia le proprie fondamenta sui contratti regionali di categoria che permettono ai dipendenti di avere i benefici derivanti dalla produttività creata dai settori della nostra regione attraverso il concorso di una tenace imprenditorialità e di una professionalità cresciuta nel tempo delle maestranze.Oggi nel Veneto l'artigianato ha un quadro compiuto e stabile di relazioni sindacali che ha permesso di attivare importanti momenti di sostegno alle esigenze delle imprese e dei lavoratori."Alla luce della nuova "piattaforma" di Cgil Cils e Uil -conclude Miotto-, una domanda ci sorge spontanea: buttiamo a mare tutto, allora? Sembrerebbe di si leggendo il documento. Ma vogliamo far prevalere l'ottimismo della speranza, vale a dire che il Veneto, nelle sue espressioni artigiane e sindacali, si dia da fare per orientare il lavoro dei negoziatori".